Si è svolta a Palazzo Campanella,sede del consiglio regionale,la giornata sulla trasparenza con la partecipazione di politici,manager,dirigenti della pubblica amministrazione,esponenti delle istituzioni, insomma un parterre di tutto rispetto che non ha fatto mancare contributi autorevoli e significativi.Considerato che l’esperienza ci ha insegnato a non farsi illusioni sui concitati appelli che partono dai microfoni dei convegni,si tratti di mafia o di corruzione, ci siamo soffermati sull’intervento del presidente del consiglio regionale,Irto,il quale ha tuonato che bisogna “espellere dai gangli vitali della pubblica amministrazione e dell’economia corrotti e corruttori….. “.Un pò generica e riduttiva come indicazione poichè spara nel mucchio e si sottrae all’obbligo di pronunciarsi o,comunque,di non sfuggire a episodi che riguardano la Regione dove Irto è presidente del consiglio regionale.Si può comprendere il disagio e l’imbarazzo a parlare di accadimenti che coinvolgono la più alta istituzione di matrice politica ,cioè la Regione, ma tacere su quanto bisogno di trasparenza ci sia negli atti regionali, sia a livello politico che a livello burocratico, e di come viene garantito questo bisogno di trasparenza non è accettabile, tanto più se a parlare è il presidente del consiglio regionale.Irto avrebbe potuto dare conto,per esempio, nella qualità di presidente del consiglio regionale come si è ovviato allo scandalo di “rimborsopoli”,quali controlli vengono esercitati su certi capitoli di spesa.Avrebbe potuto dire qualcosa sui buchi neri milionari che ci sono nei bilanci degli enti sub-regionali,un impegno che aveva preso Oliverio con i calabresi ma che,come altri impegni,si è perso per strada.Ma di Oliverio ormai si conosce la distanza che intercorre fra le cose che dice e le cose che fa. Irto,però,si presenta come politico di nuova generazione,”renzista” nel sostenere la necessità di un cambiamento profondo nella politica calabrese e nella sua rappresentanza.Non parla di “rottamazione” ma la sottintende. La giornata della trasparenza era una occasione da non sprecare per prendere le distanze da chi solleva strumentalmente la questione morale e affrontare con proposte concrete quanto c’è da rendere trasparente alla Regione e nelle sue pertinenze. Proprio Irt9o è protagonista di una interrogazione rimasta senza risposta a tutt’oggi e riguarda Calabria Verde,l’ente sub-regionale che ha visto finire in galera l’ex-direttore generale, il dirigente di settore e quello dell’economato per malversazione nella gestione dei fondi che andavano impiegati per mettere in sicurezza il territorio da frane e smottamenti e per tutelare il patrimonio boschivo dal rischio incendi.In una interrogazione a Oliverio, Irto chiedeva spiegazioni su un modulo di domanda a Calabria Verde,che circolava a Reggio, per essere assunto nell’organizzazione operativa.Era quanto mai evidente che si trattava di un trucco elettorale per estorcere consensi e voti ma la risposta non è mai venuta e Irto non ha trovato nulla da ridire nemmeno come presidente del consiglio regionale.E lo stesso Irto non ha avuto nulla da dire nemmeno quando,in occasione della inaugurazione dell’anno giudiziario, il presidente della sezione calabese della Corte dei Conti ha lanciato l’allarme sulla corruzione che in Calabria divora come un cancro l’economia e mette in discussione gli stessi fondamenti della democrazia.Non se ne è mai parlato in consiglio regionale, nessuno ha chiesto di mettere all’ordine del giorno di una seduta del consiglio le dichiarazioni del presidente della Corte dei Conti e non risulta che Irto abbia preso iniziative di segno contrario.Prendere il microfono in un convegno sulla trasparenza e non fare nessun riferimento ai 100 mila euro che sarebbero stati chiesti al gruppo imprenditoriale de “IGreco” nelle elezioni regionali del 2013, come contributo alla campagna elettorale di un partito,la dice lunga perchè Irto si è limitato ad affermare che bisogna espellere eccetera eccetera.Un’occasione sprecata.Peccato.