“ONESTA’!! ONESTA’!!” MA ORA SULLA “ PARANZA” DELLO STADIO “VERITA’!VERITA’!”
Se le pagine relative alle indagini svolte dai carabinieri di Roma sono 388 e quelle dell’ordinanza della Procura 280 e se gli indagati sono già 16 e gli arrestati 9,se ne deduce che dovremo saperne ancora molto dello scandalo romano che ruota intorno al nuovo stadio del costo di un miliardo di euro e del consustanziale patronage politico riconducibile a Lega e 5Stelle. Il botto non poteva che essere forte e i balbettii dei vertici 5Stelle unitamente ai silenzi della Lega stanno a significare che il peggio deve ancora venire visto che le numerose intercettazioni ancora secretate viaggiano insieme ai ricorrenti “omissis” dell’ordinanza della Procura romana.Ma se sotto il profilo giudiziario bisogna attenersi allo sviluppo delle indagini,degli interrogatori e delle testimonianze, sotto il profilo politico ce n’è quanto basta per disvelare la trama di interessi illeciti costruita intorno allo stadio romano.Di riffa o di raffa, ci sono dentro tutti,con profili di responsabilità diversi,dalla Casaleggio a Beppe Grillo,da Luigi Di Maio a Matteo Salvini, da Giorgetti a Bonafede e Fraccaro,neoministri della Terza Repubblica nata al grido “onestà!onesta’!”.In primo piano il costruttore romano Luca Parnasi e il super-manager Luca Lanzalone,problem solver del M5Stelle,inviato da Grillo a Roma per controllare e pilotare la sindaca Raggi nel complesso intreccio politica e appalti. Negli 89 giorni trascorsi per dare un governo al Paese apprendiamo che incontri riservati si svolgevano, in parallelo a quelli portati avanti da Mattarella al Quirinale, per dare vita “a ogni costo” ad un governo Lega-5Stelle.Pare che in una fase delle trattative segrete (ma non sfuggite ai carabinieri)sia esistita,prima di quella del professor Conte,la candidatura di Luca Lanzalone a presidente del consiglio.Mentre i leghisti tacciono e i 5Stelle farfugliano, emerge sempre più evidente il ruolo che ha avuto Luigi Di Maio,insieme a Bonafede e Fraccaro, nell’avallare il ruolo di Lanzalone negli incontri con Parnasi che, nelle intercettazioni, non fa mistero dei torbidi obiettivi che si propone finanziando,da Roma a Milano,partiti e singoli candidati e che gli vale l’imputazione di finanziamento illecito oltre che di associazione a delinquere. Luigi Di Maio,ministro e vice-presidente del consiglio, verosimilmente ispirato dal “grande fratello” Casalino, “scarica” Lanzalone e dichiara che,vista la gravità dell’accusa,non è necessario attendere gli sviluppi giudiziari per chiedergli le dimissioni da presidente dell’ACEA ,carica ottenuta come “premio” per i servizi resi al M5Stelle come improvvidamente affermato dallo stesso Di Maio.Quanto alla Raggi,inizialmente chiamatasi fuori dalla vicenda affermando che Lanzalone le era stato assegnato dai vertici 5Stelle, ha corretto il tiro nei confronti di Beppe Grillo tutor di Lanzalone, e nel salotto tv di “Porta a Porta” veste i panni della vittima in quanto “donna”.Una riflessione è d’obbligo.Se è vero che una settimana dopo il responso delle urne del 4 marzo Giorgetti e Lanzalone erano già al lavoro per far nascere il governo Lega-5Stelle e questi incontri erano sorvegliati dai carabinieri,è legittimo pensare che ne fosse a conoscenza anche Mattarella, almeno per il ruolo di Lanzalone visto che per Giorgetti parlamentare non si poteva indagare?Se così fosse, gli 89 giorni trascorsi andrebbero riletti con un’altra chiave di lettura.Al momento ci si interroga cosa può venire fuori dalle intercettazioni di cui non si conosce il contenuto ma è convincimento diffuso che certi scandali,soprattutto a Roma,non esplodono mai a caso.Nelle file dei 5Stelle, assicurano i beneinformati,il grido “onestà!onestà!” è ormai un lontano e imbarazzante ricordo.