IL PD… LE SUE SCONFITTE…. E LA SUA NOMENCLATURA……………….
Man mano che si procede verso la scadenza della legislatura e si avvicinano le elezioni politiche il PD, a tutte le latitudini, si interroga sul da fare per riposizionarsi in modo politicamente credibile ed ottenere i consensi che è andato perdendo nelle consultazioni elettorali che ne hanno registrato la sconfitta. Mentre Renzi si interroga su come mettere sotto controllo i dati caratteriali che rendono indigeribile la sua supponenza e autostima, Orlando,ministro di Giustizia, ha avviato un tour per presentare la sua associazione “Democrazia e Società”(DEMS) che altro non è se non la proiezione in chiave pre-elettorale della sua posizione nelle primarie per la segreteria. Orlando teorizza e sostiene un centrosinistra allargato convinto com’è che una corsa solitaria del PD porta all’isolamento e,quindi,alla sconfitta.Con la sua associazione Orlando si propone di creare un “ponte” fra società civile e PD,per riallacciare un rapporto che si è logorato e che ha portato all’astensionismo.Ci può stare tutto ma, a leggere alcuni nomi che in Calabria hanno accolto festosamente Orlando, siamo alle vecchie logiche e trasformismi.Se per Carlo Guccione può valere l’attenuante che, nel gioco delle correnti interne del PD, con Orlando si è schierato in tempi non sospetti per molti altri si ripropone il clichè di trovare spazio là dove è possibile sopravvivere politicamente.In Calabria,non da oggi,il PD è diviso in feudi e il suo destino lo decidono i feudatari che ne mantengono il controllo.Se si pensa al ruolo che giocano due cariatidi della vecchia politica come Oliverio e Adamo, si comprende perché il PD calabrese è fermo al medioevo della politica,dei suoi riti e delle sue liturgie.Anche Guccione, che deve all’estromissione dalla giunta regionale da parte di Oliverio se ha potuto acquistare visibilità e rilevanza politica è figlio della vecchia politica.Gli ruotano intorno,con ruoli fiduciari, personaggi specializzati nell’intrigo, nel doppiogiochismo, nel tradimento. Subcolti e arroganti, insignificanti sotto il profilo dell’analisi e della proposta politica, manovratori di tessere e di clientele, inaffidabili sul piano etico,hanno la pretesa di rappresentare il nuovo e il pulito a fronte del disgusto che l’antipolitica esprime e manifesta quotidianamente in quantità industriali.Guccione è soltanto l’espressione politica del livore che nutre nei confronti di Oliverio per essere stato dimissionato da assessore a seguito del coinvolgimento nello scandalo “rimborsopoli”. Essere oggi avversario e critico di Oliverio gli dà rilevanza politica ma non gli dà quella verginità che,rispetto al familismo e al clientelismo che ha inquinato il PD, fa finta di possedere e poter esibire.Se il nuovo che avanza è Guccione col suo seguito di mercenari,Magorno dovrebbe, al di là dei suoi limiti, approfittarne per rendere egemonico il renzismo, magari quello della rottamazione.A conti fatti sarebbe il meno peggio.