OLIVERIO CONVOCA MA C’E’ CHI NON RISPONDE…….
Fra boatos provenienti da palazzi giudiziari e consiglieri regionali di maggioranza che prendono il largo, per Mario Oliverio è un momento delicato della sua navigazione politica.Intanto sembra sempre più improbabile che il governo-e per esso il ministro Lorenzin-revochi i commissari Scura e Urbani per nominare lui commissario al piano di rientro della spesa sanitaria.Le parole usate dalla Lorenzin nei confronti di Vincenzo De Luca,governatore della Campania,convinto di subentrare ai commissari nella gestione della sanità campana,lasciano intendere che anche per Mario Oliverio non c’è alcuna intenzione di nominarlo commissario.Scricchiola anche maggioranza che lo sostiene in consiglio regionale.Non ci sono critiche esplicite o prese di distanze dichiarate ma non depone certamente a suo favore il flop della riunione di maggioranza convocata alla Cittadella per anticipare il contenuto del report che,salvo ulteriori rinvii,verrà presentato a fine gennaio con una pubblica manifestazione.Il report,nelle intenzioni di Oliverio,dovrebbe fare il punto su due anni di governo regionale,le cose fatte e quelle programmate, gli obiettivi perseguiti e i risultati ottenuti.Una relazione importante che avrebbe richiesto intorno a Oliverio una maggioranza compatta e pronta a sostenere che si è governato al meglio. Invece le assenze registrate vanno al di là di possibili e occasionali impedimenti, tanto più se i considera che fra gli assenti ci sono consiglieri PD che non nascondono riserve e dissenso nei confronti di Oliverio.Il più aggressivo rimane Guccione ma Ciconte non è da meno.A fare corona a Mario Oliverio c’erano invece i yes man della sua maggioranza, ai quali l’obbedienza e la subalternità viene compensata con scampoli del potere regionale.Le critiche a Oliverio riguardano la personalizzazione della politica regionale,l’accentramento delle decisioni,la mancanza di risultati spendibili, l’inefficienza della macchina amministrativa dopo le rotazioni effettuate negli uffici.C’è anche chi addebita a Oliverio gli insuccessi elettorali alle ultime amministrative col PD in caduta libera e la campagna tesseramenti fallimentare.Da qualche giorno tace Ernesto Magorno,segretario regionale del PD, che non si è mai risparmiato nell’esaltare la lungimiranza e la concretezza di Oliverio alla guida del governo regionale.Dichiarazioni elogiative in stile bolscevico con grande spreco di aggettivi.Se con Matteo Renzi aveva in qualche modo creato un rapporto,con Paolo Gentiloni Oliverio ha di fatto perduto l’aggancio con Palazzo Chigi e non sarà certo Marco Minniti,impegnato in compiti delicatissimi come ministro degli Interni, a farsi carico degli insuccessi dello statista di San Giovanni in Fiore.C’è poi il secondo troncone dell’operazione “soldi sporchi”, condotta dalle procure di Reggio e di Catanzaro, che dovrebbe far emergere,nell’assegnazione degli appalti, complicità e connivenze col livello politico. Il che tiene in allarme i palazzi della politica regionale anche perché qualcuno dei coinvolti,terrorizzato dallaq detenzione in carcere,sta collaborando. Non si fanno nomi ma è diffusa la preoccupazione che le indagini della Guardia di Finanza portino ai piani alti della politica e tanto basta, in questi giorni,per indurre a tenersi alla larga dai luoghi del potere e da chi oggi potrebbe essere chiamato a rispondere di certe frequentazioni.C’è solo da sperare che, allungandosi i tempi,il sospetto non travolga tutti.E’ un problema che i magistrati inquirenti debbono tenere presente.Alzare forche sulla base di un semplice avviso di garanzia è sport notoriamente praticato in politica.Al momento non ci sono nemmeno gli avvisi di garanzia ma l’invocazione delle forche sappiamo quanto sia diffusa in tempi di antipolitica.