QUEL CARROZZONE DEL CONSIGLIO REGIONALE….
Ritenere e considerare il consiglio regionale,per come storicamente ha operato, un carrozzone al servizio delle clientele elettorali e del voto di scambio non è e non vuole essere un insulto all’istituzione ma una critica politica a chi, con responsabilità personali, ha occupato gli scranni del consiglio.Ovviamente dal giudizio vanno esclusi i consiglieri di prima nomina, cui non si può certo contestare di avere disonorato politicamente ruolo, rilevanza e responsabilità del consiglio regionale mentre il giudizio, storicamente, può attagliarsi alle assemblee che si sono succedute dalla nascita delle regioni ad oggi, con le poche eccezioni ricostruibili rivisitando la storia delle assemblee regionali e gli interventi dei singoli consiglieri.
Il presidente del consiglio uscente,Nicola Irto, che deve convocare il nuovo consiglio, afferma con solennità che“è indifferibile che la massima assemblea della nostra regione eserciti appieno le sue funzioni per attendere ai propri compiti istituzionali..”.
Il presidente Irto, vista la situazione, dovrebbe essere meno generico sui compiti istituzionali del consiglio, di fatto sconosciuti alla maggior parte dei calabresi.Anche per sua responsabilità, considerata la inconsistenza e la vacuità degli ordini del giorno con cui ha presieduto il consiglio.In punta di Statuto il consiglio regionale “esercita la potestà legislativa….definisce l’indirizzo politico della Regione…svolge funzioni di indirizzo e di controllo sulla giunta regionale”.Racconti Irto come queste funzioni sono state svolte sotto la sua presidenza.
“Indirizzo” e “controllo” sono le parole chiave attraverso le quali si dovrebbero verificare i reali e concreti pronunciamenti del consiglio rispetto ai problemi e alle emergenze imposte dalla quotidianità .E visto che siamo alle prese con lo sfascio della sanità calabrese in piena pandemia coronavirus, Irto potrebbe ragguagliarci circa l’indirizzo e il controllo esercitato quando si chiudevano gli ospedali senza realizzare le strutture territoriali sostitutive, circa la posizione del consiglio nella belligeranza fra Oliverio e il commissario Scura, circa la realizzazione di tre nuovi ospedali compreso quello di Cosenza cui nessuno dei consiglieri uscenti fa riferimento in questi giorni. E ancora. Circa l’emigrazione sanitaria, con un costo di oltre 300 milioni per le casse regionali a beneficio degli ospedali del nord,quale è stato l’indirizzo e il controllo espresso dal consiglio regionale? E sui bilanci passivi delle ASP affidate a manager di nomina politica i cui disastri sono stati premiati,quale è stato l’indirizzo e il controllo? E quando la situzione dei pronto-soccorso è diventata insostenibile quale indirizzo ha dato il consiglio ?Per non dire della grande infrastruttura del Porto di Gioia Tauro di cui non conosciamo alcun”indirizzo” e “ controllo” del consiglio come pure per la ZES (Zona Economica Speciale) che doveva segnare una svolta.L’elenco sarebbe molto più lungo.
Il presidente Irto,infine ,potrebbe informarci sul numero delle leggi emanate dal consiglio da lui presieduto e su quali materie come pure sul lavoro delle commissioni ,articolazioni del consiglio.
Infine il consiglio regionale ha sempre aggirato l’utilizzo del “question time”, in diretta streaming , unica modalità tecnica per far conoscere dal vivo e in tempo reale ai calabresi come ogni consigliere assolve al ruolo per cui è stato eletto e alle responsabilità che ne discendono.
Il fondato sospetto è che per tenere al riparo il sistema consociativo in cui maggioranza e opposizione gestiscono il potere, condividendo privilegi e convenienze, di quel che avviene in consiglio regionale meno se ne sa e meglio è. Diversamente non avremmo il carrozzone delle clientele elettorali e del voto di scambio nè la “Calabria saudita” delle tribu politiche e dei califfati.