OLIVERIO SI DIA PACE…..IL COMMISSARIAMENTO CONTINUA….METTA DA PARTE LE CATENE..
Può accadere anche a un consumato uomo politico come Gerardo Mario Oliverio di incartarsi in una protesta che sin dall’inizio era destinata al fallimento. Pensare di incatenarsi davanti Palazzo Chigi,sede del governo nazionale presieduto da Paolo Gentiloni e sostenuto dal PD di Matteo Renzi segretario,era un’idea strampalata che non stava in piedi da qualunque angolazione si guardasse. Ancora peggio l’idea di coinvolgere 350 sindaci e amministratori calabresi.Una prova muscolare contro il governo targato PD che non aveva senso e che non poteva trovare accoglienza.Gerardo Mario Oliverio,nell’incontro avuto col ministro Lorenzin, aveva avuto la possibilità di sfilarsi dietro l’assicurazione che sarebbe stato il consiglio dei ministri a occuparsi delle condizioni in cui versa la sanità in Calabria e delle valutazioni che ne danno il commissario Scura e il governo regionale. Con un colpo al cerchio e uno alla botte si sarebbe trovata una soluzione diplomatica per non far perdere la faccia nè a Oliverio nè a Scura. Una soluzione da manuale. Invece Oliverio ha voluto rilanciare e, tornato da Roma, ha confermato l’intenzione di incatenarsi se non avesse ottenuto soddisfazione dal consiglio dei ministri. Per tutta risposta ha ottenuto l’arrivo della Lorenzin a Rossano per intervenire ad un convegno sulla sanità in Calabria al quale,per altro,Gerardo Mario Oliverio, capo del governo regionale,non era stato nemmeno invitato. Tenuto conto che a invitare la Lorenzin in Calabria era stato il senatore Antonio Gentile,chiamato a trarre le conclusioni del convegno, la chiave di lettura politica del convegno era piuttosto esplicita e cioè che la Lorenzin era lì a dimostrare che la sanità calabrese resta sotto il controllo politico di AP, la formazione politica cui appartengono sia la Lorenzin che Gentile. Il mancato invito a Oliverio non era soltanto uno sgarbo istituzionale ma un vero schiaffo politico che spiegabilmente a Oliverio brucerà per parecchio tempo. Per altro la Lorenzin è stata esplicita nell’affermare che non ci sono le condizioni per mettere fine al regime commissariale e,quindi, non ci sono catene che possano produrre effetti contrari.Doppio lo schiaffo per Oliverio il quale, a Crotone, si lascia andare ad una dichiarazione in cui tende a dare alle parole della Lorenzin una interpretazione diversa, non favorevole alla prosecuzione del commissariamento ma aperta alle sue rivendicazioni.Fermiamoci qui perchè siamo al punto di svolta in cui il dramma diventa farsa.Fra Natale e Capodanno,assicurano i palazzi romani beneinformati,si chiude la legislatura e si sciolgono le camere.Si va al voto il 4 marzo. Come si fa a ipotizzare che alla vigilia di una campagna elettorale dagli esiti incerti per tutti, a cominciare dal PD e da AP, dove ci sarà la caccia al voto senza esclusione di colpi, un corsaro dei mari politici come il senatore Antonio Gentile ,rinunci alla influenza che può avere,tramite la Lorenzin, sulla sanità calabrese, con tutto ciò che muove e smuove, per metterla nelle mani di Gerardo Mario Oliverio? Il quale a Rende ha avallato l’operazione di ribaltare la maggioranza mandando all’opposizione proprio il gruppo del senatore Gentile che era stato determinante per l’elezione a sindaco di Marcello Manna.In politica i conti,prima o poi, tornano sempre.Domani Oliverio sarà a Rende a inaugurare una strada e a illustrare gli interventi che il governo regionale ha programmato in favore di Rende e del suo territorio.Ecco,si goda gli applausi di domani e metta da parte le catene.