SARA’ UNA SPORCA CAMPAGNA ELETTORALE…
Ormai mancano pochi giorni alla scadenza per la presentazione delle liste e delle candidature ma la confusione domina, da Roma a Catanzaro, lo scenario politico.Cominciamo dal centrodestra.Tre i candidati in campo che,però,non vengono ufficializzati come tali. Sono i nomi di Occhiuto,Santelli e Abramo che, per un gioco di veti incrociati, attendono una decisione che tarda a venire.
Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza,è il candidato della prima ora, voluto e proposto da Forza Italia e che non ha incontrato obiezioni fino al giorno in cui è stato dichiarato il dissesto del comune di Cosenza e, come imprenditore delle sue aziende,colpito dall’imputazione di bancarotta.E’ a questo punto che a Salvini è venuto facile porre il suo veto nonostante la spartizione delle candidature assegnasse a Forza Italia la Calabria e l’Emilia alla Lega.
La Meloni con FdI si è tenuta in disparte, dopo avere ottenuto Puglia e Marche, finchè non ha cominciato ad avvertire puzza di bruciato, nel senso che se agli accordi sottoscritti si oppongono dei veti, come in Calabria, non c’è alcuna certezza che gli accordi vengano rispettati anche per le altre regioni. Da qui la richiesta condizionata della Meloni che si dà il via alla Calabria dopo che sono stati decisi anche i candidati delle elezioni regionali 2020.Diversamente, se salta l’accordo in Calabria e ognuno va per conto suo, Wanda Ferro è pronta a scendere in campo per Fratelli d’Italia.
E così i candidati diventano quattro con relativi sponsor. Occhiuto è sostenuto dalla Carfagna che è in “exit strategy” da Forza Italia con 30-40 parlamentari che non ne vogliono sapere di confluire nella Lega di Salvini dopo il congresso che terrà a battesimo la nuova Lega tutta salviniana. Jole Santelli è la candidata di Berlusconi il quale ha ceduto alle pressioni di Salvini il quale, non potendo indicare un suo candidato, trama per fare emergere Sergio Abramo, sindaco di Catanzaro, che da tempo intrattiene rapporti di sponsorizzazione con esponenti salviniani. L’ipotesi più accreditata è che la Carfagna, già delusa per esserle stato preferito Caldoro in Campania, approfitterà del “caso Occhiuto” per rompere con Berlusconi e lanciare nell’agone politico l’associazione “Voce Libera” cui ha dato vita in attesa di lasciare Forza Italia.Se così sarà Occhiuto dovrà vedersela con la Santelli , con Callipo, con Aiello e Tansi e quasi certamente con Oliverio che, alla fine,correrà in proprio fuori dal PD e contro il PD. Wanda Ferro abbiamo detto è stata già allertata e scalda i muscoli.
Ora ci si rende conto che , se lo scenario sarà questo, sarà una campagna elettorale dai lunghi coltelli e senza esclusione di colpi.Dietro le persone ci sono i partiti e i loro leader.La Calabria non è l ‘Emilia, elevata a Stalingrado per le implicazioni del voto a livello nazionale, ma è la terra dei comuni in dissesto e dei comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, dei sussidi alla povertà, dei comparaggi affaristici, dei fondi europei che non creano né ricchezza né lavoro, dove la disoccupazione giovanile supera il 50 per cento, dove sanità, trasporti e rifiuti sono in perenne emergenza,dove la mafia con la penna è più criminale della mafia con la lupara, dove la giustizia assiste passivamente al saccheggio della spesa pubblica, dove il voto di scambio ha sempre determinato il risultato e sul voto di scambio le nefandezze sono la regola e la trasparenza l’eccezione.
Prepariamoci,dunque, alla campagna elettorale più sporca che sia mai stata disputata in Calabria dalla prima alla terza repubblica.Avremo la conferma che Rino Formica ,il più lucido e sferzante dirigente socialista sulle abiezioni della politica, aveva centrato plasticamente il concetto , quando affermava che “la politica è sangue e merda”.