SALVINI A LATINA: “…E SE BRUXELLES E’ CONTRARIA… ME NE FREGO !!!”
Che dire?Non si era mai visto un governo con i suoi ministri darsi ai festeggiamenti per avere realizzato la possibilità di potersi indebitare, per un numero controverso di miliardi e per un numero preordinato di anni ,contro le indicazioni del ministro dell’Economia e contro le raccomandazioni dell’Unione Europea.
E certamente legittima qualche inquietudine per la tenuta democratica un certo lessico sempre più frequente ricorrente nelle esternazioni di Matteo Salvini. L’ultima esternazione pubblica,registrata alla festa della Lega di Latina, è questo monito “littorio” mandato a Bruxelles se insiste nell’essere contraria alla manovra economica appena varata. Quel “me ne frego”- che si aggiunge ad altre compiaciute espressioni riconducibili al “ventennio nero e al suo duce”– accostato a Viktor Orbàn e Steve Bannon qualche preoccupazione la suscita. Al “me ne frego” manca,per com pletezza, l’aggiunta “Eia..Eia Alalà “ ma ci si va molto vicino, soprattutto passando per certe simpatie mai smentite per le teste rasate di Casa Pound.
E passerà alla storia del Bel Paese anche la foto di Di Maio dal balcone di Palazzo Chigi che ,insieme ai suoi ministri,fa il segno di vittoria dopo aver imposto al tavolo del governo la volontà di “fare deficit” portando al 2,4% il rapporto deficit-pil.Si sono evocati altri “balconi”resi famosi dalla storia e qualcuno vi ha visto il segno premonitore di una fine annunciata.
Al punto cui siamo giunti si può sostenere che stiamo scivolando verso una deriva neo-fascista incardinata ad un fenomeno globale che, dagli USA di Trump alla Ungheria di Orbàn, attraversa l’occidente ? Parlare di fascismo forse è eccessivo ma “sovranismi” e “nazionalismi” preludono ad una nuova destra che fa da sponda agli interessi di Usa e Russia ostili a una Europa politicamente coesa e forte di 500 milioni di cittadini.
Per quanto riguarda l’Italia si vedrà se questo ulteriore indebitamento verrà indirizzato alla “crescita”,come afferma Di Maio, oppure-come sembra- è un indebitamento necessario per onorare gli impegni assunti in campagna elettorale e poi si vedrà. Resta da vedere se appesantire ulteriormente il nostro debito pubblico non implica, come si osserva da più parti, ripercussioni dai mercatifinanziari che farebbero saltare il precario equilibrio dei nostri conti sotto permanente osservazione da parte di Bruxelles.
Il reddito di cittadinanza,il condono fiscale,la pensione di cittadinanza,il risarcimento dei risparmiatori truffati dalle banche e la correzione della legge Fornero sono voci di bilancio in uscita ed è tutto da vedere se i miliardi impegnati produrranno spinte significative sui consumi e sulla creazione di nuovi posti di lavoro da parte delle imprese.Questo spiega perché sia Di Maio che Salvini insistono nell’accreditare che obiettivo della manovra è la crescita e non l’aumento del debito pubblico.
Al “me ne frego” di Salvini ha risposto indirettamente,con la pacatezza e la saggezza di chi porta il peso e la responsabilità di fare rispettare la Costiutuzione, il capo dello Stato che,richiamandosi all’art.97,ha ricordato che i conti pubblici vanno tenuti solidamente in ordine a tutela dei risparmiatori ,dei servizi sociali di interesse collettivo e, più in generale, a tutela dell’assetto economico-finanziario del Paese nel dovuto rispetto dei vincoli internazionali.
Il governo Lega-5Stelle si è lanciato nella sua avventura populista con una scelta ad alto rischio per quella che può essere la reazione dei mercati finanziari che sia Salvini che Di Maio considerano dei fantasmi agitati strumentalmente per ostacolare il loro contratto di governo.Vine difficile pensare che nessuno abbia loro spiegato che i mercati finanziari non hanno né cuore né morale e quando sentono l’odore del sangue, ovvero dei conti che saltano e della conseguente inaffidabilità, corrono ai ripari disinvestendo e abbandonando il Paese disastrato al suo destino.Altro che il “me ne frego” di Matteo Salvini.Faremo tutti la fine di “Eia..Eia..Alalà!!!”e la storia racconterà che tutto ebbe inizio con un comico iconoclasta che si mise a raccontare gli imbrogli,le ruberie e i privilegi di una classe dirigente ingorda e corrotta.E siccome diceva la verità,come tutti i comici, il suo “vaffanculo” ,sintetico ed estremo,finì per portare al potere una improvvisata compagnia di giro, di varia estrazione,formazione e competenza che mandò in tilt “ la stanza dei bottoni “, precipitando il Paese in una crisi temuta e annunciata.Speriamo,per amor di Patria, che non accada e lavoriamo alla riduzione del danno.