Con l’intitolazione a Giacomo Mancini del ponte sul Campagnano si può affermare che si chiude la storia dei campanili, delle gelosie e della competitività. Siamo cioè in presenza di una mutazione culturale che rende più credibile e concreto il concetto di area urbana. Non sfugge e non è sfuggito a nessuno il valore simbolico dell’intitolazione del ponte a Mancini che rappresenta, oltre che un riconoscimento allo statista calabrese, la fusione plasticamente dei confini amministrativi di Cosenza e di Rende. L’intitolazione del ponte va comunque considerata soltanto un primo passo per l’ ineludibile integrazione di servizi e di programmi ma è certamente un primo segnale di guardare al futuro con lo sguardo lungo. .
Nonostante i trenta gradi e l’assenza di qualche ombrellone per ripararsi dal sole, ad assistere alla cerimonia c’era una rappresentanza ampiamente plurale della politica e degli amministratori dell’area urbana. C’erano naturalmente vecchi amici e collaboratori di Giacomo Mancini ma non mancavano, anche in questa occasione, personaggi che con Mancini e la sua storia non hanno niente a che fare se non per averlo combattuto e ostacolato. Mancava il sindaco di Cosenza Franz Caruso che ha delegato un consigliere e l’assenza ha dato luogo a perplessi interrogativi.
Fra le presenze più significative quella Sandro Principe che insieme a Marcello Manna hanno dato una prova di civiltà politica mettendo da parte, per la circostanza, le diversità relative all’azione amministrativa della maggioranza in carica. Sui contrasti che hanno segnato il rapporto fra Cosenza e Rende c’è chi vi ha costruito rendite personali, politiche ed economiche, che il passo avanti fatto oggi dovrebbe mettere in crisi in una visione più larga delle potenzialità dell’area urbana.
Franz Caruso ha il merito di avere avviato una serie di incontri con i sindaci di Rende e Castrolibero per procedere gradualmente a una integrazione di programmi e di obiettivi. Si è cominciato con la programmazione degli eventi al fine di evitare sovrapposizioni che di certo non favoriscono la partecipazione all’evento e si proseguirà con iniziative concordate al fine di creare condivisione e consenso nelle popolazioni amministrate.
Il punto di arrivo, passando magari per riunioni dei tre consigli comunali, è l’integrazione di servizi essenziali come quello dei trasporti e della gestione dei rifiuti mentre, sotto il profilo strategico, è sui grandi progetti che bisogna trovare le convergenze necessarie.
Valga per il nuovo ospedale, che ha riacceso le polemiche circa la sua ubicazione, valga per la “ metropolitana” che, riveduta e corretta nella versione che si riterrà tecnicamente più rispondente ed economicamente più praticabile, dovrà realizzare in maniera continuativa il collegamento Cosenza-Rende– Università. Parimenti si dovrebbe dare continuità ai due viali “Mancini” e “Principe” anche essi simbolicamente ricchi di significato politico.
Sotto il profilo strategico della integrazione fra le tre realtà ci sarebbe da recuperare il progetto, abbandonato dopo lo smantellamento delle cupole geodetiche, di un quartiere fieristico come infrastruttura di supporto alle attività produttive non solo dell’area urbana ma dell’intera Calabria, senza nulla voler togliere al valore, tradizionale ma economicamente limitato, della Fiera di San Giuseppe che è tutt’altra cosa. L’iniziativa potrebbe prenderla la Camera di Commercio unitamente a Unindustria Cosenza con la convinta collaborazione dei tre comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero che-altra implicazione simbolica- hanno nell’area fieristica delle vecchie cupole il punto di contatto dei rispettivi confini territoriali e amministrativi.
I miliardi del PNRR in arrivo, offrono l’ occasione concreta per volare alto e avere lo sguardo lungo, dotando l’area urbana o la futura città unica di una infrastruttura quanto mai necessaria per valorizzare e commercializzare le produzioni e, più in generale, tutto ciò che offre la Calabria nell’articolazione dei vari settori produttivi. Volare alto e avere lo sguardo lungo, dunque, senza prendere in considerazione quel sottobosco politico e amministrativo di “mezzemaniche” che, penosamente, cercherà di difendere gli orticelli elettorali cui è incardinata la loro irrilevante visibilità.(Nella foto un fotomontaggio del ponte intitolato a Mancini )