VERSO LE REGIONALI FRA INTRIGHI INCERTEZZE E SPOSTAMENTI DI TRUPPE….
Dopo la sortita dei 200 e passa sindaci che hanno lanciato la ricandidatura di Gerardo Mario Oliverio alla presidenza della giunta regionale creando non pochi mugugni dentro e fuori il PD, si registra una certa accelerazione anche nelle altre aree politiche nell’ individuazione del candidato da mettere in campo.Nel PD nessuna reazione ufficiale alla manovra di Oliverio ma è fuoco sotto la cenere.I vecchi democristiani chiedono discontinuità con la leadership che ha ascendenze PCI e che ha visto alla guida della Regione il trio Oliverio,Adamo, Pacenza.Il resto è stato parterre.
Ovviamente si lavora per ipotesi di scenario, nella consapevolezza che le verifiche si fanno quando si conosceranno i nomi di tutti i candidati alla presidenza e si potrà ragguagliare la forza dell’uno con la forza dell’altro.Almeno ai blocchi di partenza.Lungo il percorso delle candidature annunciate potrebbero esserci candidature tattiche, per stimolare eventuali accordi e alleanze sulla base del principio che una forza minoritaria, se non è in grado di vincere da sola, potrebbe risultare determinante per far perdere il candidato dato per favorito.Ma questo è il poker della politica fatto di bluff e di rilanci di cui si ha consapevolezza soltanto a fine partita.
Questo per dire che i più furbi, i più scafati spingono il gioco avendo chiaro l’obiettivo da raggiungere. Fatta questa premessa metodologica bisogna tuttavia stare al gioco degli annunci e delle smentite valutando la quotazione politica delle candidature che in qualche modo, grazie anche a organi di informazione compiacenti,vengono messe sul tavolo.
Mettendo insieme annunci e indiscrezioni al momento disponibili , a parte la candidatura di Oliverio,tutt’altro che scontata, nel centrodestra “variabile”,cioè a composizione intera o frazionata, c’era quella di Mario Occhiuto,attuale sindaco di Cosenza,in quota a Forza Italia ma da Milano viene accreditata l’intenzione di Berlusconi di candidare Bernardo Misaggi, medico di origini calabresi trapiantato a Milano che Berlusconi conosce bene per essere stato il medico di sua madre. Non è una candidatura nuova perché anche nel 2014 era stato fatto il suo nome.Ma erano altri tempi e Forza Italia aveva ben altre percentuali di consenso rispetto ad oggi.
Ma non è tutto perché anche la Lega di Matteo Salvini, che vuole affermarsi al sud,guarda alla Puglia e alla Calabria che fra i senatori eletti nei propri collegi ha proprio Matteo Salvini. Non c’è il nome del candidato ma sull’onda dei sondaggi sfornati al momento del casting ci sarà gran folla. In marcia di avvicinamento alla Lega venivano date le truppe riconducibili al gruppo dei fratelli Gentile ma qualcuno ha provveduto a mettere in circolo una vecchia intervista nella quale l’ex-senatore Antonio Gentile si spinge ad affermare,come valutazione politica, che Matteo Salvini ha bisogno di cure psichiatriche.
Poi c’è il M5Stelle che,dopo il voto del 4 marzo, ha cominciato a dare per scontato che le regionali del 2019 vedranno vincitore il movimento.Pare che ci sia già il nome del candidato,tenuto molto coperto, che porterebbe a un magistrato. Di sicuro c’è che la partecipazione dei 5Stelle sconvolge i vecchi equilibri politici e le vecchie alleanze.
Si potrebbe osservare che è un po’ presto per parlare delle regionali 2019 e non perché presumibilmente saranno a dicembre ma perché,prima delle regionali,ci sono le elezioni europee di primavera che non sono una passeggiata.
Nel bene e nel male,sarà anche per il problema che pone a tutte le latitudini la migrazione di massa e la collocazione dei migranti, ma l’Europa non è più l’entità politico-geografica ed economica le cui sorti elettorali erano indifferenti all’elettorato di massa. Oggi i migranti , la flessibilità sui conti chiesta a Bruxelles per fare le riforme, l’ andamento dello spread hanno avvicinato i popoli all’Europa e la battaglia elettorale di primavera ,per gli interessi in gioco,sarà una battaglia vera perché la discriminate è fra chi è per l’Europa e chi vuole tornare ai nazionalismi lasciando in piedi il simulacro dell’ Europa delle “piccole patrie” contenitore degli egoismi e delle miopie nazionali.
Sull’onda del risultato delle elezioni europee si determineranno gli schieramenti e le candidature delle regionali.Per ora si tratta del gioco della politica in cui si proiettano le incertezze, le paure e gli intrighi della situazione presente,confusa e contraddittoria, con Lega e 5stelle che insieme superano nei sondaggi il 60 per cento dei consensi ma che,per ovvie e ineludibili ragioni, non possono esprimere una candidatura comune.E questo elemento lascia aperti tutti i giochi.