LAVORI IN CORSO PER FREGARE CONTE FINITO NEL “ RUSSIAGATE”…
Era del tutto inusuale quell’augurio fatto da Donald Trump a “Giuseppi” Conte alla nascita del governo giallorosso PD-M5Stelle detto anche “Conte 2”. La Casa Bianca e l’ambasciata Usa in Via Veneto hanno sempre seguito con attenzione le vicende italiane ma non hanno mai forzato il protocollo ed hanno sempre tenuto alla massima discrezione. Che poi vi sia un pellegrinaggio quotidiano all’ambasciata USA di politici, boiardi di Stato, personalità di rilievo, alti gradi NATO, faccendieri di rango non è un mistero. Ma l’augurio esplicito a “Giuseppi” ha meravigliato non poco cancellerie e ambasciate. Meno, forse, i palazzi romani che contano e che dei loro intrighi ovviamente non si può avere notizia se non quando decidono loro di far esplodere “il caso”. Di solito tutto viene preparato a tavolino, con le parti in commedia assegnate ed una regia che non consente sbavature. Quelle che Giovanni Falcone definiva “ menti raffinatissime”.
Questa premessa per introdurre la notizia che Il New York Times e il Washington Post, nell’ambito del Russiagate che sta scuotendo gli USA per via dell’impeachment che incombe su Trump, hanno rivelato che 15 agosto e il 27 settembre il ministro della Giustizia USA ha incontrato il capo dei nostri servizi di intelligence, generale Vecchione, per avere notizie sul professore maltese, Joseph Mifsud, cui viene attribuita la rivelazione dell’interferenza della Russia nelle elezioni USA del 2016 a danno di Hillary Clinton. Se il ministro USA si è scomodato a venire a Roma è perché Ioseph Mifsud è ritenuto un elemento centrale del Russiagate e , secondo la Casa Bianca, i “servizi” italiani sanno dove si nasconde. Il professore in questione, che è sparito dalla circolazione da oltre un anno, ha vissuto tra Roma e Londra tenendo seminari nella Link, università privata fondata da Enzo Scotti ,86 anni portati democristianamente con disinvoltura, che ha attraversato pressocchè indenne la prima e la seconda Repubblica senza avere problemi a continuare a pascolare nella terza. Questo spiega perché, da quando i 5Stelle sono andati al potere, lo si trova al centro di relazioni , conoscenze e frequentazioni delicate.
Ora il problema è che di questi incontri romani nessuno ha saputo niente finchè la notizia non è rimbalzata sulla stampa italiana. Il capo dei servizi segreti che incontra il ministro di una potenza straniera per fornire informazioni non è comportamento previsto e meno che mai autorizzato. Ne va della sicurezza del nostro Paese e della tenuta dei rapporti internazionali. Né possono valere i buoni rapporti fra alleati USA-Italia. Di questi incontri era informato soltanto il presidente Conte, atteso che né il Copasir,la commissione parlamentare che vigila sui “servizi”, né altri membri del governo ne erano a conoscenza. L’anomalia di questi incontri è stata rilevata anche ai livelli alti della gerarchia dei “servizi”. L’ipotesi,tutta da dimostrare,è che Conte per ingraziarsi la Casa Bianca , per dirla col pensiero breve dei social, ha urinato controvento, fuori dai vincoli istituzionali e contro la “ragion di Stato”, che va preservata anche di fronte agli USA. Ora bisogna vedere che piega prenderanno gli eventi.
Palazzo Chigi cerca di minimizzare e fa intendere che c’è guerriglia nei “servizi” come c’è sempre stata, che si sta montando un caso senza fondamento e che tutto verrà chiarito.
Può darsi ma Matteo Renzi, intervenendo domenica alla trasmissione di Lucia Annunziata, su RAI3 , ha posto il problema ed ha esplicitamente chiesto che Conte chiarisca come sono andate le cose e trasferisca ad una autority la delega sui “servizi” che ha tenuto per sé. Non è questione di poco e Matteo Salvini, che ha in sospeso con Conte il suo “Russiagate”, con Savoini all’Hotel Metropol di Mosca a trattare di petrolio per finanziare la Lega, non si lascerà sfuggire l’occasione per chiedere a Conte di riferire in parlamento.
Insomma un pasticciaccio che Conte non può sottovalutare. Al momento, a livello di governo, non si registrano solidarietà di circostanza. Si cercherà di depotenziare la deflagrazione politica del caso facendo rinunciare a Conte e conferendo la delega sui “servizi” ad una figura credibile.Si fa il nome di Marco Minniti , ex-ministro dell’Interno, che dei “servizi” si è occupato e ne conosce i “segreti” in senso lato.. Ma se la storia degli incontri di Ferragosto e del 27 settembre col ministro USA è finita sui giornali , vuol dire che qualcuno ha messo nel mirino “Giuseppi” Conte e non è certo il suo amico americano.