ELEZIONI REGIONALI-SE LOIERO SCENDE IN CAMPO….
E’ stata sul campo un paio di giorni la notizia che Agazio Loiero, grande navigatore della politica calabrese con esperienza di ministro a livello nazionale, è deciso a presentare una propria lista alle prossime regionali per dare sostegno al centrosinistra che, ferme restando le cose come stanno, viene dato soccombente rispetto al centrodestra che sarebbe già in una posizione più vantaggiosa.
La singolarità della sortita di Loiero sta nel fatto che muove dal convincimento che sia Mario Oliverio che Mario Occhiuto, accreditati come candidati alla presidenza rispettivamente per il centrosinistra e il centrodestra, sono candidature da bocciare al punto che, se dovesse essere Oliverio il candidato del centrosinistra, rinuncerebbe a dare vita alla lista di sostegno.
Era noto che Loiero da tempo sta lavorando politicamente, con la sua bravura ed esperienza, affinchè la guida del governo regionale, che vinca il centrodestra o il centrosinistra, vada a Catanzaro nel senso che i candidati debbono essere anagraficamente e politicamente espressione della “città del vento”. Un obiettivo legittimo che, trattandosi di Loiero, non si può spiegare come subcolta manifestazione di campanilismo retrò.
Loiero può essere considerato senza dubbio il politico più consumato della rappresentanza calabrese prodotta a livello elettivo con l’aggiunta che a Loiero non gli si è mai potuta concedere l’attenuante dell’ignoranza, della incompetenza e della inadeguatezza. Quanto di positivo e di negativo ha prodotto nel suo percorso politico e istituzionale è accaduto nella piena consapevolezza di ciò che faceva. Tant’è che gli si addebita,per gli anni in cui ha governato la Calabria, di non aver fatto quello che lui per primo sapeva che andava fatto , indulgendo invece a logiche di potere di antica tradizione democristiana facendo per prima torto alla sua cultura di governo.
La “discesa in campo” di Loiero, apparentemente motivata come una assunzione di responsabilità diretta per le sorti del centrosinistra, non ha come obiettivo primario l’abbattimento della ricandidatura di Oliverio ma quello di lanciare un suo candidato, personaggio di alto profilo dell’establishment catanzarese che ha lavorato accanto a lui durante il quinquennio del governatorato.Si tratterebbe-il condizionale è d’obbligo- del magistrato Nicola Durante che nella storia dei governi regionali succedutisi dal 70 ad oggi ha segnato il primato dell’indennità di carica più alta, ragguagliabile-se non ricordiamo male-a 300 mila euro annui.Una cifra enorme motivata soltanto con l’alta competenza e il ruolo oltremodo delicato nel quale doveva farla valere.Era ,insomma,il primo consigliere di Loiero e questo dovrebbe bastare a spiegare perché oggi Loiero è pronto a sostenerlo nella scalata alla presidenza della giunta.
Va da sé che per mettere nell’orbita elettorale la candidatura di Mirante è necessario liberare il campo dell’unica candidatura di centrosinistra al momento esistente che è quella di Mario Oliverio. Non è dato sapere se Loiero ha avuto via libera, per la sua operazione, dal Nazareno di Zingaretti ma viene difficile pensare che Loiero non abbia preliminarmente sondato il terreno ai vertici romani del PD. Nella demolizione della ricandidatura di Oliverio non poteva mancare un riferimento alla vicenda giudiziaria del presidente della giunta regionale per il rischio che implica sulla durata dell’eventuale mandato, se dovesse intervenire l’applicazione della legge Severino. Oliverio ha risposto,risentito, che Loiero sa bene,per esperienza diretta, quanto può essere ingiusta una anticipata penalizzazione politica rispetto ad una successiva assoluzione anche perché-bisogna riconoscere- nel caso di Oliverio esiste il pronunciamento della Cassazione che ha sancito un “pregiudizio accusatorio” nei suoi confronti e un immotivato obbligo di dimora inflittogli come misura restrittiva. Ma in politica-è risaputo-la memoria è corta e la legge della giungla prevale sempre.
In questo senso non deve meravigliare più di tanto se una testata online, ritenuta ingaggiata da Oliverio per la sua ricandidatura,ha riportato la notizia ,ripresa da un giornale nazionale, che a Catanzaro, in casa Loiero si è svolta una cena cui ha partecipato ,fra gli altri,Luca Palamara il magistrato finito nello scandalo che ha coinvolto il CSM per la nomine a capo di procure importanti a partire da quella di Roma.A rileggere più volte la notizia per come riportata dalla testata on line si capiva bene che la cena era in onore di un manager sportivo che a Catanzaro ha lasciato buona fama e che, comunque, la cena datava molto prima dell’esplosione dello scandalo delle procure e del CSM. Ma la presenza di Palamara, che è calabrese , era sufficiente a ipotizzare che, a parte lo sport e l’illustre ospite, non si poteva non parlare anche di magistratura e, perché no, di nomine. Questo per dire il livello di partenza della campagna elettorale nella consapevolezza che il peggio è ancora da venire.