ATTESA PER L’INTERVENTO DI BERLUSCONI AL SENATO SULLA FIDUCIA AL GOVERNO. BERLUSCONI TORNA A PALAZZO MADAMA DOPO L’ALLONTANAMENTO PER LA LEGGE SEVERINO. PARLERÀ DA PADRE NOBILE DEL CENTRODESTRA FANNO SAPERE DA FORZA ITALIA MA I RAPPORTI CON LA MELONI RESTANO TESI. BERLUSCONI CHIEDE PIÙ SOTTOSEGRETARI DI QUELLI PREVISTI PER FI E LEGA. POLEMICHE NEI CONFRONTI DELLA MELONI PER NON AVER FATTO, A DIFFERENZA DI QUANTO AVVENUTO PER LA LEGA, ALCUN RIFERIMENTO AI MINISTRI AZZURRI. TREGUA ARMATA FRA LE CORRENTI INTERNE CHE SI FRONTEGGIANO. TAJANI NON HA GRADITO L’ INVITO A LASCIARE LA CARICA DI COORDINATORE NAZIONALE. C’E’ CHI NON ESCLUDE UNA SCISSIONE.
Articolo di Francesco Olivo per “la Stampa”
Si sono seduti accanto alla premier: da un lato Matteo Salvini, dall’altro Antonio Tajani. Ieri è stato il giorno di Giorgia Meloni. Gli alleati hanno annuito, applaudito, a volte persino sorriso, «c’è stato affetto», arriva a dire il leader della Lega. Ma ora è il momento di uscire dal cono d’ombra, e si presenta subito un’occasione. L’appuntamento è per oggi al Senato: Silvio Berlusconi sta limando il suo discorso, mentre Salvini non dovrebbe intervenire. L’obiettivo è marcare il territorio e sottolineare il fatto che questo non è un governo solo di FdI, come qualcuno ha pensato di cogliere ascoltando le parole di Meloni. L’attivismo di Salvini arriva a ridosso di Montecitorio nel giorno della fiducia. Un minuto prima dell’entrata in Aula della presidente del Consiglio il leader leghista pubblica sui social un video elencando i punti del programma della coalizione. Il Cavaliere è arrivato a Roma ieri ed è rimasto a Villa Grande in attesa della seduta di oggi di Palazzo Madama. Nell’intervento che leggerà in Aula, Berlusconi cercherà di mettere da parte i risentimenti verso «la signora Meloni», accumulati in questi giorni di trattative e proseguiti in parte ieri, quando qualcuno ha storto il naso davanti al fatto che la premier abbia citato i temi dei ministeri leghisti, a partire dall’autonomia. Il Cavaliere oggi insisterà su un punto: se la destra italiana è arrivata a Palazzo Chigi il merito è suo, «è il risultato di un lavoro avviato quasi trent’ anni fa con la fondazione del centrodestra che ora porta una donna al governo». Un discorso da padre nobile, quello che Fratelli d’Italia auspica. I dettagli sono stati definiti in una cena a Villa Grande con i vertici, alla quale ha preso parte anche Tajani, il ministro degli Esteri, a cui una parte di Forza Italia vorrebbe togliere il ruolo di coordinatore del partito. La fiducia di oggi è scontata (ieri non è mancato nemmeno un voto), ma Forza Italia continua a rivendicare un risarcimento dei presunti torti subiti nell’assegnazione dei ministeri. La richiesta è ottenere 9 posti (7 sottosegretari e 2 viceministri), uno in più di quelli che FdI sarebbe orientata a concedere. La trattativa riguarda anche la Lega, che però evita di mettere in piazza le proprie divisioni. Salvini seduto per tutto il giorno accanto a Meloni ha celebrato un «discorso bellissimo». Al di là dei complimenti, in molti hanno notato la vaghezza della premier nel trattare la questione dell’autonomia e la distanza con le proposte del Carroccio sulle pensioni: i leghisti puntano a quota 41, con il correttivo di 61 anni di età, mentre per FdI si potrebbe permettere l’uscita anticipata a 62 o 63 anni con penalizzazioni della quota retributiva, fino a un massimo dell’8%. L’altro terreno è l’immigrazione: il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, tecnico leghista, si attiva per vietare l’ingresso in acque territoriali alle imbarcazioni di due Ong. Salvini poi specifica: «La competenza sui porti? È del ministero delle Infrastrutture e Trasporti».