PESTAGGIO MEDIATICO: GRUBER TRAVAGLIO E GIANNINI CONTRO RENZI….

PESTAGGIO MEDIATICO: GRUBER TRAVAGLIO E GIANNINI CONTRO RENZI…

Premesso che Matteo Renzi è personaggio scomodo e indigesto, ostaggio di un ego che non conosce limiti,spregiudicato e furbo, abile e machiavellico,ambizioso e cinico, ossessionato permanentemente di non essere al centro della scena.Inaffidabile, per sua scelta, dopo il gesuitico “Enrico stai sereno”mentre si preparava a silurare Enrico Letta  per sostituirlo alla guida del governo.

Si propone sulla scena nazionale , avendo al suo attivo la carica di sindaco di Firenze, come il “rottamatore” della vecchia classe politica, calcificata nelle sue posizioni di potere e impermeabile al nuovo che avanza nella società . Conquistato Palazzo Chigi senza essere parlamentare, ha messo in atto  una politica di scardinamento dei vecchi schemi della politica e si è intestato riforme e innovazioni che hanno animato astiose polemiche.E’ caduto per aver puntato tutto sul referendum costituzionale che puntava alla eliminazione dell’assetto bicamerale del parlamento e alla trasformazione del Senato da “camera alta” in organo rappresentativo dei governi regionali ,nei cui confronti  puntava a ridimensionarne in qualche modo poteri e indennità di carica.

Si è fatto molti nemici per cui non poteva sfuggire all’attenzione di quella giustizia che, con indiscussa tempistica, interviene nei passaggi più delicati della lotta politica.Nel mirino lui, il suo “cerchio magico” e persino la famiglia.A ridosso di alcuni appalti Consip e altre vicende societarie gli hanno inquisito e incriminato i genitori.Provocata la scissione nel PD, se n’è andato  con 43 parlamentari fondando Italia Viva, il partito che oggi naviga nei sondaggi intorno al 2% ma che, a quanto pare, ha fatto prima nascere e poi cadere il governo Conte 2 a trazione PD-5Stelle. Oggi Italia Viva rivendica esplicitamente il merito di aver dato vita al governo di Mario Draghi e viene considerato l’ago della bilancia nei complessi e delicati equilibri della maggioranza parlamentare che sostiene il governo di Mario Draghi per non dire del ruolo determinante che potrebbe avere  nell’elezione del nuovo capo dello Stato.

Ma evidentemente a Matteo Renzi lo scenario nazionale non gli basta e il suo incontenibile ego lo spinge a cercare spazio e visibilità fuori dai confini nazionali vestendo i panni del “conferenziere” lautamente retribuito, sulla scia dei presidenti degli Stati Uniti i quali, compiuti i mandati politici e di governo, si offrono per cicli di conferenze  pagate con cachet all’altezza della loro notorietà. In questa smania e ansia di protagonismo Matteo Renzi si è compromesso collaborando , a pagamento, col principe  Bin Salman dell’Arabia Saudita, per la realizzazione di un improbabile “rinascimento arabo”, senza considerare che Bin Salman viene ritenuto il mandante dell’assassinio del giornalista Kashoggi fatto a pezzi nell’ambasciata turca per aver firmato articoli di dura critica sui diritti umani negati in Arabia Saudita.Infine c’è una inchiesta aperta sulla Fondazione Open sospettata di essere il canale di finanziamento politico del partito Italia Viva e del suo gruppo dirigente a cominciare ovviamente da Matteo Renzi.

Tutto ciò premesso -e forse qualcos’altro ci è sfuggito a carico di Matteo Renzi-è inaccettabile il pestaggio mediatico cui lo hanno sottoposto nel salotto de “ La7”delle 20 e30 la Gruber, Marco Travaglio, direttore de “Il fatto quotidiano” e Massimo Giannini, oggi direttore de “La Stampa” ma per lunghi anni editorialista de “La Repubblica”.Considerato che la Gruber ha un passsato politico in quello che oggi è il PD, Travaglio è considerato “vedovo inconsolabile” della caduta del governo Conte per mano di Matteo Renzi e Massimo Giannini venne rimosso in RAI dalla conduzione di una trasmissione che aveva criticato Renzi, è del tutto evidente che si trattava di un regolamento di conti che aveva poco o nulla a che fare con l’informazione e la “narrazione dei fatti” come squittiva la Gruber  nella sua autostima professionale. E’ andata come non poteva non andare, anche se Matteo Renzi ha dato un paio di staffilate che hanno lasciato il segno sia sulla faccia della Gruber che di Travaglio e Giannini.

Renzi ha avuto il coraggio di affrontarli,tutti e tre, e già questo rimane un punto a suo vantaggio che molti gli riconoscono. Resta poi da chiarire perché tanto spazio e visibilità al leader di un partito dato al 2 per cento che, solo per questo, secondo la stessa Gruber non avrebbe diritto di tribuna.Per chi ha seguito la trasmissione, al di là delle stilettate che si sono dati in studio “tre contro uno” al pubblico non è sfuggito l’accanimento e l’ostilità viscerale contro Renzi al quale, in fondo,non hanno contestato reati e malaffare ma questioni di opportunità, come l’amicizia col principe Bin Salman.

Il resto lo vedremo nelle settimane che precedono l’appuntamento a camere riunite per l’elezione del nuovo capo dello Stato.Poichè i numeri sono quelli che sono, Renzi va demolito politicamente,se non giudiziariamente,prima di arrivare al voto, delegittimandolo e stimolando fughe e abbandoni nei gruppi parlamentari di Italia Viva.Questa è la chiave di lettura e ,pur non avendo simpatia politica per Matteo Renzi e il suo ego,non bisogna prestarsi col silenzio al pestaggio consumato nello studio de “La 7”. Comunque vada con il Quirinale e quale che sia la sorte politica di Matteo Renzi, la puntata di “8 e mezzo” che lo ha visto sotto schiaffo va considerata una vergognosa e squilibrata aggressione studiata a tavolino con o senza il consenso dell’editore. ( Nella foto Matteo Renzi )