REGIONE CALABRIA:QUELL’APPLAUSO A TALLINI…….

REGIONE CALABRIA :QUELL’APPLAUSO A TALLINI…..

Nella Calabria “saudita”, dove saudita sta per arretratezza, incultura,califfati di potere,clientele,corruzione,privilegi castali e corporativi, impunità,può accadere di tutto e finisce per essere una “non notizia” il vergognoso applauso che ha salutato l’ingresso di Domenico Tallini nell’aula del consiglio regionale.

 Non fa più notizia perché la Calabria e i calabresi, dopo il ridicolo che ha contrassegnato la vicenda della gestione commissariale in sanità e la impietosa  rilevanza mediatica data  alle penose performance televisive dei commissari governativi, non può più sorprendere. Basterebbe la sola vicenda dei “tamponi che girano”, un pezzo di cabaret politico-amministrativo-istituzionale da avanspettacolo con l’autista proveniente da Trebisacce che porta i tamponi da processare in uno scatolo di cartone al punto Covid di Serra Spiga a Cosenza dopo aver “girato” fra ospedale di Cosenza, laboratorio di Aprigliano,ospedale di Rossano per poi tornare a Cosenza. I tamponi che “girano” appunto a maggior gloria di una regione ridotta a realtà da quarto mondo.

E’ la stessa Calabria che consegna alla storia del folklore politico l’espressione, utilizzata dal presidente f.f. Spirlì,   per contestare al governo nazionale i ritardi nell’affrontare l’emergenza sanitaria dopo lo screditamento della gestione commissariale. “Qui stiamo nacando il pecoro “ è l’esternazione aulica  e di profilo altamente istituzionale che Spirlì f.f. usa per significare che si sta perdendo tempo. Al di là del Garigliano molti non capiranno mai  il “ pecoro nacato”che fa perdere tempo perché Spirlì f.f.  non l’ha spiegato e google non lo sa. Ma così va il mondo alle latitudini di Catanzaro e non resta che prenderne atto.

Come pure bisogna prendere atto che, nel prosieguo della trasmissione dei dati sul contagio da Covid , la cabina di regia dell’Iss cessa di monitorare l’andamento dei contagi in Calabria  perché i dati che arrivano dalla Calabria sono inattendibili. Sempre  in merito ai dati forniti da Catanzaro,  l’andamento dei contagi,  a partire da una certa data, comincia a innalzarsi esponenzialmente fino a coincidere con la determinazione del presidente Spirlì f.f. di pronunciarsi  per il rinvio della data delle elezioni regionali fissata per il 14 febbraio. Ovviamente  la determinazione è suffragata dall’innalzamento dei contagi ma il consiglio dei ministri non prende in considerazione la richiesta di rivedere la data del 14 febbraio e Spirlì f.f. accusa il governo di codardia.

E sempre in Calabria accade che Domenico Tallini, decaduto dalla carica di presidente del consiglio regionale perché destinatario di misura cautelare agli arresti domiciliari, rimesso in circolazione dal Tribunale della Libertà, facendo ingresso nell’aula del consiglio regionale, è stato salutato da un prolungato applauso da parte dei consiglieri presenti.

Che dire al riguardo  di una vergogna così plateale e sfacciata che prima di squalificare e togliere dignità all’istituzione è un vulnus devastante per l’immagine della Calabria e dei calabresi e del loro senso dello Stato, delle istituzioni e della legalità ?

Domenico Tallini, come cittadino italiano e come uomo politico, al  momento non è colpevole di nulla ma è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio sempre di tipo mafioso. E’ “presunto innocente” fino al terzo grado di giudizio ma deve anche rispondere dei reati che gli vengono contestati che non sono di poco peso. La stessa magistratura che gli ha restituito la libertà di movimento dovrà  processarlo e giudicarlo sulla base delle prove esistenti a suo carico.

Nell’attesa  non sono consentiti né processi mediatici né scorciatoie politico-assolutorie. Alla magistratura inquirente il compito di dimostrare la fondatezza dell’accusa ma la vergogna di quell’applauso non può passare perché è di una gravità devastante.Cosa voleva significare quell’applauso? Un riconoscimento corale di innocenza ?Una manifestazione di solidarietà? Una sfida alla magistratura ? Una rivendicazione  indiretta di immunità come per i parlamentari ? Una sconfessione esplicita dell’operato della magistratura ? Da qualsivoglia angolazione si voglia valutare, resta che i componenti della “più alta istituzione regionale”,  applaudono  il cittadino Tallini, reduce da detenzione agli arresti domiciliari e in attesa di giudizio, pur consapevoli che l’impianto accusatorio rimane integro nella contestazione dei reati. Come non pensare, per analogia,ai manifestanti davanti alle caserme che applaudono e salutano il boss arrestato che viene portato in carcere?

L’applauso si poteva giustificare e comprendere soltanto nel caso in cui Tallini avesse fatto ingresso nall’aula consiliare dopo una sentenza assolutoria, sia pure di primo grado. Così non è e l’applauso è uno sfregio alla magistratura ed agli organi inquirenti , una manifestazione di ostilità dichiarata a chi amministra giustizia e quotidianamente svolge azione di contrasto alla criminalità e  all’illegalità. La vergogna, però, è anche l’assuefazione dei calabresi a questi accadimenti che tolgono dignità e rispetto ad una intera comunità. Questi  dell’applauso, che sono stati eletti  dal 40 per cento dei calabresi , saranno ancora una volta rieletti se il 60 per cento del corpo elettorale resterà a casa .La vergogna,dunque, diventerà di tutti i calabresi  se non ci sarà un’assunzione di responsabilità rispetto alla selezione e alla qualità della rappresentanza politica. L’assuefazione  e  la rassegnazione diventeranno connivenza e complicità con un ceto politico di cui non si può che vergognarsi.

Quanto a Tallini gli vanno garantiti tutti i diritti di difesa mentre chi lo ha incriminato ha il dovere di dimostrare la sua colpevolezza. Se Tallini dovesse uscire assolto dalla vicenda giudiziaria che lo coinvolge  in quanto politico di potere e di influenza, saranno legittimi applausi e felicitazioni come sarà legittimo commentare negativamente chi ha istruito le accuse nei suoi confronti.Nell’attesa rispetto e fiducia nel lavoro della magistratura.Questo è lo Stato di diritto, al di fuori del quale l’applauso a Tallini diventa una rivendicazione “castale” di impunità  e  una sconfessione dell’operato della magistratura. Siamo fuori dalle regole e dalla decenza istituzionale.