ANCORA UNA BOCCIATURA PER OLIVERIO………….
Lui,lo statista di San Giovani in Fiore con alle spalle quattro legislature alla Camera, non se ne fa un problema, nella consapevolezza che,al di là delle sue personali decisioni,alla guida del governo regionale ,se riuscirà a completare la legislatura,non tornerà.L’abuso che ha fatto delle chiacchiere e degli annunci gli ha bruciato ogni possibilità di riscatto.Ma lui non molla e con la supponenza tipica degli incapaci continua a disegnare scenari di una Calabria che, grazie a lui, sarà uscita dalle emergenze e dal sottosviluppo generalizzato che la soffoca. A sentire lui lavoro,trasporti,ambiente,turismo,istruzione,sanità,utilizzo produttivo dei fondi europei, legalità,trasparenza diventeranno realtà positive. Intanto insedia in tutti i gangli del potere regionale vecchi e nuovi compagnucci di lotta e di governo, vere cordate di potere per creare e alimentare clientele elettoralmente riconoscenti.Non gli insegnano nulla gli arresti che si susseguono nei palazzi regionali per malversazioni e ruberie di un passato recente nella spesa pubblica.La bonifica la sta facendo la magistratura mentre lui ne aveva fatto un cavallo di battaglia della sua campagna elettorale. Il tempo ci dirà di quali prodezze,in termini di risultati, la sua permanenza al vertice del governo regionale è stata capace. Per ora continua a incassare insuccessi,rifiuti e bocciature.Ha annunciato almeno dieci volte, nella penosa guerra ai commissari governativi, la sua imminente nomina a commissario per il piano sanitario, diventando renziano di complemento, ma a Palazzo Chigi, se qualcuno fa il suo nome,tutti fanno finta di leggere appunti e documenti.A Torino,all’assemblea renziana del Lingotto, ha fatto lamentoso pressing sulla presidenza per poter parlare dal palco ma,giustamente, gli hanno preferito il presidente del consorzio che raggruppa le imprese antimafia colpite e intimidite che quotidianamente resistono alla ‘ndrangheta.Mesi addietro un sondaggio della SWG rivelava che l’80 per cento dei calabresi bocciava la sua azione di governo.Dopo mesi ha risposto con un report che non ha convinto nessuno e che riproponeva i soliti annunci. Per gli annunci inconcludenti che fa disinvoltamente si è guadagnato la nomea di presidente dei “manifesti”.Ora arriva una “ricerca”(non sondaggio,quindi) del Corriere del Mezzogiorno che ha chiesto un giudizio sui governatori meridionali a esponenti del mondo economico-produttivo(sindacati-associazioni consumatori-ordini professionali-confcommercio-unindustria ecc.) invitando a dare un voto di valutazione da 1 a 10.Ebbene il nostro ha riscosso poco più del 4, piazzandosi penultimo prima di Crocetta, governatore della Sicilia , con 3,9.Dispiace doverlo ammettere ma con Oliverio siamo in presenza di un grande bluff che i calabresi non hanno tardato a scoprire.Una lettura meno superficiale delle delibere di spesa della giunta da lui presieduta ci dirà,a tempo e luogo, quale è stata la bussola che l’ha guidato,politicamente ed eticamente, nelle decisioni prese.Mimmo Bevacqua,consigliere di maggioranza e antico sodale di Oliverio, prende le distanze e sostiene che Oliverio è circondato da persone “inadeguate”,che è un benevolo e generoso eufemismo se si guarda a chi sosta nell’anticamera di Oliverio e a chi l’accompagna quando va in giro anche in veste istituzionale.Gli impresentabili non gli creano alcun imbarazzo ma l’immagine ha il suo peso. Nelle cronache della Giornata della Memoria delle vittime di mafia, che ha visto la partecipazione di Mattarella, il suo nome è stato oscurato se non ignorato, segno che nell’azione di contrasto alla mafia ci si aspetta qualcosa di più dal decimo piano della cittadella regionale. Oppure si è fatto poco.Manca,evidentemente, qualcuno che affettuosamente glielo faccia notare.Volendo.ha ancora quasi 3 anni davanti a sé.