STATISTI CRESCONO-DI MAIO A RENZI:”IL PD LA PAGHERA’ “……….

STATISTI CRESCONO-DI MAIO A RENZI:”IL PD LA PAGHERA’ “……….

 Il “predestinato” della Casaleggio Associati a ricoprire la carica di presidente del consiglio,ovvero Luigi Di Maio,non l’ha presa bene l’intervista che Matteo Renzi,dopo due mesi di silenzio,ha rilasciato a Fabio Fazio su RAI 1.Un netto rifiuto di qualsiasi forma di collaborazione esplicitato con la supponenza e l’apoditticità che connotano quel suo carattere che gli ha procurato e continua a procurargli avversione e antipatia.Nel merito Renzi non ha detto nulla di nuovo che già non si sapesse ma la sortita televisiva gli serviva per strozzare sul nascere il tentativo di un accordo portato avanti da una parte non trascurabile del PD.In pratica Renzi ha anticipato quello che lui o i suoi avrebbero detto giovedi nell’annunciata direzione al Nazareno ma il destinatario vero delle sue affermazioni non era Di Maio ma Sergio Mattarella che aveva concesso la proroga a Fico per approfondire “il passo avanti” che il presidente della Camera aveva riscontrato nell’incontro avuto con la delegazione del PD.La rabbiosa reazione di Di Maio alla “chiusura” di Renzi implica inequivocabilmente che una possibile collaborazione PD-M5S ,per quanto ridotta a pochi punti essenziali,è da considerarsi definitivamente bruciata.Ma per quanto indigesto e sprezzante possa essere stato per Di Maio il rifiuto di Renzi non è ammissibile,sul piano politico ,la minaccia al PD di fargliela pagare  cara.A che titolo e in che modo viene da chiedersi.E’ comprensibile che al “predestinato” siano saltati i nervi perché,non sarà uno statista,ma è sufficientemente intelligente per capire che la sua posizione si è logorata nella trattativa dei “due forni” e che la tanto desiderata presidenza del consiglio si è allontanata e difficilmente potrà riproporsi, a meno che Salvini non rompa con Berlusconi.A peggiorare la  situazione è arrivato il risultato delle elezioni regionali in Friuli che ha visto,come già in Abruzzo,il M5Stelle perdere consensi in misura considerevole rispetto al voto politico del 4 marzo.L’immaturità politica di Di Maio emersa già con quella pretesa di considerarsi il vincitore della consultazione elettorale e  di dover essere lui a formare e presiedere un governo ,trova conferma nell’ infelice utilizzo della teoria  andreottiana dei “ due forni” e nell’intimazione fatta al capo dello Stato,dopo il rifiuto di Renzi,di andare subito al voto.Specularmente anche l’altro populista che si ritiene vincitore delle politiche di Marzo, Matteo Salvini, dalla Val Brembana  annunciava una improbabile “passeggiata a Roma” se mai fosse avvenuto l’accordo PD-M5Stelle.A questo punto,dopo 60 giorni trascorsi inutilmente,il Quirinale  ne esce sconfessato mentre dal centrodestra gli si rimprovera di avere gestito le consultazioni facendo perno sul M5Stelle e non sulla coalizione di centrodestra che si considera,col 37 per cento,la vera vincitrice del 4 marzo.Quanto a Matteo Renzi, se fosse vero che ha perso punti e seguito nella direzione del PD, conserva comunque il controllo dei gruppi parlamentari per cui senza di lui  il PD non può prendere impegni.Nel gioco dei veti incrociati al capo dello Stato non resterà che inventarsi una formula di governo che,dopo aver varato una nuova legge elettorale, porti il Paese a nuove elezioni,in autunno se non prima.Ma non è quello che vogliono Renzi e Berlusconi,elettoralmente sfavoriti e interessati a logorare politicamente il M5Stelle che grazie al “predestinato” statista di Pomigliano  va già perdendo colpi e consensi anche nella piattaforma Rousseau.