CON MIMMO LUCANO E’ ACCANIMENTO GIUDIZIARIO…
In uno Stato di diritto i cittadini debbono poter giudicare e commentare i comportamenti della magistratura anche nelle fasi in cui si ipotizza il reato da perseguire.Il processo servirà a definire ,fra accusa e difesa, i profili di responsabilità e l’eventuale condanna o assoluzione.
Per pura coincidenza, mentre il gup di Locri rinviava a giudizio il deposto sindaco di Riace Mimmo Lucano,ormai assurto a uomo simbolo di una giustizia miope, un altro sindaco, chirurgo esperto in trapianto di organi oggi operante negli USA, veniva definitivamente assolto dalla Cassazione perché il fatto non sussiste.Si tratta di Ignazio Marino, un grande chirurgo e professionista,persona per bene,sindaco di Roma suo malgrado,fatto fuori da una congiura di palazzo prendendo a pretesto una storia di scontrini per pranzi e cene di rappresentanza riconducibili a incontri di Ignazio Marino non ritenuti istituzionali. Una storia miserabile di poche migliaia di euro utilizzata soprattutto dai 5Stelle , col livore e l’odio sociale che li contraddistingue, che hanno trovato sponda nel PD di Matteo Renzo e Matteo Orfini, i due che hanno portato il PD sotto il 20 per cento e alla irrilevanza politica.
La stessa Cassazione che ha restituito integrità e innocenza a Ignazio Marino qualche giorno prima si era pronunciata sulla vicenda di Mimmo Lucano, rimosso sindaco di Riace, circa le accuse mosse nei suoi confronti per come ha gestito, relativamente all’integrazione dei migranti, il “modello Riace” che ormai ha superato i confini nazionali e si è posto come modello oltre i confini nazionali.
La Cassazione il 2 aprile aveva stroncato parte delle accuse mosse nel filone principale dell’inchiesta Xenia e cioè quelle sull’assegnazione degli appalti pubblici e sulla gestione dei fondi. Secondo la Suprema Corte-che a quanto pare per la procura di Locri ”suprema” non deve essere considerata-Mimmo Lucano non avrebbe “materialmente posto in essere” comportamenti fraudolenti per assegnare alcuni servizi,come quello della raccolta dei rifiuti, a due cooperative dato che le delibere e gli atti di affidamento sono stati adottati con “collegialità” e con i “prescritti pareri di regolarità tecnica e contabile da parte dei rispettivi responsabili del servizio interessato.E’ la legge che consente “l’affidamento diretto di appalti” in favore delle cooperative sociali finalizzate all’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate”. Per di più la Suprema Corte invitava con garbo a rivedere altri vizi procedurali, sotto il profilo tecnico-giuridico, che gravano sull’inchiesta.Ce n’era abbastanza per chiudere la partita e portare rispetto e deferenza all’autorevole pronunciamento della Suprema Corte. Invece è accaduto che, dopo cinque ore di camera di consiglio, si è deciso di rinviare a giudizio Mimmo Lucano ed altri 25 per i reati più gravi ipotizzati come l’associazione a delinquere,la truffa e reati connessi all’utilizzo dei fondi per l’accoglienza e l’integrazione dei migranti.
Non solo.Dopo appena un giorno del rinvio a giudizio la procura di Locri ha emesso un altro avviso di conclusione delle indagini,ipotizzando i reati di truffa e falso ideologico in relazione alla gestione dei migranti e persino di violazione edilizia per aver costruito delle casupole-stalla per gli asini addetti alla raccolta dei rifiuti.Casupole di volume insignificante per altro ben inserite nel paesaggio e con impatto ambientale pressocchè inesistente.Ma tant’è, in una zona, la locride, ad alta densità mafiosa, dove illegalmente si sono costruiti non solo fabbricati ma interi pezzi di paese.
Ma la giustizia deve fare il suo corso e bisogna avere fiducia perché, come dimostra il pronunciamento della Cassazione, se in una inchiesta ci sono distorsioni e forzature,al terzo grado di giudizio vengono fuori e ricondotte nel corretta interpretazione delle leggi e delle procedure.
E’ anche comprensibile che la procura di Locri, di fronte alla stroncatura operata dalla Cassazione, abbia avuto un riflesso di orgoglio e,quindi, voglia dimostrare che l’impianto accusatorio regge. Ma il contesto di tutta la vicenda porta l’opinione pubblica a schierarsi con Mimmo Lucano e con la Suprema Corte. E, all’interno dell’opinione pubblica più generale, stanno scendendo in campo artisti di vario orientamento, con un manifesto di solidarietà a Mimmo Lucano che dovrebbe far riflettere la procura di Locri.Mimmo Lucano, comunque la si voglia mettere e per quello che si è scritto e detto, non ha i requisiti del delinquente, non si è arricchito, non ha fatto torti a nessuno, si è messo al servizio di una causa nobilissima, ha dato prestigio alla Calabria e, se può aver sbagliato in qualche percorso burocratico, non è sufficiente per giustificare l’accanimento giudiziario che accompagna la sua vicenda.