QUANDO GILETTI SCOPRE COME SI PUO’ MORIRE IN CALABRIA….

QUANDO GILETTI SCOPRE COME SI PUO’ MORIRE IN CALABRIA……

Siamo di nuovo nella m…elma. Giletti torna con “Non è l’arena” nella prima serata di domenica su “La 7” e ,per fare il colpo grosso,ricorre ancora una volta alla Calabria cui deve gli indici di ascolto registrati al tempo di Cotticelli che non sapeva di essere lui il responsabile del piano anti-covid. Fu uno sputtanamento mediatico in piena regola della gestione commissariale a fronte di un disastro del servizio sanitario che aveva fatto dire a Jole Santelli:” Se il coronavirus arriva in Calabria sarà una carneficina”.

Giletti con la Calabria ha campato televisivamente per un mese facendo parlare personaggi di prima e di seconda fila ma senza entrare nel merito dei conti che non tornavano e delle responsabilità di chi avrebbe dovuto chiarire. La differenza con la trasmissione “Report” di Sigfrido Ranucci sta nello schema che Giletti spettacolarizza i problemi che affronta, compreso il dolore, ma non genera conseguenze per chi ha responsabilità di cui dovrebbe rispondere. Giletti si ferma là dove bisognerebbe fare nomi e cognomi, visto che sugli atti amministrativi sono rimaste le impronte digitali di chi li ha firmati. Bilanci non approvati perchè falsi, doppie e triple fatturazioni, debiti non accertati, milioni non spesi, milioni non rendicontati, milioni dirottati, assunzione di personale mancata, ospedali chiusi e un debito accumulato che ruota intorno a due miliardi e mezzo. Ma non è accaduto nulla, cioè nessuno ha sentito, ad oggi, il bisogno di sapere per responsabilità di chi tutto ciò è accaduto. Il “sistema” ha i suoi interpreti ma non i responsabili.

Lo schema si ripete ora con la tristissima vicenda della bambina di due anni di Mesoraca, Ginevra, morta di Covid al ” Bambin Gesù” di Roma dove era giunta con un aereo militare richiesto dal prefetto di Catanzaro. Con parole accorate, interpretando teatralmente la vicenda come se a parlare fosse Ginevra a raccontare l’accaduto, ha reso edotto il pubblico televisivo della sua trasmissione che Ginevra è morta perchè in Calabria non c’è l’ECMO cioè l’apparato tecnologico che consente l’ossigenazione extra-corporea dei polmoni. Quello che non ha detto è che nei cassetti della sanità calabrese c’erano da tempo 50 milioni proprio per creare la terapia intensiva pediatrica che manca.

Ed ha finito lì, evidentemente pago di aver commosso i telespettatori in ascolto, non considerando che alla morte di Ginevra doveva qualche interrogativo in più. Ha tutto il tempo per invitare in trasmissione il presidente Occhiuto, attuale commissario ad acta e presidente della giunta regionale, e chiedergli che utilizzo hanno avuto quei 50 milioni o se sono ancora disponibili. Inutile sperare di conoscere chi avrebbe dovuto provvedere. Il presidente Occhiuto, infatti, in una conferenza-stampa sui primi 100 giorni del suo mandato, ha illustrato con ampi dettagli quanto ha fatto per la sanità prendendo in mano la situazione ma non ha dato nessuna indicazione sul come si è arrivati al disastro sanitario. Anche lui si è detto costernato per la morte della piccola Ginevra ma non ha spiegato il mancato utilizzo dei 50 milioni per creare la terapia intensiva pediatrica. Indignato anche il senatore Nicola Morra, presidente della commissione antimafia il quale, almeno ha chiesto una ispezione finalizzata ad accertare fatti e responsabilità. Il che non ha impedito a Giletti di screditare disinvoltamente la Calabria ignorando il bisogno che abbiamo di incoraggiare a trasferirsi in Calabria le professionalità che mancano per il PNRR ed i medici che mancano per rendere efficienti gli ospedali attivi e per riaprire gli ospedali chiusi. Non saranno gli aerei militari pronti a partire da Pisa in caso di bisogno a convincere professionisti quotati a trasferirsi in Calabria con le loro famiglie. Certo la colpa non è di Giletti ma di chi agli scoop di Giletti dovrebbe dare risposte convincenti del tipo che i responsabili del disastro sanitario sono stati messi da parte. Almeno questo alla piccola Ginevra glielo dobbiamo.