IL SENATORE MORRA FRA IL VOTO DI SCAMBIO E IL VOTO DAL “DIVANO”…
Può accadere a volte che uno viene preso da un eccesso di autostima, che si consideri depositario di verità ignote agli altri, che abbia lo sguardo più lungo e, quindi, una statura politica che sovrasta le altre figure in campo.
L’occasione al senatore 5stelle Nicola Morra gliel’ha data l’arresto eccellente del presidente del consiglio regionale,Domenico Tallini,rimasto impigliato nell’ormai arcinoto e ricorrente “concorso esterno in associazione mafiosa” con incardinato l’immancabile “voto di scambio” che in Calabria, con buona pace delle “anime belle”, la fa da padrone.
Il senatore Morra ha tutto il diritto di rivendicare il merito, come presidente della commissione antimafia, di avere incluso Domenico Tallini fra i candidati ritenuti “impresentabili” perché coinvolti in vicende di malapolitica penalmente rilevanti.Tanto basta per far ritenere al senatore Morra di poter affermare che i calabresi, sebbene informati e allertati, hanno ugualmente votato Tallini facendone uno dei primi eletti in Calabria per le preferenze ottenute.
Ma non sono i calabresi ad aver dato 11 mila voti a Tallini.Semmai i calabresi hanno la colpa di non andare a votare, lasciando libero il campo agli apparati di partito e alle loro clientele,alle lobby che ingrassano sul saccheggio della spesa pubblica , alle fameliche bande di potere che si annidano nelle istituzioni e negli enti di nomina politica con le relative masse impiegatizie . Il resto lo fanno le famiglie mafiose con la complicità di quella zona grigia delle professioni e dell’imprenditoria che l’emerito procuratore di Reggio, Pignatone, ha spiegato essere il ventre molle della mediazione e dell’ infiltrazione mafiosa.
Se è fondata l’accusa di voto di scambio a Tallini i voti, non tutti ovviamente, i numeri dicono che li ha convogliati l’associazione mafiosa che aveva di che disobbligarsi con lui e, verosimilmente, di che chiedergli a elezione avvenuta. Il problema, dunque,guardando ai numeri, è rappresentato più che dalle famiglie mafiose che influenzano e condizionano il voto sebbene minoritarie, per quanto ricche e potenti, ma dai calabresi che non vanno a votare.Se il 60 per cento dei cittadini onesti resta a casa è inevitabile che il risultato lo fa quel 40 per cento di politicanti e faccendieri, con i loro seguiti e l’apporto del voto mafioso. Il singolo cittadino può scambiare soltanto la sua impotenza.
Ma c’è anche il voto di scambio di sistema e il senatore Morra, libero di andarne politicamente fiero, appartiene al partito che ha legittimato il più sfrontato e diseducativo “voto di scambio”,ovvero quel reddito di cittadinanza che doveva essere orientamento al lavoro ed è rimasto orientato al “divano”.