ALARICO IL SINDACO OCCHIUTO E SOCRATE PEDERASTA…….
Se 30 studiosi,archeologi e storici,che operano nelle università italiane ed europee,si sono scomodati a chiamare in causa il ministro Franceschini per bloccare sul nascere una montatura storica, a fini turistici, centrata sulla figura di Alarico,re dei Visigoti, qualche fondata ragione debbono averla. Reagiscono all’iniziativa del sindaco Occhiuto di voler saldare l’immagine della città a quella del re “barbaro” che la leggenda vuole sepolto,col suo immenso tesoro, in un punto mai individuato della confluenza del Crati e del Busento, ad oggi frutto di sola leggenda e non di ricerca storica. Gli archeologi e gli storici che si rivolgono al ministro dei beni culturali non hanno una preconcetta ostilità per il marketing turistico, in sé inoffensivo finchè resta confinato nella leggenda, ma dicono no alla manipolazione della verità storica a fini turistici. Una leggenda può anche concorrere a dare visibilità e notorietà a un territorio ma non al punto di tramutarsi in una identità. Tanto più se il personaggio della leggenda è un re barbaro che, dopo aver saccheggiato Roma,diretto in Africa,colpito dalla malaria,sarebbe morto a Cosenza.Sarebbe,al condizionale,perché come per l’esistenza del tesoro, non si ha alcun riscontro storico acquisito. I 30 studiosi si sono rivolti al ministro perché dal marketing turistico si è passati a una campagna di scavi dal costo di 7 milioni portata avanti con il coinvolgimento del soprintendente dei beni culturali di Cosenza che rappresenta una istituzione dello Stato.Si alla leggenda,dunque, ma la storia è un’altra cosa.Federico II, stupor mundi, a Cosenza c’è stato realmente,nel 1222, alla inaugurazione del Duomo, facendo dono di una stauroteca che non è leggenda ma reperto storico. Interessato a recuperare politicamente nei confronti del Papa e del Vaticano, utilizzò l’occasione come segnale di riconciliazione.Non a caso, durante le sindacature di Giacomo Mancini, si è realizzato il corteo storico che rievoca appunto la venuta di Federico II a Cosenza.Questa è storia non leggenda. Quanto poi alla figura di Alarico non si hanno elementi per considerarlo un re illuminato né un grande condottiero. In suo nome e a protezione del suo tesoro ben 300 cosentini, impiegati per lo scavo e la sepoltura, vennero trucidati per prevenire che rendessero noto il luogo della sepoltura. E non regge il parallelo che il sindaco Occhiuto fa con le piramidi egizie per la cui realizzazione vennero “sfruttati” migliaia di ebrei.Lo sfruttamento, che esiste ancora oggi nel mondo, è cosa ben diversa dall’eccidio di massa per tutelare un segreto.Meno che mai si può tirare in ballo Socrate che era pederasta,come lo definisce Occhiuto. Cosa vuol dire Occhiuto? Socrate non poteva esercitare la ricerca filosofica per le sue inclinazioni sessuali e pertanto era personaggio negativo che non meritava di passare alla storia,insieme al Partenone? Senza disturbare i grandi personaggi del passato, Occhiuto rientri nei confini della leggenda,apra-se vuole-una sottoscrizione con quanti sono convinti che il tesoro esista davvero e vada avanti con allegria.Una “caccia al tesoro” di Alarico, fatta senza impegnare risorse pubbliche, può anche essere una trovata turisticamente redditizia.Ma restando nel gioco e nella leggenda e lasciando da parte la storia che è cosa seria e impegnativa.