90 MILIONI PER COSENZA

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90 MILIONI PER COSENZA

Nota di Vincenzo  Gallo

Il Governo Nazionale, attraverso il CIPE, il Ministero dei Beni Culturali e lo strumento del Contratto Istituzionale di Sviluppo, spenderà 90 milioni di euro per la riqualificazione del centro storico di Cosenza e di altri importanti centri storici.

Oltre a sottolineare la possibilità di un recupero degli edifici esistenti e le grandi potenzialità di sviluppo del turismo culturale, credo ci sia la necessità di migliorare anche le condizioni di vita delle persone che vi abitano, il cui disagio è a volte estremo.

Al riguardo in questo momento sento il dovere di ricordare alcune persone in grande difficoltà che abitavano nel centro storico e che nel periodo 2001/2005 mi hanno raccontato le loro storie, che mi hanno molto colpito. In particolare:

– un bambino di circa 10 anni che si spostava su una sedia a rotelle in pessime condizioni, magrissimo. Alcune persone che lo accompagnavano mi hanno detto che i genitori erano molto poveri e che probabilmente non riusciva a mangiare tutti i giorni;

– una ragazza che non sentiva, non parlava e non vedeva. Le era rimasto solo il tatto e si poteva comunicare con lei solo toccando le sue mani. Quando l’ho conosciuta aveva entrambi i genitori, ora la madre mi risulta sia deceduta ed il padre è molto anziano ed è preoccupatissimo per la fine che potrà fare la figlia quando rimarrà sola;

– i bambini di una casa famiglia senza genitori per diversi motivi, di cui mi ha colpito la grande solitudine che si leggeva nei loro occhi, oltre che le inadeguate risorse della struttura dove erano ospitati. Il frigorifero era rotto, c’erano infiltrazioni d’acqua dal tetto e il pulmino era fuori uso;

– una signora molto anziana mi ha fatto vedere tutte le sue bollette e i costi dei suoi farmaci il cui importo era inferiore a quello della sua pensione. Pur avendo rinunciato al riscaldamento e al telefono non sapeva come andare avanti;

– un giovane che dopo il crollo della sua casa nel centro storico era ospitato a spese del Comune in un albergo dell’hinterland insieme alla moglie e ad un bambino piccolissimo. Era senza lavoro e non sapeva come sfamare il figlio;

– una famiglia dove entrambi i genitori avevano una grave malattia con due bambini che vivevano in una casa umidissima con infiltrazioni d’acqua provenienti dal tetto di una casa limitrofa abbandonata, i cui proprietari erano diversi e all’estero e non erano rintracciabili. Ricordo che su un muro della stanza da letto scorreva acqua e l’armadio era completamente deformato per l’umidità;

– una mamma che viveva in una casa anche questa molto umida, a pochi metri dal fiume Crati, era molto preoccupata per il fatto che un figlio era già morto per una polmonite e temeva per la sorte degli altri figli.

L’elenco delle persone in stato di disagio estremo che potrei fare è molto lungo. Dal 2001 al 2005 ho avuto l’onore di essere nominato dal Sindaco Eva Catizone assessore tecnico con delega alle politiche per la disabilità. Le risorse ordinarie del mio budget erano molto limitate, dell’ ordine di alcune migliaia di euro (che ho ritenuto a volte integrare anche con parte dei miei compensi), ed è stato possibile pertanto investire poche risorse. Nonostante ciò l’Amministrazione comunale è riuscita ad abbattere numerose barriere architettoniche, è stato attivato un servizio taxi per persone con difficoltà di movimento, sono stati elaborati ed approvati alcuni progetti con il servizio civile per assistere le persone con disabilità e per recuperare antichi percorsi che collegano il centro storico con l’hinterland. E’ stato trovato al riguardo un ponte probabilmente romano sul fiume Jassa, a 500 metri dal centro storico, al confine con il comune di Dipignano, in parte interrato, mulini, resti di antichi acquedotti e altri manufatti di interesse storico che si potrebbero valorizzare. I servizi sociali hanno aiutato varie persone in difficoltà. Importanti progetti sono stati realizzati dall’ intera amministrazione di cui ho fatto parte e dalle successive con finanziamenti regionali o nazionali.

E’ stato approvato da qualche anno da Governi nazionali prima il reddito di inclusione e poi di recente il reddito di cittadinanza per ridurre il disagio sociale e contrastare la povertà, che è un assurdo pensare di revocare, ma eventualmente solo migliorare.

Con 90 milioni di euro da concentrare nel centro storico però ora si potranno realizzare interventi di rilievo, che potrebbero cambiare notevolmente le condizioni degli edifici pubblici e spero anche privati, attrarre flussi turistici e favorire processi di sviluppo. Spero però che si riesca anche a migliorare la qualità della vita delle persone più in difficoltà che abitano nel centro storico e che aspettano da anni risposte.