“DI MARTEDI” ALLA TV “LA 7” E’ GIORNALISMO KILLER….
Matteo Renzi, fino a ieri capo del governo e segretario del PD,può piacere o non piacere,valutarlo come si vuole per i mille giorni in cui ha governato l’Italia, le promesse non mantenute, i risultati mancati,la personalizzazione del governo e del partito.Ci può stare tutto, compresa una campagna di contrasto alla sua rielezione a segretario del PD che gli spianerebbe la strada per tornare a Palazzo Chigi.Ma è a dir poco indecente l’aggressione mediatica che organizza ogni martedi su la 7 Giovanni Floris avvalendosi di due giornalisti schierati come MarcoTravaglio e Massimo Giannini. Fra i due, sollecitati da Floris,si fa a gara a chi è più bravo a massacrare mediaticamente Matteo Renzi utilizzando tutto l’armamentario messo su prima e dopo il referendum costituzionale del 4 dicembre.Travaglio ,a sostegno del NO, ha portato in giro per i teatri e le piazze d’Italia un suo monologo contro la proposta referendaria e contro Matteo Renzi che ne aveva la paternità politica.Non gli ha lesinato critiche e insulti, apertamente.Tutto legittimo,ci mancherebbe, ma è stata lotta politica ,dichiarata e combattuta.Massimo Giannini, firma di prestigio del quotidiano “La Repubbica”, ha tentato la carriera televisiva assumendo su RAI3 la conduzione di “Ballaro’’ col mandato specifico di fare concorrenza alla trasmissione di Floris su la 7 e contendergli gradimento e audience.Quando esplose lo scandalo della Banca Etruria col coinvolgimento del padre di Elena Boschi,Giannini se ne occupò nella sua trasmissione palesemente schierato sulle posizioni colpevoliste. A Matteo Renzi, che aveva preso le difese della Boschi,venne facile influenzare la decisione della Rai di chiudere “Ballarò” e mandare a casa Giannini, atteso che l’indice di ascolto era bassissimo e veniva attribuito proprio all’inadeguatezza di Giannini a gestire il mezzo televisivo. Per Giannini è stato professionalmente un colpo durissimo ma poi si è ripreso, è tornato a Repubblica ed è diventato ospite fisso proprio della trasmissione di Floris il martedi.Ora non è che qui si voglia sindacare la scelta de la7 e di Floris di invitare in trasmissione Travaglio e Giannini per fare a pezzi politicamente Matteo Renzi. E’ una scelta che si può criticare e non condividere ma che resta nella responsabilità di chi l’ha fa.Ciò che non si può accettare è che passi per giornalismo o informazione la lapidazione televisiva che fanno di Renzi le due vedette del giornalismo italiano senza avere di fronte qualcuno che di Matteo Renzi e del suo governo dia valutazioni politiche diverse. Probabilmente dietro la scelta editoriale di far massacrare politicamente Renzi ogni martedì ci saranno ragioni che appartengono al grande gioco della comunicazione e degli interessi che vi ruotano intorno,tenuto conto che l’editore de la7,Cairo, ha scalato, non senza contrasti e difficoltà, anche la guida editoriale del Corriere della Sera .Giovanni Floris,formatosi professionalmente alla Rai, si porta dietro,purtroppo, l’imprinting dell’impiegato della comunicazione, diligente e capace quanto si vuole, ma limitato e manifestamente condizionato dalle direttive che riceve.Non ci sono guizzi di originalità e di maturata competenza nei suoi interventi.Legge quello che ha avuto bisogno di scriversi. Se, nel corso della trasmissione, qualche ospite va imprevedibilmente al di là della risposta che Floris si aspetta, con una critica o un giudizio di contrasto,scatta l’interruzione dando la parola ad altro ospite o chiamando la pubblicità.Trucchi che vanno considerati per cogliere il profilo professionale di Floris. E’ del tutto evidente che le aggressioni televisive a Renzi vengono costruite a tavolino, nel senso che sia Floris che Travaglio che Giannini sono consapevoli della missione che è stata loro tacitamente affidata.Fatti loro e,tutto sommato,non sembra che stiano rallentando o contrastando la corsa di Renzi verso la riconferma alla segreteria del PD.Avrebbero potuto dire le cose che vanno dicendo ogni martedì chiedendo a Floris di chiamare in studio almeno il direttore de L’Unità.Per la dignità della professione e non per il democratico principio di garantire il confronto fra valutazioni diverse se non contrapposte.Quanto a Renzi, non siamo né preoccupati né interessati alla sua sorte politica ma non è una ragione sufficiente per lasciar correre impunemente quella gogna politico-mediatica che il trio Floris,Travaglio, Giannini mette su ogni martedì sera al servizio degli oppositori di Renzi.