AMANTE LATINO: DAL PALPEGGIAMENTO AL FEMMINICIDIO……
C’era una volta il mito dell’“ amante latino”che non era una esclusiva del ceppo italico ma veniva alimentato soprattutto in Italia. A celebrarlo e a consolidarlo nell’immaginario collettivo libri, film, copertine patinate, cronache mondane, i night club e le località alla moda a raccontarne le performance. C’erano i play boy rampolli di antichi casati ma c’erano anche i “poveri ma belli” delle periferie.Il latin lover italico era un richiamo turistico, non faceva parte del “pacchetto” offerto dai tour operator ma era la variante possibile dell’avventura italiana.
Nacquero così le leggende delle notti romane e delle spiagge riminesi particolarmente meta dei flussi nordeuropei a prevalenza femminile. La connotazione del latin lover era un mix di gentilezza, simpatia e passione.Il resto lo faceva l’atmosfera dei luoghi che il latin lover conosceva bene. “Roma non far la stupida stasera…” è forse la canzone che ha stregato intere generazioni di turiste.
Questa premessa per dire che il maschio italico non era violento per come si rivela oggi, era passionale e quindi geloso ma non risolveva le pene e i conflitti d’amore con la violenza.Era per definizione un romantico, sentiva di appartenere ad un paese speciale per l’immaginario femminile e cercava di esserne all’altezza avvalendosi di quanto la Bella Italia ha sempre offerto ai suoi visitatori sotto il profilo turistico-culturale, musicale ,gastronomico.
Il latin lover si auto-estingueva praticamente col matrimonio scegliendo di diventare marito e padre, una scelta per la vita e non più per una storia o un’avventura. Lavoro, doveri e responsabilità erano-e per molti lo sono ancora-i cardini su cui girava la quotidianità della vita privata e delle relazioni sociali.Ma la società evolve, si creano nuovi spazi di libertà e di autonomia, la persona vale al di là e al di sopra dei ruoli convenzionali, amare e innamorarsi resta un bisogno dell’anima ma bisogna stare al passo coi tempi, accettare la fine delle diseguaglianze di genere e, quando non ci si ama più, non ci sono catene che tengano.
Il femminicidio è il tragico punto degenerativo di un amore che non esiste più e che si vorrebbe imporre in nome del “possesso” e del “dominio” che l’uomo rivendica, per ancestrale cultura, nei confronti della donna.Non accetta il rifiuto,non accetta la sconfitta.In fondo l’uomo è vittima della sua cultura maschilista trasmessa e ricevuta di generazione in generazione.La violenza nasce da quel perverso sentimento di possesso e di dominio che viene messo in discussione, un sentimento che alberga nella sfera più intima e privata.Soltanto una rivoluzione culturale,dentro la famiglia , all’interno della coppia e nei modelli di vita può relegare il femminicidio a fenomeno marginale della criminologia.
Nel frattempo, però, è una forzatura declinare ogni mancanza di civile rispetto della donna come manifestazione riconducibile alla psicosi del femminicidio.E’ il caso del “palpeggiamento” messo in atto da uno sconosciuto ( in via di identificazione), all’uscita dallo stadio fiorentino, nei confronti di una giornalista che stava facendo il suo lavoro di cronaca. Un gesto volgare, un gesto da bullo, la sua personale risposta ghiandolare alla violenza di genere condannata in tutti gli stadi nella ricorrenza della giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Un gesto da condannare sul piano del costume e della civiltà, da segnalare all’opinione pubblica ma senza scomodare il femminicidio che è ben altra cosa. Un comportamento che si configura come molestia, atto irriguardoso, offesa alla donna presuppone sempre una sanzione commisurata alla gravità del gesto. Nessuna indulgenza per il gesto che rivela sfrontatezza e grossolano maschilismo suburbano ma per fortuna non prelude necessariamente alla violenza, allo stupro e, meno che mai, al femminicidio. Da compatire e da condannare è l’autore del gesto. Non si discute.ò La giornalista è parte lesa e sa, per essere donna, quali dinamiche si frappongono fra un palpeggiamento e un femminicidio.In alcuni rapporti di grande confidenza amicale accade che il “palpeggiamento”sia la donna a metterlo in atto nei confronti dell’uomo.E’ il ribaltamento di uno schema e di un pregiudizio.Il “latin lover”, il maschio latino non esiste più. Da decenni. (Nella foto un gesto considerato molesto e maschilista)