CONGRESSI PD:TESSERE E CANDIDATURE NELLE MANI DEI “CAPIBASTONE”….
La nomenclatura del PD è attraversata da scosse telluriche che mettono in discussione lo stato del partito,gli insuccessi elettorali, l’encefalogramma piatto del governo regionale guidato da Mario Oliverio,i “capibastone” che controllano il tesseramento e,quindi,determinano gli esiti dei congressi.Un partito ridotto del resto al 7 per cento in provincia di Cosenza, per come denuncia l’ex-segretario Franchino, è inevitabilmente portato a contendersi le spoglie di quel che rimane di due partiti-chiesa come la DC e il vecchio PCI. La “vecchia guardia”, riconducibile a Franchino,Loiero,Cesare Marini,Sandro Principe e altri di analogo livello anagrafico, si sono defilati e chiamati fuori dalle liturgie congressuali pilotate da coloro che da sempre tengono in ostaggio il partito e restano in campo,incredibilmente,anche se travolti da vicende giudiziarie che hanno visto applicato persino il confino politico fuori regione.La vecchia guardia ,che si è già riunita a Lamezia prima dell’estate, si è data appuntamento per il 25 settembre, sempre a Lamezia, per sostenere nel dibattito congressuale un’altra idea di partito ancorata più ai valori della sinistra storica che ai privilegi e alle convenienze del potere che quelli come Oliverio sanno maneggiare con grande abilità.Ma il partito non c’è e non può certo rigenerarsi con Carlo Guccione che sostiene, a distanza, la protesta interna al PD mandando avanti i suoi ruvidi mazzieri .Se Oliverio ha l’ossessione di ottenere dal governo centrale la nomina a commissario per il piano di rientro nella sanità,Guccione ha l’ossessione di vedere Oliverio nella polvere della sconfitta politica, dopo averlo sostenuto nella irresistibile ascesa alla presidenza della giunta regionale.Ottenne un assessorato ma gli fu tolto per il coinvolgimento in “rimborsopoli”. La verità è che il partito non c’è, ha perso il contatto con la gente,non media e non rappresenta più aspettative e bisogni.In mano ai feudatari del tesseramento sopravvive a se stesso rivelando ogni giorno la sua incapacità a governare e a cogliere la gravità dei problemi.Bluffa con se stesso mettendo su un’operazione mediatica con tre giorni di discussione all’UNICAL sul “cantiere Calabria” facendo finta di non aver letto l’impietosa analisi fatta dal segretario regionale della CGIL,Angelo Sposato,prima di recarsi all’assemblea nazionale sul Mezzogiorno, nella quale vengono elencati tutti i fallimenti di Oliverio nei tre anni di governo.Non solo.E’ calato l’embargo mediatico sulla contestazione che ha travolto la Bruno Bossio a Diamante,che ha dovuto rinunciare a parlare sommersa dai fischi e dai vaffa.Far finta di non avvertire il discredito che accompagna il PD per le sue pratiche di potere,l’incapacità e l’inutilità di Oliverio,le contestazioni sempre più frequenti ed esplicite nei confronti della rappresentanza politica, provocherà una caduta verticale del partito alle prossime consultazioni elettorali.La gente non si accontenta più di astenersi dal voto restandosene a casa.Doveva andare al governo regionale il PD, con Oliverio presidente di Giunta e Irto presidente del consiglio,per assistere a un consiglio regionale che va in ferie per oltre 70 giorni e che finisce nelle cronache nazionali per aver tenuto,dall’inizio dell’anno,soltanto sei sedute per non dire degli accordi trasversali che hanno dato vita al rinnovato ufficio di presidenza del consiglio..L’indignazione sta diventando rabbia e con questa rabbia il PD dei feudatari del tesseramento e delle candidature addomesticate dovrà fare i conti nei prossimi mesi.A cominciare dalla Sicilia.E si trattasse soltanto di vedere questo PD ridotto alla irrilevanza politica,non sarebbe un dramma.Il guaio è che,specularmente,dove il PD perde consensi avanza la peggiore destra.E questo non gli si può perdonare.