A RENDE MANNA APRE ALL’ALA MERCENARIA DEL PD PENSANDO ALLA CAMERA…
A RENDE si lavora per una nuova maggioranza dal fiato cortissimo ma il senso politico dell’operazione è la rottura del patto di potere fra il sindaco Manna e il gruppo Gentile, attualmente in versione AP di Angelino Alfano. Non è che Manna aprendo al PD o,meglio,a segmenti elettoralmente mercenari del PD, rinnega i Gentile perché la loro occupazione politica del Comune non crea consensi né produce apprezzamenti. Molto più realisticamente il sindaco Manna si sbarazza dei Gentile perché non funzionali e di ostacolo ad una sua candidatura al parlamento, candidatura data per scontata e non smentita.Manna insomma si affida a quella parte del PD che nelle competizioni elettorali ha dato dimostrazione di essere abilissima a orientare i voti a favore dei candidati avversari del PD.E’ accaduto nel 2011 quando Nicola Adamo orientò il voto in favore di Mario Occhiuto contro Enzo Paolini candidato del centrosinistra e del PD, così come è accaduto a Luzzi nel voto dell’8 giugno dove Adamo ha orientato i voti del PD in favore del candidato contrapposto a quello del PD . Ormai è diventato uno specialista del voto “disgiunto”(dal PD) secondo le sue convenienze, le sue manovre e i suoi calcoli.A Rende Manna farebbe posto all’ala mercenaria del PD in cambio di un promesso sostegno elettorale alla sua candidatura alla Camera.Si vedrà con quale lista.Tutto da verificare,ovviamente, ma è l’interpretazione più accreditata che viene data della nuova maggioranza che sta per nascere.Non è detto che tutto vada liscio, nel senso che Manna ancora non ha messo insieme i 13 voti che gli servono per restare sindaco ma i beneinformati dicono che è pronto a dimettersi per avere a disposizione i 20 giorni previstida utilizzare per costruire la maggioranza che ancora non ha.I Gentile,comunque,hanno fatto già sapere che passano all’appoggio esterno,un modo per mascherare l’uscita dalla maggioranza. La loro egemonia su Rende dovrebbe fermarsi qui ma il futuro di una maggioranza raccogliticcia e di basso profilo non promette nulla di buono per i rendesi.E’ sempre più frequente sentir dire in giro che “si stava meglio quando si stava peggio”,un ossimoro che dovrebbe far fischiare le orecchie a Sandro Principe al quale,per paradosso, nella vicenda giudiziaria che lo riguarda si arriva a contestargli il forte attaccamento che aveva con Rende e la sua comunità.Un processo che si configura sempre più come un terema accusatorio ad una leadeship politica atteso che prove convincenti, sui capi di accusa ipotizzati, a tutt’oggi non ne sono emerse.