BALLOTTAGGIO A RENDE…MA NON FRA PASSATO E PRESENTE………
Le previsioni sono state in larga parte rispettate.Al ballottaggio vanno Marcello Manna e Sandro Principe e, dal punto di vista agonistico, sarà un duello all’okay Karroll . Al primo turno Manna distacca Principe di 6 punti percentuali,pari a circa mille voti, e Mimmo Talarico di circa 10 punti.
E’ stata una campagna elettorale anomala e quasi clandestina, giocata tutta sott’acqua a parte i solitari contatti su facebook, verosimilmente sopravvalutati come forma di comunicazione politica attesa la ridotta platea dei destinatari anagraficamente considerati. E’ una manifestazione di provincialismo mediatico affidarsi a internet poiché si pensa di emulare la task force di Salvini e Di Di Maio senza considerare, che oltre internet, Di Maio e Salvini hanno avuto tutto lo spazio che hanno voluto in TV, dai telegiornali ai talk show. Con buona pace dei social e degli internauti, è ancora la televisione il medium seguito dal 75 per cento degli elettori. Il “tinello” di casa, dove di solito sta il televisore, è il luogo deputato per seguire e condividere col resto della famiglia la trasmissione prescelta. Semmai il problema è l’interesse a seguire politica e politici , considerati i tempi che corrono, ma questa è un’altra storia.
E’ stata una campagna clandestina perché non si è creata l’atmosfera e la tensione di una campagna elettorale come invece,per esempio, è avvenuto a Mendicino dove è stata campagna elettorale giorno e notte. A Rende 9 candidati a sindaco indicavano una situazione politica estremamente frammentata, con 26 liste in competizione e 550 candidati al consiglio comunale. Un esercito in ordine sparso.
Quel poco di dibattito politico che c’è stato, a parte l’esibizione “muscolare” dei partecipanti agli incontri al chiuso, è stato modulato su passato,presente e futuro semplificando rispetto alla complessità che presenta Rende nell’area urbana, per un verso integrata e per un altro verso in competizione col capoluogo.
Manna ha insistito molto sulle condizioni finanziarie in cui ha rilevato il Comune e le difficoltà connesse, facendo un punto di merito aver pagato le imprese creditrici nei confronti del Comune e aver azzerato altri debiti. Sul finire della campagna elettorale ha abbandonato il mantra “ritorno al passato” riferito a Principe per alzare il tiro e fare allusione a una non meglio specificata pratica di voto di scambio.Uno slogan che sintetizzi la campagna di Manna potrebbe essere “indietro non si torna”.
Mimmo Talarico ha cercato un livello più alto di confronto politico ponendosi come obiettivo, fra gli altri, di fare di Rende una città universitaria con tutto il prestigio che comporta una città che si identifica con la sua università e col suo popolo di docenti e studenti e il loro standard intellettuale.Anche la sua lista “omnibus” è stata una sfida ai vecchi schemi della politica, destra e sinistra, verosimilmente spingendosi oltre i limiti consentiti al punto di azzerare le storie e le identita politiche, trascorse e vissute, di candidati presenti nelle sue liste. La scelta post-ideologica e intrinsecamente pragmatica del suo programma proiettato nel futuro si è rivelata una fuga in avanti rispetto al target culturale dell’elettorato rendese. La sua non è una sconfitta e molti punti del suo programma potrebbero rientrare senza forzature nel programma di Sandro Principe che il futuro lo ha messo nel suo slogan di lotta e di governo.
Per Sandro Principe “ritorno al futuro” è uno slogan scelto in netta e diretta contrapposizione al “ritorno al passato” contestatogli da Marcello Manna. Per Sandro Principe, che in campagna elettorale è entrato in “zona cesarini”, parlare di passato e di futuro è stato molto agevole. Il passato gli appartiene, nel bene e nel male,per ciò che è diventata Rende e il futuro non glielo può negare nessuno perché è di là da venire e le verifiche verranno dopo. A Principe si possono rimproverare non pochi errori ma non gli si può negare la cultura di governo e la competenza politico-amministrativa. La sua polemica elettorale con Manna,infatti, è stata centrata quasi integralmente sulle incompiute e le mancate realizzazioni di progetti ereditati.
Che poi Principe insista nel postulare il riformismo socialista come motore di crescita,sviluppo e benessere per Rende è una concessione che fa al passato per incardinarlo al futuro che lui prefigura per Rende. Ma il ballottaggio fra lui e Manna non si articolerà fra passato e futuro passando per il presente.
Il ballottaggio sarà una grande campagna acquisti fra le truppe disperse del primo turno passando ovviamente per i loro condottieri ma non necessariamente. Chi è rimasto fuori dai giochi al primo turno farà di tutto per rientrarvi e guarderà sia verso Marcello Manna che verso Sandro Principe. Si tratterà di scelte di convenienza e non è dato prevedere chi sarà in grado di offrire di più. Manna ha dalla sua la posizione di sindaco uscente con tutto ciò che si è mosso e si muove intorno al palazzo comunale.Principe dal canto suo ha una conoscenza capillare del territorio e di chi lo abita. Conosce le famiglie una per una. Se ha l’umiltà di ricucire i rapporti là dove sono stati messi in crisi , i 6 punti che al primo turno lo separano da Manna non sarà difficile recuperali per accorciare le distanze. Ma la partita resta aperta ed è in errore chi pensa che si gioca tutta a tavolino.