BARUFFE E POTERE: LA BRITANNICA ELEGANZA DI “LORD OLIVERIO”…
Nessuno se l’aspettava la ricomparsa di Mario Oliverio sulla scena politica per difendere pezzi e vicende del suo politicamente vituperato quinquennio di governatore. Purtroppo ne è uscito male da quella esperienza, per sua diretta responsabilità, ma ne esce ancora peggio quando prova a difendere il suo operato e il suo fallimento nel tentativo di resuscitare politicamente.
L’occasione per la ricomparsa sulla scena politica gliela avrebbe offerta Carlo Tansi che, nel raccontare fatti e misfatti che hanno costellato la sua esperienza a capo della Protezione Civile, ha spiegato come e perché è stato fatto fuori da quel delicatissimo incarico cui –è vero-lo aveva chiamato Mario Oliverio.
Con un’operazione studiata a tavolino da menti raffinatissime-avrebbe detto Giovanni Falcone- a scadenza del contratto triennale Tansi è stato escluso dal reincarico in pratica rendendogli impossibile la partecipazione alla selezione. Tutto questo Tansi lo ha capito dopo l’esclusione, montando in sequenza, pezzo dopo pezzo, l’operazione studiata a tavolino e che portava alla conclusione che era stato fatto fuori col consenso di Oliverio in combutta con il presidente del consiglio di allora,Nicola Irto, con quella parte della dirigenza regionale accusata da Tansi di intrallazzare disinvoltamente con la spesa pubblica e con la copertura di consiglieri regionali che nella Protezione civile avevano costruito rendite di posizione elettorali e non.
Per sconfessare le accuse di Tansi l’ex-governatore Oliverio ha ripescato dal suo telefono due messaggi in cui Tansi lo ringrazia per l’opportunità che gli aveva dato mettendolo a capo della Protezione Civile ma, spiegava Tansi, il ritorno al suo lavoro nel CNR gli aveva restituito la serenità che aveva perduto per le lotte sostenute contro parassiti e mazzettisti, per cui viveva come un “incubo” il ricordo di quell’esperienza. Due messaggi di formale gratitudine e di provata civiltà professionale quando ancora Tansi credeva che era stata la burocrazia parassitaria e mazzettista da lui combattuta ad avere tecnicamente organizzato l’affondamento di un suo possibile reincarico.
Fin qui la storia di come Tansi è stato fatto fuori da un possibile reincarico alla Protezione Civile.Ma ciò che non può passare inosservato nella indignata reazione di Oliverio è quella rivendicazione di “britannica eleganza” con cui avrebbe tollerato le accuse di Tansi. Ora i calabresi erano abituati a riconoscere in “palla palla” la contrada di origine di San Giovanni in Fiore che vide bambino Mario Oliverio giocare a nascondino, gioco che si rivelerà molto formativo per la sua irresistibile ascesa politica. Il salto da “palla palla” e dalla “falce e martello” alle cravatte di Marinella con l’elezione al Parlamento era noto. Inaspettata invece la “britannica eleganza” che si attribuisce nei confronti delle accuse di Tansi.Eppure Oliverio, nello sferzare Tansi nella sua ingratitudine, fa esplicito e compiaciuto riferimento a una sua culturale assunzione dello stile di Buckingam Palace, residenza dei reali d’Inghilterra, per come ha sopportato le accuse di Tansi finchè ha potuto.
Ora Lord Oliverio con altrettanta “britannica eleganza” dovrebbe fare un passo indietro, come si conviene a un lord di sua maestà, e riandare a cosa era la Protezione Civile quando arriva Carlo Tansi, da lui nominato. Se la memoria non ci inganna, si ebbe modo di leggere che fra le erbacce erano parcheggiati sofisticatissimi e attrezzatissimi automezzi di pronto intervento nelle situazioni di crisi (terremoti, allagamenti, frane..), costati centinaia di migliaia di euro che non erano stati nemmeno targati, cioè abilitati a circolare. La sala computer per il monitoraggio meteo era praticamente inesistente e non esisteva alcuna mappatura delle zone a rischio. Il personale addetto lavorava a orario flessibile e a fine mese realizzava in busta paga, per lavoro straordinario, somme che superavano di molto lo stipendio. Alla “Cittadella” ci si accoltellava metaforicamente per essere assegnati alla Protezione Civile dove di “nacava il pecoro” –per dirla con Spirlì-e a fine mese si portava a casa uno stipendio doppio grazie a un lavoro straordinario esistente soltanto sulla carta. Il bilancio della Protezione Civile era un capolavoro di evanescenze contabili dietro le quali si consumavano illeciti di rilevanza penale. Tansi ebbe il coraggio di denunciare tutto questo, entrò in conflitto diretto con la burocrazia ritenuta corrotta e il personale parassitario della Protezione Civile mettendo in crisi un sistema di malaffare e di clientele nel quale- aveva scoperto- guazzavano politici, alti burocrati e beneficiari esterni. Oggi Tansi in campagna elettorale conferma le accuse e annuncia nuove rivelazioni.
Di tutto questo “Lord Oliverio” non fa cenno nella sua britannica eleganza così come non fa cenno alle ritorsioni, agli sgambetti, ai boicottagi che Tanzi dovette fronteggiare per portare avanti il suo programma di bonifica e di rilancio del ruolo della Protezione Civile. Gli veniva persino negato il materiale d’ufficio e nemmeno la richiesta di una scrivania venne soddisfatta.La verità è che Lord Oliverio, come Nicola Irto, si schierò dalla parte di coloro che Tansi combatteva acconsentendo alla fine al disegno di farlo fuori. Al suo posto Jole Santelli si trovò ad ereditare il potentissimo dirigente Pallaria, quello passato alla storia perché,in piena pandemia da coronavirus, richiesto dei ventilatori polmonari per salvare vite umane, rispose candidamente che lui di ventilatori polmonari non sapeva nulla e che conosceva appena quelli per difendersi dal caldo.
Oliverio ha reso pubblici i due messaggi inviatigli da Tansi in cui lo ringraziava ma si è guardato bene dal riferire tutto il marcio che Tansi aveva scoperto e combattuto durante il suo mandato alla Protezione civile.Ora Lord Oliverio ha rotto il lungo silenzio con una intervista a tutta pagina al Quotidiano del Sud, dove veste i panni della vittima e dell’emarginato, annunciando una iniziativa per salvare il PD e il centrosinistra da una inevitabile disfatta elettorale che, consegnando il governo regionale al centrodestra, metterebbe fine ad ogni speranza di riscatto e di valorizzazione delle tante risorse, umane ed economiche, di cui la Calabria è ricca. Ecco una sintesi dell’Oliverio pensiero:”E’ forte il disagio negli amministratori, nei dirigenti locali, nel popolo del PD e del centrosinistra.E’ comprensibile in questa situazione lo smarrimento di tante forze che assistono con sofferenza e perplessità a questa deriva rispetto alla quale non si può rimanere indifferenti. Per questo ritengo necessaria una iniziativa per offrire spazi di partecipazione e di confronto e dare punti di riferimento a tante forze che altrimenti potrebbero ripiegare nella rinuncia e nella rassegnazione.E’ una preoccupazione, la mia, sincera che scaturisce anche da tanti contatti, sollecitazioni, interrogativi a cui sono sottoposto quotidianamente”.Fin qui Oliverio.
Ora, politichese a parte e grida di dolore che gli giungono da ogni parte della Calabria, come si fa a non prendere atto dello “smarrimento di tante forze…. e rimanere indifferenti”? Deve essere un vero struggimento per Lord Oliverio il quale evidentemente non ne ha informato il quartier generale del Nazareno. Gli avrebbero spiegato che il PD non trova alleati di coalizione perché non vogliono avere a che fare col partito che ha espresso un gruppo dirigente di cui Oliverio è stato capofila e che porta la responsabilità delle vergogne e delle disfatte elettorali del centrosinistra.
E’ comprensibile,dunque, lo struggimento ma Oliverio si dia pace.Ha già fatto tanto per la Calabria.E’ stato assessore regionale all’agricoltura, prima di indossare la grisaglia parlamentare e le cravatte di Marinella per cinque legislature, concluse le quali ha preteso e ottenuto la presidenza della Provincia di Cosenza per due mandati, conclusi i quali si è eletto, sugli scudi dei feudatari del PD e delle clientele al seguito, presidente della giunta regionale ,insediandosi al decimo piano della Cittadella dove a ricevere i visitatori c’erano nell’anticamera due personaggi di pari britannica eleganza molto noti nei retrobottega della politica. Il resto è noto.Il PD ha cercato di liberarsi di lui e dei suoi supporters ma a quanto pare non c’è riuscito e continua a pagarne il prezzo.