LEGA E 5STELLE –“PASSEGGIATE” ROMANE E PULSIONI EVERSIVE….
Avere l’opportunità di andare a Roma è comunque un’occasione da non sprecare poiché è sempre una immersione nella storia, dal Colosseo ai Fori imperiali alla Città del Vaticano. Molto dipende dalle sensibilità e dalla conoscenza dei luoghi ma il senso della storia lo si coglie comunque.Per il 2 giugno,Festa della Repubblica, Lega e 5Stelle hanno promosso “passeggiate” di massa a Roma per manifestare contro il Quirinale e il “colpo di Stato” che,a dire della Le Pen e di Di Maio,sarebbe stato consumato impedendo al professor Paolo Savona di diventare ministro della Repubblica. Ognuno ovviamente è libero di dare una propria valutazione ma ora in discussione sono le pulsioni eversive che scuotono la scena politica e minacciano l’assetto costituzionale della nostra democrazia. Si può stare dalla parte di Di Maio e di Salvini ma bisogna essere consapevoli dove può portare l’imbarbarimento della lotta politica.Si può fare parte degli 11 milioni che hanno votato M5Stelle o dei 6 milioni che hanno votato Lega ma l’Italia è fatta di 60 milioni di cittadini e 46 milioni di elettori.Il capo dello Stato rappresenta e deve tutelare gli interessi dei 60 milioni quando forze politiche anti-sistema si coalizzano per portare il Paese fuori dall’Unione Europea e rompere l’alleanza occidentale in favore della Russia di Putin. La partita che si stava giocando non era Paolo Savona o meno ma il significato simbolico e politico che assumeva la sua nomina a ministro dell’economia. La mobilitazione della “piazza”, comunque la si voglia considerare,marcia o passeggiata, per tutto quello che può accadere e nessuno può escludere,segna comunque la rottura della convivenza democratica. Se, come dicono i sondaggi, Lega e 5Stelle si avviano a conquistare una maggioranza schiacciante alla prossima consultazione elettorale, non si vede l’utilità politica di aizzare la piazza contro il sistema e chi lo rappresenta ai massimi livelli. La novità sta nel fatto che, mentre nel voto del 4 marzo l’uscita dall’euro non era posta come tema della campagna elettorale, al voto cui saremo chiamati,a ottobre se non prima, è proprio sull’euro e sulle sue implicazioni che dovremo scegliere.E sarà un momento di chiarezza e di assunzione di responsabilità per i rischi che si vanno a correre e che non sono una invenzione di chi vuole restare in Europa e nell’euro.Rimane la gravità delle “passeggiate” a Roma per il 2 giugno.Sarà un test significativo non a sostegno o meno di Mattarella ma della Costituzione e dei suoi principi.Se le “passeggiate” vogliono essere una spallata alla Costituzione, la stessa del referendum renziano del 4 dicembre 2016, vorrà dire che dovranno mobilitarsi quanti intendono difenderla.Ma sarà comunque una lacerazione nel tessuto democratico del Paese.