REGIONALI 2019 : UN CANDIDATO CONTRO LE MALANDRINERIE IN COPPOLA E COLLETTO BIANCO……
La visita del ministro Di Maio alle aziende di Antonino De Masi,l’imprenditore calabrese nel mirino della mafia che lotta da anni a Gioia Tauro contro minacce e intimidazioni,rifiutandosi di spostare in altre realtà la sua attività di impresa, è stata interpretata come un atto di solidarietà a un imprenditore coraggioso che oltre alla mafia ha dovuto lottare contro le banche che gli hanno chiuso i conti e negato credito.
Un imprenditore simbolo della Calabria che lotta e non si arrende, che ha fiducia nello Stato e nelle sue istituzioni, che si è sempre tenuto lontano dalla politica corrotta e che corrompe.
Nel riconoscergli questi meriti, il ministro Di Maio ha avuto parole di inusitata durezza, impensabili sulla bocca di un ministro, nei confronti delle banche che sovente-ha affermato-adottano e praticano modalità mafiose nell’erogazione del credito.
Ancora più grave si configura l’affermazione se si considera che era presente il ministro della Giustizia, il pentastellato Bonafede. Da due ministri e uomini di Stato ci si attenderebbe qualcosa di più che una dichiarazione affidata alla stampa.
Se ci sono state o ci sono,in Calabria o altrove, banche che operano con metodi mafiosi,un ministro investe la Banca d’Italia e la magistratura per le loro competenze. Diversamente non è credibile.Ad ascoltare Di Maio e a dare solidarietàa de Masi c’era anche Pippo Callipo, imprenditore di successo calabrese, bersaglio di minacce e intimidazioni mafiose, che ha resistito e resiste, e che ha dato vita al movimento politico “Io resto in Calabria” come risposta a chi gli suggeriva di spostare le sue aziende altrove.Pippo Callipo col suo movimento si è presentato provocatoriamente ,nel recente passato, come candidato alla presidenza della giunta regionale come testimonianza della sua alterità rispetto alla malapolitica e alla malaimprenditoria.Sua l’affermaziopne che, oltre alla mafia folkloristica della coppola e della lupara , c’è “la mafia della penna” con esplicito riferimento all’area grigia e limacciosa della burocrazia della pubblica amministrazione, a tutte le latitudini, ventre molle delle infiltrazioni,delle connivenze e degli affari mafiosi.
La presenza di Pippo Callipo ha così suggerito un’altra lettura della visita di Di Maio e Bonafede a Gioia Tauro e alle aziende di Nino de Masi presidiate dall’esercito.Nino De Masi sarebbe il candidato sul quale il M5Stelle punta per conquistare la guida della Regione alle elezioni del prossimo anno.Se così è, si avrebbe una candidatura ad alto valore simbolico destinata ad aggregare consensi e voti al di là delle appartenenze politiche.Un candidato che potrebbe andare bene anche alla Lega di Salvini che ,in perfetta analogia e simmetria politica, ha recentemente portato la sua solidarietà a quell’imprenditore del bresciano ridotto sul lastrico dalle banche pur avendo nei confronti dello Stato un credito di oltre 4 milioni di euro da riscuotere per prestazioni effettuate dalle sue imprese.
Se sarà De Masi il candidato 5Stelle gli altri concorrenti avranno la strada tutta in salita,a cominciare da Mario Oliverio che ha posto la sua ricandidatura senza sollevare entusiasmi all’interno del PD.
Per il centrodestra dovranno eventualmente vedersela Sergio Abramo,Wanda Ferro o Mario Occhiuto una volta fatta la scelta fra i tre.Altre candidature e liste sono in cantiere e vedono impegnati vecchi ed abili esponenti della Democrazia Cristiana che fu,come Agazio Loiero e Franco Petramala.Ma se sarà De Masi il candidato dei 5Stelle, con l’ aria che tira per i politici, le loro corti e le loro clientele si profila una campagna elettorale che può rappresentare una vera svolta per la Calabria.Con le battaglie che ha fatto, se ha tenuto testa alla mafia e alle banche, De Masi non si lascerà condizionare dalle lobby e dalle malandrinerie in colletto bianco che insieme alla malapolitica tengono in ostaggio la Calabria da sempre. E allora De Masi for president!!!