NEL PD CALABRESE SI CONTENDONO LE MACERIE…..
L’assemblea programmata per il 4 aprile è slittata al 7 e non ha importanza sapere perché.Una ragione vale l’altra poiché il problema non è la data ma lo sbandamento del partito dopo la batosta del 4 marzo.Ma non bisogna pensare che la preoccupazione dei dirigenti sia quella di come rilanciare il partito,riflettere sugli errori commessi, mettere ai margini feudatari e notabili che hanno tenuto in ostaggio il PD nell’esercizio di un potere autoreferenziale e improduttivo fine a se stesso e alla sua conservazione.Si ha notizia,invece,che in alcune assemblee promosse da circoli PD a presenziare agli incontri ci sono i personaggi di sempre, con i loro sottoposti o ventriloqui, responsabili in primis della perdita di credibilità del partito con conseguente perdita di consensi.Ma un partito,realisticamente,è fatto di iscritti che eleggono i dirigenti i quali,a loro volta,elaborano progetti e iniziative politiche sulla base delle richieste e delle aspettative che esprimono i territori . C’è una politica nazionale che riguarda i grandi temi e che andrebbero spiegati alla gente comune soprattutto se riguardano problemi essenziali della vita quotidiana. I renziani della prima e della seconda ora non si sono mai sognati di illustrare,spiegare e confrontarsi sulle iniziative prese dai governi a guida PD sia che riguardassero il lavoro,la sicurezza,i flussi migratori,l’incalzare della povertà in progressiva estensione ad ambiti sociali sempre più larghi.Con la sottocultura tipica dei notabili di periferia esprimevano il loro attivismo quando i Guerini,i Lotti scendevano al sud per accreditare un legame fra governo centrale e amministrazioni locali. Le venute di Renzi in Calabria ricordano le visite dei ministri democristiani ai tempi della “ balena bianca” con i notabili mobilitati a mettere insieme folle plaudenti. Che seguito hanno avuto gli impegni per il porto di Goia Tauro, l’autostrada SA-RC, la 106 jonica, l’alta velocità ferroviaria , il “cantiere Calabria” foriero di sviluppo e occupazione?E soprattutto quali iniziative,quali energie ha messo in campo la rappresentanza politico-istituzionale del PD per dare seguito e attuazione agli annunci di Matteo Renzi? La sanità calabrese, con le sue strutture ospedaliere, si è collassata e si è lasciato che precipitasse nel degrado più profondo per la contrapposizione frontale fra il commissario Scura e il presidente Oliverio, ossessivamente lanciato a subentrargli per avere il controllo della spesa e delle nomine.Del resto Oliverio non manifesta sorpresa per la disfatta elettorale,in Calabria più cocente che altrove, né lo preoccupa la perdita di affidabilità del partito.Gli sta a cuore la sua sorte politica e, dopo aver riunito gli esponenti della maggioranza che lo sostiene in consiglio regionale, ha annunciato la sua ricandidatura alla guida della Regione.Non ha parlato di disponibilità a ricandidarsi lasciando agli organismi di partito la decisione finale.Ha tenuto anzi a precisare che nel rimpasto di giunta che si accinge a fare,deciderà in totale autonomia sottraendosi alle pressioni esterne. Altro che il “cambio di marcia” che all’indomani del voto gli chiedeva il segretario regionale Magorno. E anche il congresso,che si tenga a maggio o a giugno, non è la risposta ai milioni di voti che il PD ha perso nelle urne del 4 marzo.La verità amara è che il notabilato PD, responsabile della sconfitta, è impegnato a contendersi le macerie di quel che resta del PD, nella speranza di conservare comunque il controllo delle decisioni. Giustamente c’è chi si chiede se un partito ridotto così merita di sopravvivere.