IN CALABRIA IL PD VAGA NEI CIMITERI DELLA SCONFITTA……
Le cronache riferiscono che nei circoli PD c’è animazione in vista del congresso regionale che si terrà quando sarà possibile ma si va già dispiegando l’impegno a risalire la china di quel 10 per cento che le urne del 4 marzo hanno consegnato alla storia,breve,del partito mai nato e dell’amalgama mal riuscito.A ben leggere,però,si tratta di antiche pratiche e consumati percorsi che hanno visto, nel tempo, notabili, feudatari e faccendieri aggregati farsi la guerra per il controllo degli organismi di partito.Si era pensato,all’indomani della disfatta elettorale, che all’interno del PD la parte meno sputtanata e compromessa rompesse le righe e si sciogliesse nella società civile o, come dicono a parole,fra la gente.Non per cancellare il partito ma per rigenerarlo, per restituirgli il ruolo di mediazione fra il corpo sociale e il livello politico.Invece no, si guarda alle regionali dell’anno prossimo e si lavora per accaparrarsi quel che rimane della rendita elettorale del PD per non restare fuori dai futuri assetti di potere.Basta considerare con quanta rassegnata mestizia vagano,nei cimiteri della sconfitta, i parlamentari PD che il voto del 4 marzo ha lasciato a casa.Un monito doloroso per chi ancora siede in consiglio regionale o nell’altrove istituzionale gestito dalla politica.Ci si aspettava che come i testimoni di Jeowa si caricassero di tanta passione e si mettessero a ricostruire un rapporto autentico con la gente, una sorta di “porta a porta” per spiegare che i voti dati a M5Stelle e Lega nascondono un colossale imbroglio perché le promesse fatte non potranno essere mantenute.E non per cattiva volontà ma perché non ci sono le risorse né è dato sapere dove è possibile reperirle vista l’impossibilità di potere,volendo,aumentare il debito pubblico.Spiegare che una cosa è la propaganda elettorale e ben altra cosa è governare un Paese di 60 milioni di abitanti, con i suoi rapporti internazionali,i vincoli da rispettare e l’economia in affanno.Ma spiegare, anche, che l’aiuto alle famiglie è possibile nella misura in cui lo consente il bilancio dello Stato e che il reddito di cittadinanza,là dove possibile, è il il surrogato di una indennità di disoccupazione e non il lavoro che dà dignità che significa ben altro.Che le disuguaglianze si superano accorciando progressivamente le distanze fra chi ha di più e chi ha di meno e soprattutto combattendo privilegi, corruzione ed evasione fiscale.Di questo e di altro ancora dovrebbero tornare a parlare i militanti che ancora credono nel PD, nei valori dichiarati e nel suo progetto di società.Leggiamo ,invece, che le filiere delle correnti che agiscono all’interno del PD vanno organizzando convegnicchi al chiuso per parlarsi addosso ed elaborare strategie di conquista in vista del congresso anzicchè montare banchetti e gazebo nei mercatini rionali e tornare a parlare alla gente.Se ne sono ancora capaci. Nanni Moretti, nelle sue affilate intuizioni, ha consegnato al disperso popolo della sinistra un monito che si ripropone ormai ad ogni sconfitta:”Con questi dirigenti…non vinceremo mai…”.