“QUIRINALEIDE “- DALLA LEOPOLDA VENTI DI GUERRA….
Oltre duemila persone hanno partecipato alla tre giorni fiorentina di Italia Viva svoltasi nella vecchia stazione “La Leopolda”, alla sua undicesima edizione.Non sono mancati gli ospiti di prestigio e di spessore ma l’attenzione era tutta per il leader ed ex-premier Matteo Renzi per quello che avrebbe detto sulle questioni politiche e quelle personali.
Matteo Renzi non è uno che si fa amare, ha un profilo caratteriale che non l’aiuta nonostante gli venga riconosciuto uno sperimentato talento politico.E’ manifestamente ambizioso, ha un ego che lo sovrasta e lo spinge a forzare le situazioni, è combattivo e vendicativo.Sovente, nei suoi ragionamenti, cita sempre Machiavelli le cui teorie sulle dinamiche della politica lo ispirano.Da sindaco di Firenze irrompe sulla scena come “rottamatore” della vecchia classe dirigente ma, una volta premier, si dedica a consolidare il potere conquistato.
Scala agevolmente la segreteria del PD e, dopo un primo tentativo andato a vuoto, ci riesce battendo Bersani nelle primarie di partito.Pur non essendo parlamentare punta a palazzo Chigi ed è ormai storica l’esortazione rivolta a Enrico Letta, capo del governo in carica, in allerta per le critiche che ruotano intorno al suo governo e che coinvolgono anche il PD. “Stai sereno,Enrico…” lo tranquillizza Renzi ma il quadro politico comincia a disarticolarsi, cade il governo ed è Matteo Renzi che prende il suo posto.Chi non ricorda le immagini del gelido passaggio della campanella fra Letta e Renzi al simbolico scambio delle consegne?
E’ con lui che prende quota il cosiddetto “cerchio magico”, ovvero la ristretta cerchia che insieme a lui vive l’avventura del potere e ne condivide scelte e decisioni.Ma è poi vero il talento tattico-politico che Renzi si attribuisce? I fatti danno ragione a lui. Dopo l’editto dal Papeete di Salvini in mutande che invocava “i pieni poteri”, è lui che manda a casa il governo Lega-5Stelle e rende possibile quello PD-5Stelle con Conte sempre premier.Coerente con Machiavelli, è realismo tattico quello che guida Renzi nelle sue decisioni. Il PD e il Movimento 5Stelle lo vivono male ma lo debbono subire con malcelata ostilità.Renzi si difende mettendo a frutto il suo talento tattico, manovrando i suoi gruppi parlamentari in modo da essere determinanti per la tenuta del governo.Non mancano le inchieste giudiziarie che ,pur non colpendo lui direttamente, fanno sponda sui genitori o su Maria Elena Boschi per le controverse vicende di Banca Etruria.
Ma lui non demorde e quando la situazione nazionale diventa critica per i danni della pandemia e l’ingovernabilità dei poteri costituzionali diventa drammatica anche agli occhi dell’Europa Matteo Renzi , intuendo e interpretando le preoccupazioni del Quirinale,presenta il conto e manda a casa Conte e il suo governo 5Stelle-PD aprendo la strada al governo di emergenza guidato da Mario Draghi.
Con la caduta del “Conte 2”inizia per Renzi un tiro al bersaglio senza esclusione di colpi. Si indaga a 360 gradi sulla Fondazione Open e su quanti vi hanno gravitato a vario titolo, tutti sospettati di avere illecitamente finanziato l’attività politica di Italia Viva, del suo leader e del suo gruppo dirigente.Nel mirino anche le somme percepite da Renzi per conferenze tenute all’estero o per consulenze al principe saudita Mohammad bin Salman, ritenuto il mandante dell’assassinio del giornalista Kashoggi.Si parla di una inchiesta di 94 mila pagine piena di intercettazioni, anche privatissime e comunque penalmente irrilevanti,che autorizzano il sospetto di un certo accanimento giudiziario.Si vedrà.Per certo le 94 mila pagine non hanno fermato Renzi.
E così,dal palco della Leopolda, ha lanciato i suoi segnali di guerra che destano non poche preoccupazioni nel centrosinistra a trazione Letta-Conte. Sanno che Renzi è più bravo di loro nella guerriglia parlamentare e che non possono prevedere le sue mosse, consapevoli che Italia Viva con i suoi 43 parlamentari può essere determinante per l’elezione del nuovo capo dello Stato.Dal palco della Leopolda spirano venti di guerra..Renzi ha annunciato, per le sue grane giudiziarie, che chi ha indagato su di lui dovrà rispondere dell’immunità parlamentare violata.Sarà presente a tutte le udienze e chiederà di parlare. In risposta alle accuse di finanziamento illecito e alle ipotesi di corruzione denuncia il silenzio che avvolge i finanziamenti russi alla Lega di Salvini, quelli venezuelani al Movimento5Stelle e , per le cose di casa nostra, allude alle “mazzette” che sarebbero circolate per le mascherine, i banchi con le rotelle, i ventilatori polmonari fasulli e, a suo dire, agli 82 mila euro che Pierluigi Bersani avrebbe ricevuto dall’amministrazione dell’Ilva di Taranto.Come dire un regolamento di conti a largo raggio, dagli eccessi dei magistrati inquirenti ai finanziamenti poco chiari ai partiti.
Fra le tante battute estemporanee che hanno costellato gli interventi di Renzi alla Leopolda ne abbiamo scelto due.La prima è riferita alla battaglia politica, a seconda se si vince o se si perde.Renzi non esclude la possibilità di sconfitte ma stigmatizza: “Soltanto chi striscia non può cadere”. La seconda riguarda la percentuale di consensi che i sondaggi attribuiscono a Italia Viva, oscillanti intorno al 2 per cento e chiosa:” Se Cristoforo Colombo avesse tenuto conto dei sondaggi del suo tempo la storia del mondo non sarebbe quella che viviamo”.