MARCO MINNITI HA DECISO:ORA ATTENTO A MAURIZIO CROZZA…..
Marco Minniti,ex-ministro della sicurezza (Salvini viene definito quello della paura) ha finalmente deciso di concorrere per la segreteria nazionale del PD dopo avere lungamente ammonito ,chi glielo chiedeva, che non gradiva sollecitazioni poichè sortivano l’effetto contrario. Lui è fatto così e sarà bene tenerlo presente d’ora in poi perchè,dopo la scalata alla segreteria del PD, c’è per statuto la candidatura a premier.
Per il momento fa politica e autopromozione andando in giro a presentare il suo libro “Sicurezza è libertà”.Ha debuttato a Roma e , se non ha sorpreso la presenza di personaggi autorevoli e potenti, qualche interrogativo lo ha posto la rilevanza data alla presenza del cardinale Angelo Becciu, vicinissimo a papa Francesco e grande plenipotenziario del Vaticano per i rapporti con le istituzioni.
Qualche interrogativo lo ha destato ma, alla fine, la sua esibita partecipazione all’evento si spiegava, atteso che Minniti, come ministro della sicurezza, ha dovuto soprattutto garantire papa e vaticano dalle minacce terroristiche dell’Isis.Si apprende ora che,iniziando un tour calabrese ,a Reggio parteciperà alla presentazione del libro monsignor Antonino Iachino presidente del centro diocesano per il diaconato di Reggio. E qui riteniamo che le minacce dell’Isis e l’impegno ministeriale di Minniti non ci stanno più. La insolita presenza di autorevoli esponenti del clero, se la cosa dovesse aver seguito, ubbidisce probabilmente ad altre ragioni più vicine e più concrete.
Non bisogna dimenticare ,appunto, che Minniti ha iniziato la sua corsa per le primarie e alle primarie,come è noto, votano gli iscritti al PD ma anche gli elettori e i simpatizzanti o, comunque,chi ne condivide il programma.Se, come richiede Zingaretti,non ci sarà il contributo di 2 euro per partecipare al voto, praterie molto ampie si aprono alla costruzione del consenso.
Nel merito bisogna dire che Minniti, grazie soprattutto all’amicizia dell’indimenticabile Cossiga, di strada ne ha fatta nei palazzi del potere ,dalle riservate stanze dell’intelligence al ministero dell’Interno.Per non dire del ruolo svolto, con l’emergenza degli sbarchi, con la Libia e i paesi africani dove hanno origine i flussi migratori.Questo per dire che Minniti offre oggi un profilo politico di tutto rispetto che va al di là della sua appartenenza calabrese. Tuttavia è facile prevedere che non sarà la Calabria a dargli maggiore sostegno e non per ragioni politiche ma per antiche ostilità, nascoste e meno nascoste, sempre attive nelle tribù correntizie del PD.
Non a caso qualcuno ricorda che Minniti , se non avesse avuto il “paracadute” protettivo del listino o della posizione in lista, non sarebbe mai stato eletto in Calabria col voto non vincolato. Vecchie storie e antiche ruggini che, a quanto pare, si ripropongono a leggere i nomi di chi non si è schierato con lui e viene dato orientato a sostenere candidature alternative.Ecco, a leggere quei nomi, ci sentiremmo di dire a Minniti che deve considerarli un buon viatico per la battaglia congressuale. Sono gli stessi,salvo qualcuno,che hanno portato il PD alla perdita di consensi e alla disfatta elettorale del 4 marzo.
Semmai Minniti si preoccupi di più di Maurizio Crozza, il comico acuto e penetrante che,con le sue maschere,può fare più danno politicamente di 100 sindaci schierati contro.Si sforzi Minniti, se può, di offrire a Crozza spunti per una satira allegra, divertente ma non derisoria, puntuta ma non caricaturale. Soprattutto eviti di ricorrere, in occasioni diverse, a espressioni già utilizzate e,quindi, ripetitive se pur concettualmente congrue.Crozza lavora sui tic,sui dettagli, sulle frasi ripetute, le citazioni. Se poi le maschere di Crozza finiscono sui social c’è il rischio che si ripeta la disfatta di Antonio Ingroia, magistrato antimafia datosi alla politica, che fu abbattuto più da Crozza che dai suoi avversari politici.