UN SINDACO PER UNA COSENZA PROTAGONISTA
Fonte: “Il Quotidiano del Sud”-Domenica 13 giugno pag.13
Con la fine del secondo mandato del sindaco Mario Occhiuto si chiude un decennio di scelte contrastate e di attestati a quella politica del fare che nel tempo dovrà misurarsi con i costi, la qualità e la funzionalità delle cose fatte. Fra qualche mese i cosentini saranno chiamati a votare per sindaco e presidente al comune e alla regione. I due voti vanno inevitabilmente a sovrapporsi e a intrecciarsi soprattutto nelle implicazioni politiche, con un centrosinistra che si presenta frammentato e svantaggiato nei sondaggi ed un centrodestra compattato sulla candidatura di Roberto Occhiuto. Appare quanto mai evidente che ci sarà un effetto di trascinamento del voto regionale su quello comunale considerato il nome del candidato.
Da qui la necessità non solo di un centrosinistra unito che, superando personalismi e logiche di sopravvivenza, trovi nella politica le ragioni di una sintesi necessaria e soprattutto un candidato alla carica di sindaco in grado di proiettare Cosenza oltre i suoi confini amministrativi, recuperando il ruolo di capoluogo e di centro direzionale per i servizi dovuti e richiesti dal territorio.
Un comune capoluogo ha certamente diritto di coltivare urbanisticamente il concetto del “bello” per rendere attraente la città ma ha soprattutto il compito di servire con le sue strutture oltre che il proprio territorio e la comunità di riferimento la vasta area sulla quale, in termini di servizi, esercita la sua influenza. Delle “tre Calabrie” Cosenza resta la provincia più popolosa, circa 750 mila abitanti, ed esprime conseguentemente bisogni e aspettative di cui il comune capoluogo deve farsi carico in una visione amministrativa meta-municipalistica.
La dura prova cui è stata sottoposta la città con le sue strutture sanitarie nell’impatto con la pandemia del coronavirus ha dimostrato in tutta la sua drammatica concretezza a quale ruolo veniva chiamato il capoluogo con i suoi hub ospedalieri e le ambulanze in arrivo da ogni angolo della provincia. Ma a parte strutture e servizi, un comune capoluogo è anche riferimento di produzioni artistiche e culturali e di eventi che ne definiscono l’immagine e l’attrattività. Cosenza è da anni cardine di un’area urbana che non riesce, per il prevalere di logiche campanilistiche, a concretizzare e condividere un servizio di trasporto urbano. Il che rende remota la possibilità della fusione dei consigli comunali , l’integrazione dei tributi e dei servizi essenziali, come la raccolta dei rifiuti, con grande risparmio di costi per le rispettive casse comunali.
Necessita,quindi, un sindaco che abbia una visione alta ma anche flessibile del ruolo del capoluogo, per le quote di sovranità che va ad acquisire e che vanno compensate con ruoli comprimari nel rispetto della storia e delle tradizioni delle singole realtà municipali. Nell’approccio ad una campagna elettorale che si annuncia complicata e difficile non bisogna trascurare la composizione sociale dell’elettorato cosentino.E’ risaputo che sono i quartieri delle periferie a fare il risultato ma è anche risaputo che basterebbe mettere in lista persone affidabili e non compromesse con il voto di scambio per abbattere di una significativa percentuale l’incidenza del voto clientelare e mercificato.
Nella città di Telesio ci sono i quartieri e le periferie degradate, condizionabili e da sempre soggette ai ricatti della indigenza ma c’è una borghesia professionale, della pubblica amministrazione, dei settori trainanti dell’economia calabrese che ha dimostrato, soprattutto nei confronti del ceto medio impiegatizio, nell’arco delle consultazioni elettorali che si sono succedute, di avere un ruolo trainante nell’attivazione e nella sollecitazione del consenso. In tempi di populismo rampante può sembrare fuorviante appellarsi alla storia culturale e politica della città ma è da quel ceto intellettuale e professionale che Cosenza ha avuto gli amministratori più illuminati e lungimiranti . Mai come oggi Cosenza ha bisogno di un sindaco non frutto di un compromesso al ribasso fra partiti ma attrezzato di conoscenza, competenza e lungimirante.
Per i sindaci del sud, col piano di ripresa nazionale e i miliardi messi a disposizione dall’Unione Europea, si apre una fase di grande impegno per superare gli storici differenziali nord-sud recuperando rispetto alle molte risorse che sono state sottratte al sud a tutto vantaggio del solo nord. Accanto ai miliardi del Recovery plan,che al meridione ne riserva 82, pari al 40%, ci sono le risorse della programmazione europea 2021-2027 dei fondi strutturali,per il sud 54 miliardi su 81,quelle nazionali del fondo di Sviluppo e coesione,58 miliardi su 73,del React Eu,8,4 su 14,5 miliardi, e del Just transition fund, pari a 1,9 miliardi.Vale a dire oltre 200 miliardi da investire nel recupero del divario nord-sud, ovvero “” un’occasione storica che non possiamo permetterci di disperdere”” ha affermato il ministro per il Mezzogiorno in un recente forum. Ma non è tutto.
Un sindaco dotato di capacità e competenza non potrà sottrarsi a un duro scontro col federalismo fiscale per come viene colpevolmente applicato da 12 anni, dopo la riforma del Titolo V della Costituzione.La mancata applicazione dei LEP ( Livelli Essenziali delle Prestazioni), volutamente ignorati dai governi nazionali ,rispetto ai fabbisogni standard del Comuni, con una distorta applicazione della “spesa storica”, ha di fatto sottratto ai Comuni del Sud le risorse spettanti sulla base del calcolo compensativo fra fabbisogni standard e capacità fiscale, compito demandato al fondo perequativo nazionale. Un fiume di milioni sottratti ai comuni del Sud.
E’ di questi aspetti della “questione meridionale” ai giorni nostri che bisogna tenere conto nel sedersi ai “tavoli” del centrosinistra per gli obiettivi da perseguire e la scelta del candidato a sindaco.I marciapiedi sono importanti,come la raccolta dei rifiuti, i trasporti, il servizio idrico e le buche nell’asfalto.Ma questa è ordinaria amministrazione. Una città come Cosenza, con la sua storia, deve essere protagonista della rinascita del Sud, del superamento degli storici differenziali e del recupero a pareggio di quanto fino ad oggi, complici i governi, i partiti e le rappresentanze parlamentari meridionali, è stato ingiustamente sottratto al sud. Ben altro, dunque, che i vaniloqui sulle appartenenze, le alleanze e le rendite di posizione che caratterizzano i “tavoli” del centrosinistra fin qui improduttivamente tenuti.
CLUB TELESIO COSENZA
Laboratorio di Politica-Cultura-Arte e Spettacolo