REGIONALI 2019- SE SARA’ OCCHIUTO A COMPETERE CON OLIVERIO…..
La campagna elettorale per le regionali dell’anno prossimo, di fatto, è già cominciata.Siamo nella fase in cui si preparano le candidature e si valutano le alleanze possibili, giocando soprattutto con le liste “collegate”.Se ne annunciano almeno 8 a sostegno di Oliverio e altrettante a sostegno di Occhiuto, sempre che restino loro i candidati alla presidenza della giunta.
Il primo a muovere truppe è stato Mario Oliverio con l’operazione “200 sindaci” confluiti a Lamezia per sostenere la sua ricandidatura al governo della Regione. Almeno questa è stata la versione di chi ha architettato l’operazione anche se non sono mancate le marce indietro di chi ,eletto sindaco nel centrodestra, si è visto chiedere conto della scelta oggettivamente incompatibile con la posizione politica attribuita. Da qui le motivazioni più strane a giustificazione della propria firma sul “manifesto” della ricandidatura di Oliverio di fatto prendendone le distanze.Nella maggior parte dei casi si è trattato di sindaci che, pur di centrodestra, aspettano o hanno in corso interventi della Regione in favore del proprio comune.
Questo forse spiega perchè dei 200 sindaci non si è parlato più almeno nel dibattito pubblico, probabilmente perché dagli organismi statutari del PD non si sono registrati consensi e meno che mai entusiasmi.Il solito Guccione,anzi,nel suo costante regolamento di conti con Oliverio ha subito annunciato che concorrerà alle “primarie”, a significare che il PD il candidato lo sceglierà con le proprie regole e non per indicazione di sindaci comprensibilmente compiacenti.
Oliverio continua a lavorare alla propria candidatura muovendosi però con molta accortezza dentro il PD. Non è dato sapere come e a favore di chi si schiererà in congresso ma sa che la sua ricandidatura dipende soprattutto dagli equilibri interni che si creeranno nel PD.
Oliverio è consapevole delle critiche che si muovono alla sua esperienza di governo e si è sempre in attesa del tanto annunciato “ report” sulle cose fatte e i risultati ottenuti. Non ha nemmeno rivendicato qualche merito per il tasso di sviluppo fatto registrare dalla Calabria (+2%) nel 2017, per come rileva il Rapporto Svimez .O non sa cosa significa oppure sa che non può bastare a fronte dei problemi irrisolti che quotidianamente i calabresi debbono affrontare, dagli ospedali (ne dovevano nascere 4) ai trasporti,al lavoro che non c’è, alla gestione dei rifiuti ( vanno fuori regione) alle imprese che arrancano, ai “cantieri” e alla ZES che non sono partiti . Qualcuno, anzi, potrebbe chiedergli questa “crescita” rivelata dallo Svimez come è stata utilizzata e, verosimilmente,gli andrebbe peggio.
Passando al centrodestra e a Mario Occhiuto, che a Roma è stato indicato all’unanimità come candidato di Forza Italia alla presidenza della giunta, si può dire che per lui il percorso finora è stato tutto in pianura e certamente non per merito suo soltanto. Deve molto, se non tutto, a Jole Santelli , sua vice-sindaca a Cosenza, che prima dei passi ufficiali e pubblici la candidatura di Occhiuto l’ha trattata a palazzo Grazioli,ottenendo via libera.
Il timbro definitivo è stato messo a Roma dal coordinamento regionale contestualmente alla elezione di Jole Santelli alla presidenza della Commissione Antimafia.Ma non è stato facile se si considera che a Catanzaro le manovre per candidare un catanzarese sono iniziate nel pieno dell’estate.Non si faceva questione di nomi ma il prossimo presidente di giunta “doveva “ essere espressione territoriale di Catanzaro. Vi sarebbero stati anche incontri trasversali di esponenti qualificati a destra e a sinistra anche se,ufficialmente, i nomi che circolavano erano quelli del sindaco Abramo e del senatore Aiello. .Alla fine l’ha spuntata Occhiuto con la sola contrarietà scontata del gruppo Gentile che, però, viene dato disponibile in cambio di una candidatura a Strasburgo per l’ex-senatore.
Se sarà Occhiuto a contendere a Oliverio la presidenza della giunta o-meglio-se Oliverio ,ottenendo la nomination, dovrà confrontarsi con Occhiuto, non sarà facile come nel 2014. C’è poi da tenere conto delle scelte che faranno Lega e 5Stelle ,difficilmente insieme ma certamente determinanti rispetto al risultato finale. Quello che già si può dire è che, nella semplificazione che fa l’elettorato nel giudicare i candidati, individua in Occhiuto uno del “fare” e in Oliverio uno dell’ “annunciare”. C’è qualche forzatura perché il “fare” di Occhiuto, dalla metro al nuovo ospedale,alle demolizioni nel centro storico incontra non poche critiche e resistenze. A Oliverio nessuno ha impedito niente.Ha annunciato e non ha fatto. Il “popolo”,come lo evoca Di Maio, va all’essenziale e bada alla sostanza.Vuol vedere le cose fatte per poi magari non condividerle o criticarle ma, col discredito di cui gode la politica, sa apprezzare gli impegni mantenuti.