“Savoini in Russia? Non l’ho invitato io”
Per quanto riguarda Gianluca Savoini , Salvini specifica che “non era stato invitato dal ministero dell’Interno” né a Mosca nell’ottobre 2018 né a Villa Madama nell’incontro bilaterale con Putin. “Posso produrre tutti i documenti relativi ai passeggeri che hanno viaggiato con me – aggiunge Salvini riferendosi alla visita a Mosca -, che ne so cosa ci facesse al tavolo? Chiedetelo a lui. Io faccio il ministro dell’Interno, preferisco occuparmi di cose serie, questa inchiesta è ridicola”.E ancora: “Avete menato il torrone per settimane con gli hacker russi, non ci sono soldi russi, non conosco petrolieri russi, conosco gestori dei locali con parentele russe”, ha ironizzato.In mattinata il vicepremier aveva già bollato il caso come “ridicolo”, scherzando con la stampa. “Tutto ridicolo. Non abbiamo mai chiesto un rublo, un dollaro, un gin tonic, un pupazzetto a nessuno. Rispetto il lavoro di tutti. Ho la coscienza a posto. Querelerò chi accosterà soldi della Lega alla Russia. Bilanci Lega trasparenti“, aveva scritto in un tweet il ministro dell’Interno, poi intervistato da Radio Anch’io su Radio 1 Rai, sulla vicenda. “Quando andiamo all’estero parliamo di politica e accordi commerciali per imprese italiane. C’è molta fantasia. Siamo seri dai…. E gli hacker russi che manipolano le elezioni, e il petrolio, e gli americani…. Siamo seri…”, puntualizzava. Poi, ricordando che ci sono procure che cercano soldi dati alla Lega dal Lussemburgo alla Groenlandia, Salvini ironizzava in diretta: “Buona caccia al tesoro che non c’è…“. E con una serie di tweet il vicepremier era tornato in sui temi che hanno reso incandescente la giornata di temi che hanno reso incandescente la giornata di ieri . ATTESI GLI INTERROGATORI – Intanto nei prossimi giorni, a quanto si apprende, verranno ascoltare in procura a Milano alcune persone nell’ambito dell’inchiesta. L’indagine mette al centro l’incontro avvenuto il 18 ottobre del 2018 all’Hotel Metropol della capitale russa e l’audio, pubblicato dal sito statunitense BuzzFeed, in cui si sente una voce attribuita a Savoini, indagato per corruzione internazionale.
Al centro dell’incontro d’affari, a cui prendono parte sei persone, ci sarebbe secondo la Procura di Milano un’operazione sospetta di corruzione legata all’importazione in Italia di un grande quantitativo di petrolio che, nelle parole di chi starebbe trattando, in un anno dovrebbe far affluire 65 milioni di dollari nelle casse della Lega e permettere così al partito guidato da Matteo Salvini di affrontare la campagna elettorale delle ultime europee.