TORNA IN CAMPO GIANFRANCO FINI DOPO UNA LUNGA ASSENZA DALLA SCENA POLITICA. NELLA TRASMISSIONE “MEZZ’ORA IN PIÙ”, CONDOTTA DA LUCIA ANNUNZIATA SU RAI 3, FINI FA IL PUNTO SUL PERCORSO CHE HA PORTATO LA DESTRA CON GIORGIA MELONI AL GOVERNO DEL PAESE. RICORDA IL CONGRESSO DI FIUGGI E LA PRESA DI DISTANZE DAL FASCISMO STORICO. DA’ GIUDIZI SU BERLUSCONI E SALVINI E DIFENDE LA RUSSA PER L’ INTERVISTA SUL 25 APRILE. FINI VIENE CONSIDERATO L’ISPIRATORE PIÙ ASCOLTATO DA GIORGIA MELONI. RICONOSCE DI AVERE AVUTO TORTO A NON CREDERE NELLA NASCITA DI FRATELLI D’ITALIA E A NON AVERVI ADERITO.
(ANSA)
Ispiratore no, Meloni non ha bisogno di essere ispirata” ma “posso dire che c’è stato chi ha indicato una strada, che poi tocca ai più giovani percorrere”. Così Gianfranco Fini ospite di ‘Mezz’ora in più’ su Rai 3. Alla stampa estera, ha aggiunto “ho detto che la realtà italiana della destra era un po’ diversa da come veniva loro raccontata, dissi di avere votato Meloni e lo confermo”.
Negli anni ’90 “la vigilanza antifascista era finita”. Lo ricorda Gianfranco Fini ospite di ‘Mezz’ora in più’ su Rai 3 ripercorrendo alcuni fatti tra il ’95 e il ’99. Nel “1995 Massimo D’Alema diventò presidente della commissione bicamerale e si parlò dell’asse Fini-D’Alema, l’ultimo segretario post-comunista e l’ultimo post-fascista”.
Nel 1996 “Violante viene eletto presidente della Camera, Alleanza Nazionale lo applaude in modo sincero quando dice che per fare della liberazione un momento unitario, condiviso, bisognava ‘guardare ai vinti di ieri’, e bisogna fare attenzione ai verbi, non dice capire”.
Infine racconta che nel ’99, prima dell’elezione di Carlo Azeglio Ciampi alla presidenza della Repubblica “non svelo un segreto, incontrai riservatamente il segretario dei Ds Walter Veltroni, ragionammo e trovammo che il nome di Ciampi era quello che poteva garantire” tutti.
“La sinistra italiana non può accendere l’interruttore dell’antifascismo solo quando, in modo strumentale, ravvisa un pericolo per la democrazia. Le accuse mosse a Meloni sono risibili. Chiedono da sinistra di riconoscere l’antifascismo come valore? Sì, lo abbiamo detto a Fiuggi e Meloni non si è dissociata”. Lo ha detto Gianfranco Fini a Mezz’ora in più, su Rai Tre.
“Fiuggi è l’espressione di un passaggio: usciamo dalla casa del padre con la certezza di non fare ritorno. Non so se c’era Meloni, ma c’era il segretario della sua sezione, Rampelli, che mi ha detto che si riconobbero in quella svolta: scrivemmo che l’antifascismo era stato essenziale per il ritorno dei valori democratici che il Fascimso aveva oppresso”. Lo ha detto Gianfranco Fini a Mezz’ora in più, su Rai Tre. “Nel 1995, con questa nostra dichiarazione, la sinistra prese atto che non si poteva continuare a dire che il fascismo era tornato. Fiuggi pose fine a una stagione”.
“All’antifascismo condiviso dovrebbe corrispondere un patriottismo condiviso”. Così Gianfranco Fini ospite di ‘Mezz’ora in più’ su Rai 3 sottolineando che “non ci sono ambiguità” sul tema nel nuovo governo Meloni. “Se la sinistra chiede alla destra di essere lineare e di accettare l’antifascismo dovrebbe accettare in modo altrettanto lineare che tra gli antifascisti c’è chi ha anche posizioni antidemocratiche”.
Fini cita l’esempio di Ignazio La Russa e dell’intervista che ha sollevato polemiche ma “La Russa non ha detto ‘non festeggio questo 25 aprile’ ma risponde ‘dipende, certo non andrò ai cortei’ perché, l’ho sentito anche stamattina, rischierebbe di trovarsi in compagnia di quei giovanotti che in nome dell’antifascismo lo hanno minacciato di morte”. Possibile, aggiunge, “che a sinistra ancora non abbiamo meditato sulla lezione di Bobbio, sul fatto che patria e nazione non sono parole di estrema destra ma sono citate più volte nella Costituzione”.
“La fiamma? Il simbolo di Fdi non è quello de Msi ma è quello di An. Perché, quando è nata An, non mi avete detto che c’era ancora la fiamma? Il simbolo del Msi aveva un suo richiamo storico, il simbolo del Msi era la continuità e non c’è più, è una smeplce fiamma tricolore. Il simbolo di Msi è stato archiviato con Fiuggi”. Lo ha detto Gianfranco Fini a Mezz’ora in più, su Rai Tre.
“Se c’è qualcuno che pensa che Meloni e La Russa siano in vacanza e non a celebrare la resistenza con manifestazioni ufficiali” lo fa in modo “strumentale: questa polemica” sul 25 aprile è “strumentale e la capisco anche”, perché “il Pd sta ancora elaborando il lutto, forse perché la sconfitta è stata superiore alle dimensioni” attese, “forse perché hanno sottovalutato l’avversaria”. Così Gianfranco Fini ospite di ‘Mezz’ora in più’ su Rai 3.
“Quando nasce Fdi c’era scetticismo totale a destra, io per primo dicevo: dove vanno?”. Lo ha detto Gianfranco Fini a Mezz’ora in più, su Rai Tre.
“Meloni, mi viene più spontaneo dire la presidente, è evidente che avendo FdI più voti che la Lega e Fi è in una posizione di centralità, questo non è un governo di centrodestra ma di destra-centro. E questo mette in agitazione gli alleati. Meloni dovrà essere paziente e abile nel tentativo di tenere insieme”. Lo ha detto Gianfranco Fini ospite di ‘Mezz’ora in più’ su Rai 3.
“Non ho alcuna intenzione di tornare in politica, di chiedere tessere. Si può lavorare senza chiedere incarichi”. Lo ha detto Gianfranco Fini a Mezz’ora in più, su Rai Tre.
“Questo è un governo di destra-centro, questo mette in agitazione gli alleati. Meloni dovrà essere paziente e abile nel tentativo di tenere tutti insieme, nell’ambito di un programma unico e delle risorse disponibili, agendo sulla base di valori condivisi. Do per scontato che ci saranno fibrillazioni”. Così Gianfranco Fini ospite di ‘Mezz’ora in più’ su Rai 3, ricordando che peraltro Meloni ha già fatto capire che è pronta a tutto, “anche a tornare alle urne”.
Berlusconi ha una fortissima personalità e credo di essere buon testimone al riguardo, lo dico senza acrimonia” e si trova nel momento in cui “prende atto, anche in modo amaro, che non è più dominus, che il sovrano ha perso lo scettro e per giunta” per mano di “una donna che da quando era ragazzina ha sempre masticato politica, non un titolo di merito per lui essere professionista della politica”.
Così Gianfranco Fini ospite di ‘Mezz’ora in più’ su Rai 3, sottolineando che però “Berlusconi non è un irresponsabile, basta vedere i ministri di Fi, penso a Tajani, che danno ampia garanzia di continuità nell’azione di governo” “Anche perché – aggiunge – Berlusconi i sondaggi li guarda, ha capito che alcune fibrillazioni danneggiano soprattutto Fi”.
A Meloni dico: “Attenzione a varare alcuni provvedimenti. Il ministro Roccella, vediamo cosa farà – l’importante è non cambiare la 194 – è una delle parlamentari che promise di promuovere un referendum per abrogare le unioni civili, francamente qualche necessità di dire piano c’è. Su queste questioni il governo farebbe molto meglio a dire che è il Parlamento che si occupi di questo”. Lo ha detto Gianfranco Fini a Mezz’ora in più, su Rai Tre
“E’ meglio che rimangano le mascherine obbligatorie negli ospedali”. Lo ha detto Gianfranco Fini a Mezz’ora in più, su Rai Tre.
“Meloni e La Russa non mi seguono quando vengo estromesso” dal Popolo delle libertà. Poi escono e “danno vita alla casa della destra” cioè FdI. “Non ci credevo, ora devo dire he avevano ragione loro e torto io”. Lo ha detto Gianfranco Fini a Mezz’ora in più, su Rai Tre.
“Salvini era il capo dei giovani comunisti padani, poi parlamentare europeo. E’ un uomo molto pragmatico, come si fa a non essere inquieto quando si perdono tanti voti? La lega gli ha confermato la fiducia, Salvini avverte questa responsabilità. Il voto è stato uno choc e l’inquietudine lo porta ad alzare delle bandiere identitarie”. Lo ha detto Gianfranco Fini a Mezz’ora in più, su Rai Tre. “E’ quello che non ha capito la sinistra, che è sempre politicamente corretta, grigia, scontata, prevedibile. Il Pd cerchi di tornare a infiammare il cuore delle masse popolari”.