SE QUEL 35% VA A VOTARE…..
La notizia che viene dall’UNICAL, dal laboratorio Open Calabria diretto dal prof.Aiello, è che secondo un sondaggio eseguito su un campione rappresentativo in Calabria la percentuale dei votanti il 4 marzo sarà dell’82%. Voto di scambio e voto di clientela a parte, sarebbe una buona percentuale che alzerebbe la media nazionale.Ma se in Calabria l’orientamento è questo perché escludere che lo stesso orientamento potrebbe evolvere anche in altre aree del Paese?Fino ad oggi i sondaggisti,oltre a dare le proiezioni di voto per gli schieramenti in campo,centrodestra,centrosinistra e M5Stelle, hanno costantemente indicato fra il 35 e il 40% la quota di elettori ancora “indecisi” su chi votare.Ora lasciando da parte la Calabria col suo 82% viene da chiedersi cosa cambierebbe o potrebbe cambiare se diminuisse l’astensione e chi andrebbe a beneficiare di più quando gli “indecisi” alla fine avranno deciso.Gli analisti del voto spiegano che gli indecisi non votano per “appartenenza” ma per “libera” scelta, nel senso che o non si riconoscono in nessuna delle formazioni e degli schieramenti in campo o se ne sono allontanati e debbono decidere se astenersi o scegliere il meno peggio, i meno impresentabili, i più credibili.Nel “gioco” degli indecisi vi possono entrare tutti e questo non consente di fare previsioni ma qualche osservazione.Al momento il centrodestra come coalizione viene dato largamente vincente sia sul centrosinistra che sul M5Stelle.Resta il problema dei distinguo e della premiership fra Forza Italia,Lega e Fratelli d’Italia ma il risultato non sembra ribaltabile mentre resta da vedere se dalle urne uscirà una maggioranza sufficiente a varare un governo.Meno probabile è che una maggioranza autosufficiente possa uscire dalle urne per il centrosinistra e meno che mai per il M5Stelle.Ma c’è quel 35% di “indecisi” che,almeno teoricamente, può sconvolgere i sondaggi.Se così stanno le cose che valore assumono i sondaggi fino ad oggi esibiti? Il PD di Matteo Renzi fino ad oggi, a stare ai sondaggi, viene dato in caduta libera (22-23%) anche se, calcolando il 6% attribuito a Liberi e Uguali di d’Alema e Bersani, i conti tornerebbero. Ma se da quel 35% di indecisi dovessero venire 3-4 punti percentuali bisognerebbe concludere che la caduta libera non c’è stata e che il Pd ha “tenuto” meglio di ogni previsione.Sappiamo che Renzi punta ad avere il primo gruppo parlamentare e questo potrebbe accadere grazie a quel 35% di indecisi.Ma in questa dinamica del voto potrebbe verificarsi che a beneficiare di più da quel 35% siano le coalizioni e,all’interno delle coalizioni,determinate liste.E’ il caso della lista +EUROPA con Emma Bonino e della lista INSIEME sponsorizzata da Romano Prodi.Emma Bonino viene accreditata oltre la soglia di sbarramento del 3% mentre per la lista Insieme l’obiettivo è di superare l’1% per non disperdere i voti ottenuti. C’è,quindi,una variabile all’interno della stessa coalizione di centrosinistra così come nel centrodestra Forza Italia punta a distanziare la Lega.Se +EUROPA supera il 3% la Bonino avrà un suo gruppo autonomo di 12 parlamentari mentre,sotto il 3%, saranno a vantaggio della coalizione e del PD in particolare.Per concludere, finchè gli “indecisi” non avranno deciso-e lo sapremo il 5 marzo- i numeri dei sondaggi hanno un valore decisamente relativo.Questo spiega perché la campagna elettorale va assumendo, fra i rimborsi truccati dei 5Stelle e la tentata corruzione sui rifiuti di Napoli, aspetti di contrasto senza esclusione di colpi.La competizione si svolge fra chi è più capace di sporcare l’immagine dell’altro, tirando fuori dossier per niente improvvisati.Hanno ragione gli “indecisi”: questa,grazie anche alla legge con cui si va a votare,è la campagna elettorale più indecente e penosa della nostra democrazia.