PER DI MAIO IL M5STELLE E’ PRIMO PARTITO….CONTENTO LUI!!
E’ risaputo che, all’indomani di una consultazione elettorale, le dichiarazioni dei leader sono adattate a vedere il lato positivo, se c’è, per ridimensionare quello negativo che invece c’è e rappresenta il problema.
Così anche Di Maio, in piena aderenza alle pratiche della Prima Repubblica, del voto in Basilicata ha colto il lato positivo, cioè il 20 per cento uscito dalle urne a fronte dell’8 per cento del 2013.Ed è innegabile che c’è un progresso e un avanzamento.Ciò che Di Maio non mette in evidenza è che, appena un anno fa, alle politiche, il M5Stelle segnava circa il 45 per cento dei consensi per non dire del 60 e oltre per cento in alcune realtà.
Di Maio è contento del risultato e fa finta di non cogliere che mentre il M5Stelle scende, rispetto alle urne del 2018, la Lega sale ed ha quasi raddoppiato i consensi raggiungendo,almeno nei sondaggi,il 34 per cento.Il che fa dire a Luigi De Magistris,sindaco di Napoli, che Di Maio può attribuirsi il capolavoro di aver precipitato il M5Stelle al 20 per cento e fatto salire Matteo Salvini al doppio di quanto ottenuto nelle politiche 2018.
Di Maio, la cui leadership è in forte discussione nella base del Movimento, fa affidamento, per una rimonta, sul reddito di cittadinanza che dovrebbe avere le prime applicazioni in tempo utile per il voto europeo del 26 maggio. Nell’attesa ha messo sulla pista di lancio il salario minimo che dovrebbe, nelle speranze di Di Maio, fargli recuperare consensi.Ma Di Maio deve stare attento e,magari,farsi aiutare da chi ha competenza.
L’ultima chicca che viene alla luce è che la flat tax,così come imposta da Salvini, non va a favorire le partite iva dei piccoli imprenditori ma partite iva che fatturano annualmente 75 mila euro e più. Restano,cioè,fuori quelle partite iva con fatturato di 15 mila euro che appartengono a piccoli imprenditori e soprattutto a giovani che si sono avventurati ad avviare una attività. Si tratta di un altro capolavoro che Salvini gli ha rifilato con la flat tax al 15% che, a quanto ha spiegato la Gabanelli, va a favorire alti dirigenti della pubblica amministrazione che fanno consulenza, ex-.parlamentari che svolgono attività professionbale e, più in generale, fasce economiche che non avevano certamente bisogno di questi miglioramenti.Ora ci aspettiamo che Di Maio se ne esca con la solita “manina” che ha manipolato la flat tax così come l’aveva capita lui che è un modo per riconoscere che Salvini l’ha fatto nuovamente fesso.