MILLE CONTAINER PER I DISPERATI DI SAN FERDINANDO……
Prima che un lager a cielo aperto deve intendersi una vergogna a cielo aperto, una vergogna per lo Stato e le sue articolazioni territoriali, per il governo regionale e chi lo rappresenta e per il pavido consiglio regionale che vive della sua inadeguatezza parassitaria pago di indennità, emolumenti e benefit.
C’è stato un altro incendio nell’accampamento di migranti in quel di San Ferdinando di Rosarno , per fortuna senza vittime questa volta. Un braciere per difendersi dal freddo, mal controllato, avrebbe causato l’incendio che ha distrutto alcune baracche simbolo della miseria,dello sfruttamento e del disonore di chi ,essendone da tempo a conoscenza, resta indifferente.
Si tratta di circa 3 mila disperati di colore che lavorano alla raccolta delle arance per pochi euro al giorno, senza servizi , con giacigli di fortuna e gli acquitrini che si formano intorno.
Il lager di San Ferdinando è ormai noto a livello internazionale, espressione di un degrado consapevole finalizzato allo sfruttamento disumano e criminale di manodopera senza garanzie. E tutto resta fermo anche se dovrebbe già essere in funzione una tendopoli alternativa ma,presumibilmente, insufficiente.
E’ la stessa Calabria di Riace e del sindaco Mimmo Lucano ma, evidentemente, a monte, ai livelli istituzionali competenti, le sensibilità sono di altro livello. Non sarà facile dare sistemazione a una comunità disgregata di sfruttati che raggiunge le 3 mila unità ma una alternativa minima ai giacigli di morte esistenti ci deve essere, bisogna cercarla.
Qualcuno ha avanzato il suggerimento di sostituire i miserabili capanni con dei container che-pare- si trovino sul mercato a prezzi stracciati vista la iperproduzione di questi contenitori di merci adibiti soprattutto a lunghi tragitti. Il Porto di Goia Tauro ne movimenta container nell’ordine di qualche milione all’ anno. Potrebbe essere la base di approvvigionamento di container che hanno concluso il loro percorso o che stanno per ultimarlo. Come che sia, un villaggio di container sarebbe cosa ben diversa di quello che si vede oggi. Esistono esempi di villaggi di container già realizzati che , pur presentando limiti e inconvenienti termici, garantiscono comunque la vita a chi li abita. Non è dato sapere quali costi comporterebbe la soluzione ma è da ritenersi che la stessa Unione Europea troverebbe il modo di contribuire. Già, ma dalla Cittadella di Catanzaro chi ci va a Bruxelles ? Il presidente Oliverio non c’è andato prima e certamente non ci andrà ora che è ristretto a dimorare in quel di San Giovanni in Fiore.
A fronte dell’ultimo incendio, oltre a essere amico di Mimmo Lucano, dispone di tutto il tempo per riflettere, chiedersi e darsi una risposta. Poteva fare qualcosa che non ha fatto ? Avesse “corrotto” un imprenditore beneficiario di un appalto milionario non per “lotta politica”-come lo accusa la magistratura inquirente- ma per ottenere , come contropartita e donazione umanitaria, la realizzazione di servizi e giacigli minimamente umani in quel San Ferdinando, saremmo a fare con lui lo sciopero della fame e anche di più. E,purtroppo, non possiamo dire che sarà per un’altra volta,Semmai per un altro presidente.