CONSIP-L’ACCERCHIAMENTO C’E’ MA RENZI NON MOLLA……

renzi-640CONSIP-L’ACCERCHIAMENTO C’E’ MA RENZI  NON MOLLA……

La Prima Repubblica ci aveva tristemente costretto ad accettare  che nei passaggi politicamente più delicati,nel nostro Paese,anche le stragi(Piazza Fontana-Brescia-Bologna) e gli assassinii (Moro)potevano trovare spazio e diventare  cruenti strumenti risolutivi.A distanza degli anni trascorsi rimane vivo l’orrore per quelle stragi e tutti quei morti innocenti.Ma è la storia,purtroppo, la storia della nostra tormentata strutturazione democratica, finita la guerra ma non debellato il fascismo residuo annidato nelle istituzioni.Guardando a quel triste passato le vicende politiche,intrecciate fra di loro,che si muovono intorno all’affare Consip, sono piccola cosa.Il sangue c’è ma,per fortuna,è metaforico nel senso che Beppe Grillo e i grillini, come accade nella jungla, hanno sentito nel coinvolgimento di Renzi l’odore del sangue e si sono scatenati.Fanno finta di accontentarsi della testa di Lotti,ministro e fraterno amico di Matteo Renzi, ma è oltremodo evidente che la preda è politicamente Renzi e ciò che resta del PD. Insieme a Grillo e ai grillini si muovono nella stessa direzione gli avversari politici di Renzi e i talebani della guerra al “renzismo”, categoria politica gi assurta a neologismo convenzionale per indicare i mille giorni in cui Renzi ha governato il Paese e il PD, prendendosi molte soddisfazioni e facendosi molti nemici.Oggi è accerchiato da poteri forti e dai fuoriusciti del PD.In gioco non c’è soltanto il destino  personale di Matteo Renzi ma tutto ciò che è legato alla durata del governo Gentiloni, alla nuova legge elettorale,alla scadenza della legislatura, al congresso del PD, alle maggioranze politiche possibili per poter governare il Paese, al rischio che il M5S, con le sue ingenuità e i suoi velleitarismi, completamente privo di esperienza e cultura di governo,diventi arbitro dei destini dell’Italia dentro e fuori i confini nazionali.La posta in gioco,quindi,è rilevante e pesante.Il papà di Renzi e un suo eventuale coinvolgimento sotto un profilo penale diventano il passaggio obbligato dell’accerchiamento portato avanti contro l’ex-premier e segretario del PD.Al di là di quanto possano rivelare le intercettazioni effettuate,le testimonianze rese, i teoremi costruiti, nella vicenda Consip si muovono personaggi di poco spessore,quarte file del potere che conta anche se  gli appalti in gioco assommano a miliardi di euro.A mettere insieme i personaggi che occupano la scena, con i loro pizzini e gli incontri in “bettola” alternati ai pellegrinaggi a Medjugorie,con l’ombra sinistra dei “servizi” in alcuni passaggi dell’inchiesta,c’è di che rimanere increduli più che stupiti.A cominciare da quel Marroni,amministratore delegato di Consip, che dopo essere stato avvertito delle microspie nel suo ufficio, va a cantare ai magistrati inquirenti da chi gli è venuta la segnalazione.Questo per dire l’uomo.Resta da verificare se quanto ha riferito ai magistrati,relativamente alle minacce e ai ricatti di cui sarebbe stato oggetto,è dimostrabile o può anche essere frutto di sue autonome valutazioni sulla base informazioni acquisite “de relato” e non direttamente dai personaggi che chiama in causa.Per essere chiari:le minacce e i ricatti del padre di Renzi li ha ricevuti in maniera diretta o per interposta persona, cioè da quel Carlo Russo che, a detta di Tiziano Renzi, ha evidentemente abusato del suo cognome.Si vedrà,come pure bisognerà vedere se basta una “T” accanto alla cifra 30 mila, segnata su un pizzino, per desumere che dietro quella “T”  c’è Tiziano Renzi.Tutto può essere ma è nei tribunali che si valutano le prove e si emanano le sentenze.Fuori dai tribunali c’è la lotta politica e Renzi non può pretendere di venire risparmiato né chiedere sconti. Non è mai accaduto e sarebbe una anomalia.Per il momento regge l’accerchiamento ed è determinato a dare battaglia.Si vedrà.Comunque vada a finire, poiché la storia di un paese è fatta anche di queste vicende,sarà bene che gli storici annotino per i posteri che se non si andava a rovistare in una discarica per ricostruire i “pizzini”,la Consip avrebbe dovuto dare conto diversamente delle sue procedure di appalto e il congresso del PD avrebbe avuto un’altra storia.Tutto nasce da una discarica,appunto.