CONSIGLIO REGIONALE : TODOS CABALLEROS……
Si può anche sostenere che vedere sempre accordi consociativi è il riflesso di un pregiudizio duro a morire ma i numeri e i nomi, al di là dei pregiudizi,non consentono equivoci e versioni di comodo.Il consiglio regionale si è insediato ed ha proceduto a costituire gli organismi di funzione e di autogoverno.Secondo lo schema classico,dato per scontato, la maggioranza governa e l’opposizione controlla o contesta.Difficilmente collabora se non per situazioni estreme ed eccezionali.Ma è uno schema superato dalla pratica consociativa.
Il consociativismo nasce, storicamente, all’interno del “compromesso storico” che registra la fine della guerra di posizione fra democristiani e comunisti e l’apertura a possibili collaborazioni o intese a fronte degli interessi superiori del Paese. Ad Aldo Moro costò la vita anche se gli andrebbe riconosciuto di aver precisato che non era un’alleanza col PCI né la fine delle differenze ,politiche, ideologiche e religiose, che rimanevano in campo.Il resto lo ha fatto la caduta del muro di Berlino che avrebbe definitivamente sancito la sconfitta del comunismo e dell’impero sovietico.
In Calabria ovviamente il compromesso storico non era soltanto l’incontro fra due “chiese” e la forma di una mutazione politica ma, più che altro, la legittimazione a dare vita a tutti i compromessi possibili senza rinunciare alle dichiarazioni di principio e alle logiche di appartenenza, giocando con lo schema destra-sinistra.Questo per dire che, da sempre, alla regione i consiglieri eletti si sono spartiti consociativamente i ruoli di potere in una logica condivisa di alternanza a seconda se le urne premiano il centrodestra e penalizzano il centrosinistra o viceversa. A cementare i rapporti politici e personali fra consiglieri provvedono i privilegi che li accomunano e ne fanno una casta impenetrabile da logiche esterne. Al punto che, a urne aperte, circolava il teorema sul voto trasversale finalizzato a far vincere il centrodestra alla regione e il centrosinistra al comune di Cosenza.Si dirà chiacchiere circolate e sia ma autorevolmente messe in giro.
Da qui nessuno scandalo o falso stupore se il nuovo consiglio regionale ha distribuito cariche e incarichi adeguandosi ai meccanismi consociativi condivisi e consolidati.Così, dimentichi delle polemiche e delle contrapposizioni elettorali, Forza Italia e PD soprattutto si sono accordati extra-moenia e poi hanno dato vita in consiglio al teatrino del voto per dare legittimazione alla spartizione avvenuta. Nessun problema per Filippo Mancuso,grande collettore di voti, a rischio di rinvio a giudizio per una storia di gettoni di presenza non spettanti , eletto presidente anche col voto del consigliere Pd Alecci il quale, a sua volta, è stato eletto questore-segretario dell’assemblea con i voti di Forza Italia. Per gli altri , sia di maggioranza che di opposizione, ci sono le commissioni dove ognuno trova la sua collocazione.Insomma “todos caballeros “ come sentenziò Carlo V da un balcone di Alghero, nel lontano 1541, quando una folla di dignitari gli sollecitavano incarichi e onorificenze e lui, non potendo ascoltarli singolarmente perché pressato da “proprie esigenze fisiologiche” pronunciò la famosa frase.Ma Roberto Occhiuto non è Carlo V, sull ‘impero del quale non calava mai il sole,anche se ha avuto modo di precisare,in un eccesso di autostima, che lui avrebbe vinto anche senza Lega e Fratelli d’Italia .Bene,contento lui… governi con”todos caballeros”. (Nella foto Filippo Mancuso presidente consiglio regionale)