IN CALABRIA LA SANITA’ NEL CAOS NON FA PIU’ NOTIZIA ……
Ci siamo ripetutamente chiesti, con toni irritati e risentiti, in assenza di notizie, di che cosa mai si stesse occupando il supercommissario Guido Longo, ormai da oltre due mesi insediatosi nella carica di commissario governativo scelto per affrontare emergenze sanitarie e piano di rientro.Trovavamo inspiegabile che non facesse sentire la sua voce a fronte di un piano anticovid mai varato, l’andamento dei contagi di fatto fuori controllo, le vaccinazioni scollegate da un piano strategico, carenza di spazi e di personale, ultra-ottantenni abbandonati a se stessi, scuole chiuse e aperte a singhiozzo, secondo gli umori e le soggettive valutazioni del presidente f.f. Spirli.
Dopo lunga attesa la risposta è venuta direttamente dal commissario Longo il quale,in estrema sintesi, ha spiegato che non gli sono stati dati né i mezzi né il personale che gli era stato promesso. Lasciato solo come ebbe a lamentare Cotticelli che non aveva nemmeno una segretaria. Ce n’è quanto basta, senza indulgere al complottismo,per pensare che tutto ciò non accade per caso e che, se regna il caos negli uffici regionali del dipartimento Salute, non è da oggi ed è un caos funzionale alla disorganizzazione che produce sprechi ,triple fatturazioni,carriere politiche , costi impropri, contenziosi con interessi legali da capogiro.
Dopo essere stati protagonisti sulle TV nazionali per le vergogne della nostra sanità affidata a commissari governativi a dir poco improvvisati e inadeguarti, ma politicamente debitamente lottizzati, oggi nessuno vuol sapere cosa è accaduto dopo la nomina e l’insediamento nella carica di commissario dell’ex-prefetto ed ex-poliziotto Guido Longo.
Nessun Giletti, a caccia di scoop per tenere in piedi la trasmissione, ha la curiosità di sapere e di informare come sono proseguite le cose in Calabria dopo le spettacolari performance dei commissari copertisi di fulminanti e salaci ironie. Eppure il decreto “Calabria 2” assegna pieni poteri al commissario ed una task force efficiente composta di trenta-quaranta elementi. Tutto rimasto sulla carta e viene legittimo chiedersi cosa ne pensa il ministro Speranza, quello che voleva imporre Zuccatelli perché del suo stesso partito e purtroppo confermato da Draghi.
Gli uffici regionali della sanità, per diretta ammissione degli interessati, riportata dai giornali virgolettata, hanno riconosciuto di non essere in grado di esercitare alcun controllo perché il dirigente che c’era prima non ha attivato le procedure e realizzato i servizi di controllo ed oggi né si riesce a mettere ordine nel passato né si riesce a gestire il presente. Nessuno dà spiegazioni né dall’interno della giunta che comunque è in carica né dai protagonisti della legislatura precedente e cioè Mario Oliverio e il suo plenipotenziario alla Sanità,Franco Pacenza. Il caos ha più responsabili ma nomi non ne vengono fatti. I nomi non li fanno nemmeno Carlo Guccione,targato PD, e Francesco Sapia, targato 5Stelle, che un giorno si e l’ altro pure rilasciano dichiarazioni sulle disfunzioni e le nefandezze ignorate della malasanità calabrese. Eppure in capo ad un ufficio c’è un dirigente, collaborato da funzionari che, a loro volta, si avvalgono dell’apparato impiegatizio per svolgere i compiti richiesti all’ufficio.
Non è possibile che non si muova foglia e che restino al loro posto i responsabili del caos in cui versano gli uffici del dipartimento sanità.Non ci sarebbe di che sorprendersi nemmeno se dovesse risultare che questi signori hanno anche incassato il premio di produttività.Una verifica da fare.Dopo di che è legittimo che il cittadino comune si chieda,di fronte al caos, chi sono i responsabili e a chi debbono dare conto. I media,giornali,radio e testate televisive nonchè i social (perché no?) dovrebbero fare la loro parte e sollecitare una risposta da chi istituzionalmente è chiamato a rispondere. Senza aspettare Giletti o qualche altro talk show televisivo.Il problema è tutto calabrese come lo sono le inchieste della magistratura sui bilanci falsi e sui milioni male utilizzati contro il virus.
C’è una campagna elettorale in corso ma si parla di candidature non dei problemi che affliggono i calabresi, certamente non ultimo il diritto alla salute piegato a logiche di malaffare, di facile arricchimento , consenso elettorale ,corruzione diffusa. Magistratura e Guardia di Finanza non ce la possono fare se diritti e legalità non diventano consapevolezza collettiva. La politica è marcia, la burocrazia non è da meno, la criminalità in coppola e colletto bianco fa il resto.Di fronte a tutto questo metà del corpo elettorale calabrese se ne sta a casa e lascia campo libero alle bande di potere che sono sempre riuscite a prevalere.Insomma di fronte a caos e corruzione i calabresi non possono chiamarsi fuori.Il silenzio li rende complici.