CONSIGLIO REGIONALE: “LUPO NON MANGIA LUPO….”
Alla fine il consiglio regionale si è riunito non fosse altro perché,con l’esercizio provvisorio, la possibilità di spesa in dodicesimi bloccava ogni seria iniziativa.Con l’approvazione del nuovo DEF e del bilancio di previsione 2020-2022 ora la spesa può ripartire anche se, dei 7 miliardi e mezzo, gran parte è vincolata alla spesa sanitaria (55%), agli investimenti POR e FAS (28%), altri fondi (7%) e ai costi fissi.Le risorse disponibili ammontano a 767 milioni rispetto ai 782 del 2019.Da considerare,però,che ci sono oltre 2 miliardi di fondi comunitari spendibili.
Al di là degli aspetti tecnico-contabili che ricalcano in massima parte i bilanci precedenti, vanno considerati gli aspetti politici. Assessore al Bilancio nella giunta Santelli è Francesco Talarico, oggi con l’UDC di Lorenzo Cesa ,già presidente del consiglio regionale, allevato nelle scuderie democristiane di Lamezia Terme ed esperto in tecniche di galleggiamento politico quando il vento soffia in direzione contraria.
La sua è stata una relazione sobria, con riserve calibrate per quanto riguarda le poste in contenzioso come i crediti verso i comuni per i consumi idrici e la gestione dei rifiuti, nonché i rilievi della Corte dei Conti che Oliverio ha lasciato in eredità.
A dire il vero nessuno ha fatto esplicito riferimento allo statista di San Giovanni in Fiore, dato per disperso dopo la sua espulsione dalla scena politica e dopo la conquista della guida della regione da parte del centrodestra, ma non sono mancate le critiche e le autocritiche a cominciare proprio dall’interno del PD.
Molto netto Carlo Guccione, che ha avuto la costanza di bombardare Oliverio per tutta la durata della passata legislatura dopo essere stato dimissionato da assessore, nel definire una scelta sbagliata e dannosa quella di Oliverio di aver lasciato le casse regionali in esercizio provvisorio.Ancora più significative le “scuse” che-secondo Mimmo Bevacqua capogruppo PD- bisogna porgere ai calabresi per non aver detto tutta la verità sui conti e sulla spesa regionale.In ossequio al principio, valido soprattutto in politica, che “lupo non mangia lupo”, dagli interventi della maggioranza sono arrivate critiche annacquate per come sono stati gestiti gli enti sub-regionali e i carrozzoni annessi che,sebbene messi in liquidazione, sopravvivono a se stessi per continuare a far percepire l’indennità a chi dovrebbe chiuderli.
A far saltare il “fair play “ consociativo fra maggioranza e opposizione, anche per liberarsi in tempo utile degli scheletri che Oliverio le ha lasciato negli armadi (lei li chiama “cassetti”) degli uffici regionali, è stata Jole Santelli che non ha fatto mistero delle criticità con cui si è dovuta misurare condizionata dall’esercizio provvisorio e delle criticità che si dovranno rimuovere per governare con efficienza e trasparenza. “Non è stato facile – ha affermato Jole Santelli – gestire questi mesi, lavorando in dodicesimi. Non abbiamo fatto quasi nulla, finora. Siamo entrati e la maggior parte che lavora con me lo fa gratis, proprio perché essendo in dodicesimi non potevamo fare i contratti. Certo che ci teniamo alla legalità, e non e’ una cosa illegale, però siccome poteva essere equivocata e ci poteva essere un margine abbiamo evitato anche quel margine, in questo anche sta la politica».
Quanto alla zona grigia e limacciosa degli uffici regionali, dove consociativismo e clientelismo hanno sempre dominato , dove si annidano posizioni di favore manifestamente parassitarie, riconducibili ad assunzioni di personale che non è dato sapere di che cosa si occupi,Jole Santelli non usa mezzi termini:
«Lo dico in modo chiaro e chi mi conosce sa che ho molti difetti ma che non sono ipocrita: c’è tanto di obliquo, c’è tanto di grigio che va stanato da quegli uffici. 800 persone che lavorano in Regione Calabria e non si sa a quale titolo, a fare cosa e soprattutto per arrivare a quali risultati. 800 persone che non lavorano per la Regione: proverò poco a poco a capire, perché non e’ facile comprendere progetti, strutture, aziende che lavorano lì, gente da fuori. Invito i colleghi di maggioranza ma anche di opposizione e chi ha voglia di scoprire la verità: aiutateci ad aprire i cassetti e scrosteremo molto».
Il termine “scrosteremo” forse è lessicalmente improprio ma il senso è chiaro,sta per “smantellare”,”bonificare”,accendere i fari su quei tavoli dove si incontrano malaburocrazia, malapolitica e malaimprenditoria con la criminalità, in coppola o colletto bianco,che segue , interviene e provvede.
Le intenzioni,dunque, ci sono e l’invito è rivolto a maggioranza e opposizione ma è proprio qui che vengono i dubbi.Un risanamento dall’interno, nella “cittadella regionale” della Calabria “ saudita “, si presenta oggettivamente difficile perché la zona grigia,obliqua e limacciosa l’hanno creata i politici, molti dei quali siedevano in consiglio regionale prima dell’arrivo di Jole Santelli. “Lupo non mangia lupo” ed Oliverio,che al riguardo non ha mai detto nulla, dal suo dorato buen ritiro non deve temere scandali né lui né i suoi predecessori. Se Jole Santelli non chiede aiuto, là dove è consentito, alla magistratura le cose continueranno come prima.Anzi,come sempre.