COSENZA-PAOLINI LASCIA IL CONSIGLIO COMUNALE…..
Le dimissioni di Enzo Paolini da consigliere comunale erano state annunciate più volte dalla stampa ma,evidentemente,Paolini ci ha dovuto pensare a lungo.In fondo doveva dare conto ai tanti che lo avevano votato come candidato a sindaco e che volevano che continuasse la sua battaglia politica da consigliere.Alla fine è venuta la decisione irreversibile e nel consiglio di giovedì,intervenendo,ha consegnato le sue dimissioni motivandole politicamente.E’ stata una requisitoria impietosa sulla degenerazione della politica,la caduta dei riferimenti valoriali, i criteri di selezione della rappresentanza politica nelle istituzioni.Paolini, che ha fatto la battaglia referendaria per il NO a fianco di Zagrebelski,di Besostri e dei costituzionalisti che si sono confrontatati con la Corte costituzionale, alcuni giorni fa ha relazionato sull’impugnativa della nuova legge elettorale perché ritenuta incostituzionale.Non un abbandono della politica,dunque, ma una scelta di campo diversa e più vasta della politica locale. In particolare Paolini,nell’argomentare la crisi della politica, la caduta di credibilità di chi la rappresenta, è stato molto duro nei confronti del PD,del gruppo dirigente nazionale e calabrese.Non ha risparmiato Oliverio e le sue responsabilità per come è ridotta la sanità in Calabria ma è la politica nel suo complesso,così come viene esplicata e vissuta,che Paolini rifiuta perché ridotta a guerre di bande ,dentro e fuori dei partiti,per conquistare potere e alimentare clientele.Paolini si è chiamato fuori non dalla politica ma da ciò che la politica è diventata mortificando idealità e cultura.Da qui la valutazione di considerar inutile, perché infruttuosa, la sua permanenza in consiglio comunale.Molti i consiglieri che hanno manifestato rammarico per le dimissioni presentate ma ciò che più ha sorpreso è stato il lungo intervento che ha dedicato a Paolini il sindaco Occhiuto,tributandogli l’onore delle armi per averlo avuto come oppositore in consiglio e antagonista nella candidatura a sindaco.Una lezione di civiltà politica che merita di essere consegnata alla storia dei consigli comunali succedutisi nel tempo e che fanno la storia della città.