RIMBORSOPOLI: RINVII A GIUDIZIO PER GLI ASPIRANTI SENATORI…..

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Dopo lunghe e accurate indagini è arrivato il rinvio a giudizio di quanti hanno utilizzato impropriamente i fondi assegnati ai gruppi consiliari della Regione per attività istituzionali e,invece, utilizzati per spese voluttuarie e soddisfacimenti personali di vario genere, dalle bottiglie di champagne in costosissimi alberghi,ai banchetti eno-gastromici,all’acquisto di elettrodomestici e regali di vario genere.Non diamo i nomi dei rinviati a giudizio perché ci interessa il fenomeno in sé, come degrado e degenerazione della politica e dei suoi interpreti.Non si tratta di cavalcare l’antipolitica per appagare l’indignazione ma sono i fatti a sollecitare un’assunzione di responsabilità per mettere fine a una pratica indecente,prima che illegale, di saccheggiare la spesa pubblica a fini personali.Un consigliere regionale,fra annessi e connessi, incassa mensilmente circa 20 mila euro.Sono più che sufficienti per non doversi approfittare dei fondi assegnati per attività istituzionali.Se accade è perché si ritiene, da parte dei politici, che appropriarsi del pubblico denaro non è reato se viene utilizzato per le proprie carriere, i partiti di appartenenza e le clientele fameliche che vi ruotano intorno.Ci sarà il processo e le posizioni dei singoli verranno configurate e definite con prove a carico come pure verranno ridimensionate, a seconda delle somme illegalmente utilizzate.L’occasione,però,offre lo spunto per considerare-se vince il “si” nel referendum del 4 dicembre-chi dovrebbe andare al “nuovo” senato godendo dell’immunità parlamentare.Non si tratta solo della Calabria ma dell’intero sistema regionale che fino ad oggi ha prodotto il personale politico più squalificato e impresentabile.Regalargli l’immunità si risolverà  in un incoraggiamento a perseverare nelle condotte disoneste.La questione morale si affronta eliminando le garanzie a chi non le merita e aumentando le pene per chi delinque, sia che lo faccia per sé sia che lo faccia per il partito.Sembrava un principio sancito con i processi di “mani pulite” ma,evidentemente, la vocazione a delinquere dei politici prevale sul dovere di essere onesti. L’immunità che diventa impunità  produce corruzione e ruberie.Le cronache lo confermano ma,a quanto pare, non c’è molta volontà di impedirlo.E’ così che muore una democrazia.