BAGNO DI FOLLA PER PIPPO CALLIPO A COSENZA….
C’era molta attesa per la venuta a Cosenza di Nicola Zingaretti organizzata per la presentazione della candidatura di Pippo Callipo alla presidenza della giunta regionale.E’ noto che il PD calabrese, dopo le purghe imposte da Roma alla nomenclatura e ai feudatari che tenevano in ostaggio il partito, Oliverio e company per intenderci, ne è uscito lacerato e oggettivamente mutilato nella corsa alla presidenza.
Ecco perché non era nelle aspettative degli organizzatori il bagno di folla che ha avuto Pippo Callipo ,noto per i suoi successi di imprenditore ma politicamente a giocare fuori casa, proprio dove la consorteria politica di Oliverio ha espresso sempre il massimo di potenza e di influenza.
Mario Oliverio non c’era al Modernissimo e, se c’era, non si è reso visibile per ovvie ragioni di opportunità. Almeno la sua presenza non è stata rilevata e Zingaretti nel suo intervento non gli ha riservato nemmeno una parola.Soltanto ai giornalisti ha detto che aveva apprezzato il gesto di Oliverio di ritirare la candidatura e rientrare nei ranghi.
L’intervento di Zingaretti, seguito a quello del commissario Graziano e di una ragazza della giovanile del PD, ha rivendicato di aver portato a compimento l’operazione di cambiamento e di rilancio del PD, rinnovando la rappresentanza politica, innovando un nuovo corso e aderendo alla candidatura di Pippo Callipo sceso in campo con la sua lista “Io resto in Calabria”.
Zingaretti si è detto convinto che Pippo Callipo, una volta eletto alla guida del governo regionale, saprà mettere a frutto la sua competenza e la sua esperienza per affrontare le tante emergenze irrisolte e valorizzare le potenzialità che la Calabria ha nel turismo, in agricoltura e con una infrastruttura come il Porto di Goia Tauro.Ma Zingaretti, che si è entusiasmato concedendosi i toni comiziali che non gli sono abituali, si è soffermato soprattutto sull’utilità del voto rispetto al rischio che il centrodestra sovranista e populista prevalga nelle urne.
Per Zingaretti tutti i soggetti in campo sono rispettabili ma se si vuole fermare Matteo Salvini, nella sua irresistibile ma contrastabile ascesa, bisogna votare Pippo Callipo.Da qui la sollecitazione al partito di superare i contrasti interni ,tollerabili in periodi di ordinaria gestione del PD ma dannosissimi se depotenziano la mobilitazione del partito allontanando gli elettori tradizionali di sinistra.
Pippo Callipo ha spiegato come è pervenuto alla decisione di candidarsi alla guida della regione a seguito di un incontro con gli studenti di un istituto di Catanzaro.La domanda che gli è stata rivolta è stata se lui, imprenditore di successo con le sue aziende, figura simbolo di resistenza alla mafia, conoscitore della Calabria e dei suoi problemi per essere stato anche presidente di Confindustria Calabria, non si sentiva responsabile anche lui responsabile delle condizioni in cui versa la Calabria.
La domanda dello studente si era sedimentata nei pensieri di Callipo e, dopo una riflessione durata più giorni nella valutazione delle possibilità concrete di farcela, ha dato la sua disponibilità incardinando la sua candidatura alla lista “Io resto in Calabria” con la quale , già nelle regionali del 2010, aveva partecipato alla competizione elettorale per la guida del governo regionale.
Pippo Callipo non parla il politichese,il suo linguaggio e’ semplice e diretto, i problemi li inquadra nella loro essenzialità perché tutti possano capire come interagiscono sulle condizioni di vita dei calabresi. Lotta alla corruzione, alle lobies che in combutta con la malapolitica infestano le istituzioni di governo per mettere le mani sulla spesa pubblica, lotta alla mafia con la lupara e a quella con la penna, superpagata, responsabile di farraginose procedure che frenano lo sviluppo e scoraggiano l’attività di impresa, una burocrazia di per sé improduttiva anche perché professionalmente inadeguata ai ruoli ricoperti.
Una burocrazia certamente connivente, prevalentemente asservita, per ragioni di carriera, al clientelismo politico, incapace di garantire servizi efficienti e di esercitare i dovuti controlli. Il pensiero va a quei 50 milioni pagati- e non dovuti- agli ospedali del nord perché prestazioni erogate a cittadini-pazienti non calabresi. Nessuno ha controllato.
E’ la stessa burocrazia che non adempie alle richieste di documentazione della Corte dei Conti e che,nella sua penosa storia, vanta la “contabilità omerica” della spesa sanitaria.Verrà premiato il merito e l’impegno-ha assicurato Callipo- ma i negligenti e i traffichini vanno neutralizzati in modo da non intralciare l’azione di governo e non affliggere con la miopia delle procedure i cittadini che si rivolgono agli uffici regionali per onorare i doveri ma per vedersi riconosciuti anche i diritti.Bisogna mettere fine alle pratiche che dormono nei cassetti in attesa che l’interessato si rassegni in qualche modo a doversi sdebitare.Si fa per dire.
Callipo ha confermato di non volere deleghe per sé ma gestirà la squadra degli assessori in modo che gli obiettivi da raggiungere possano contare su azioni convergenti al di là delle competenze specifiche di ogni assessorato, fino ad oggi considerati feudi di un potere clientelare riconosciuto politicamente.
Non bisogna parlare in astratto-ha affermato Callipo- senza conoscere i territori e chi vi opera misurandosi quotidianamente con difficoltà di ogni genere.Callipo ha fatto riferimento ai settori del turismo e dell’agricoltura sostenendo che ogni iniziativa di governo nel settore non può prescindere dalla conoscenza dei problemi che soltanto chi opera sul campo può indicare con competenza.
Più in generale Callipo ha illustrato la sua “rivoluzione dolce” per liberare la Calabria dai condizionamenti e dai ricatti della malapolitica, infiltrata dalla criminalità e dissipatrice della spesa pubblica.E poi i giovani che a Pippo Callipo stanno particolarmente a cuore.Farà di tutto perché non siano costretti a cercare fortuna altrove dopo avere studiato con merito e con grandi sacrifici delle famiglie, i più laureati o diplomati.Callipo è stato convincente.Affidate le aziende ai figli avrebbe potuto concedersi una terza età serena e di svago, dopo una vita di lavoro.Ma c’è la domanda di quello studente alla quale ha deciso di dare con i fatti una risposta credibile,Cambiare si può ma i calabresi il 26 gennaio debbono fare la loro scelta.
Callipo non si è sottratto al confronto a distanza col centrodestra ed è stato impietoso con Jole Santelli, 20 anni in parlamento ” a giocare col telefonino” e con Pino Gentile che rivendica,senza imbarazzo, 50 anni di pemanenza politica nelle istituzioni elettive. Se questo è il cambiamento-ha chiosato Callipo-se vanno loro alla guida della regione, la Calabria regredisce e si torna alle logiche del potere per il potere con l’assalto alla spesa pubblica e le fameliche clientele da soddisfare.