TIRO AL BERSAGLIO SU BERLUSCONI PRESIDENT….
Tutto si può dire del “cavaliere” meno che mai che sia uno sprovveduto che non sa valutare le forze schierate in un campo di battaglia. Il campo di battaglia è l’elezione del capo dello Stato e le forze in campo sono, non i partiti, ma i gruppi parlamentari , più precisamente i singoli parlamentari che, se vogliono, possono votare senza tenere conto delle direttive dei partiti.E’ già accaduto ed è passato alla storia della Repubblica il “fuoco amico” dei 101 parlamentari che, nel segreto dell’urna, silurarono Romano Prodi .A partire dalla quarta votazione tutto può accadere.
Verosimilmente Berlusconi ha cominciato a riflettere sull’elezione del Capo dello Stato con buon anticipo sugli altri possibili candidati che, però, non hanno da rendere conto di una lunga- e ancora non conclusa-frequentazione delle aule giudiziarie nonchè di una vita privata gioiosamente allietata da cene galanti e mitiche prodezze di alcova.
Ma come è stato spiegato da autorevolissimi costituzionalisti, sul piano formale Berlusconi ha i requisiti per poter concorrere poiché, per i reati commessi, avendo scontato la pena ed essendo stato “ riabilitato”, non esistono al momento impedimenti.I Padri Costituenti non potevano prevedere che un giorno avrebbe potuto concorrere alla carica di presidente della Repubblica un ex-presidente del consiglio che dalla sua posizione politica ha avuto un duro conflitto con la magistratura ai livelli più alti, spingendosi ad accusarla di essere di parte e al servizio della “sinistra” creando la definizione di “toghe rosse”.
Ai primi “rumors” sull’elezione del capo dello Stato non si è dato peso all’ipotesi che anche Berlusconi sarebbe potuto scendere in campo.A parte le vicende giudiziarie pesavano ragioni di opportunità ,le stesse che vengono riproposte oggi.Ma l’opportunità, come l’eleganza e i dati caratteriali non sono un elemento impeditivo così come la politica non è un ballo in maschera ma “sangue e merda” secondo una storica definizione che ebbe a dare Rino Formica, lo stesso dirigente socialista inventore della definizione “nani e ballerine” riferita alla corte di postulanti e arrampicatori sociali che si muovevano intorno al PSI di allora.
Berlusconi dunque è in campo e non è più un mistero per nessuno ma quel che emerge è una diffusa e crescente preoccupazione nei partiti di centrosinistra.Sia chiaro, non vi è alcuna certezza che i parlamentari di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia voteranno compatti per lui, come lascia intendere Enrico Letta nel tentativo di esorcizzare un rischio che, però,almeno nei numeri c’è. A mettere cioè insieme tutti i voti parlamentari riconducibili al centrodestra , a Berlusconi potrebbero mancare, alla quarta votazione, soltanto 50 voti circa per fare tombola.Questo dicono i numeri sulla carta e i 50 voti mancanti potrebbero venire fuori da quei parlamentari che, consapevoli di non essere rieletti, non vogliono andare ad elezioni anticipate.Per altro Berlusconi ha già dimostrato in passato di essere uno specialista nella “campagna-acquisti” di parlamentari indecisi o sedicenti “responsabili”.
Tutto questo non può,però, giustificare il fuoco incrociato che si è scatenato mediaticamente contro Berlusconi e la sua candidatura. Tanto più se si è convinti che non può farcela.O, meglio, la si può contrastare anche mediaticamente ma in maniera palese senza ricorrere agli strumenti dell’informazione truccata, facendo passare per informazione vere e proprie demolizioni della figura di Berlusconi studiate a tavolino.Si tira in ballo l’età, innegabile, i processi e le condanne subite, le “olgettine” e la nipote di Mubarak, il procacciatore di escort Tarantini, il sodalizio con Marcello dell’Utri condannato per legami con la mafia, i suoi rapporti con i fratelli Graviano ritenuti responsabili della strategia stragista degli anni 90. Tutto noto,già raccontato e a conoscenza del popolo televisivo, anche quello affezionato ai Mediaset.
Uno specialista nell’uso dell’informazione come arma politica è Giovanni Floris,il conduttore della trasmissione “Di Martedì” su la 7. Con abbondanza di cartelli, numeri e date ha ricostruito la vita giudiziaria di Berlusconi nelle aule di giustizia con lo zelo dei processi “stalinisti” che Floris ha fatto in tempo ad assimilare sul finire della stagione del PCI. Non ha dato notizie false su Berlusconi.Tutto vero ma non deve passare inosservato il “metodo”, che è di lotta politica.Alessandro Sallusti,oggi direttore di “Libero”,difende Berlusconi e non lo nasconde senza con questo voler implicare una “appartenenza”. E’ passionale e di parte senza camuffamenti.
L’informazione è un’altra cosa, ha una sua irrinunciabile dignità che se viene meno diventa altro.Floris non fa informazione, è un chierichetto che sa servire messa, basta dirgli dove si deve andare a parare.