RASSEGNA STAMPA

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SARÀ A PIAZZA SAN GIOVANNI CHE LA SINISTRA DISPERSA E FRAMMENTATA UNITAMENTE AD ASSOCIAZIONI E MOVIMENTI PACIFISTI SI RITROVERÀ OGGI A ROMA PER DIMOSTRARE CHE ESISTE. L’ INIZIATIVA, PARTITA DAL M5STELLE, È UN ATTACCO MASCHERATO ALLA LEADERSHIP DEL PD CHE DELLA SINISTRA RAPPRESENTA LA COMPONENTE RISSOSA E INCONCLUDENTE RESPONSABILE DI AVER PORTATO, CON I SUOI ERRORI ” DIVISIVI”, LA DESTRA POST-FASCISTA ALLA GUIDA DEL PAESE. NELLA PIAZZA CHE STORICAMENTE HA VISTO MANIFESTARE SINISTRA E SINDACATI OGGI ESPONENTI PD SARANNO PRESENTI MA A TITOLO PERSONALE. PER GIUSEPPE CONTE, IERI “AVVOCATO DEL POPOLO” E OGGI LEADER DEL “PARTITO DEL SUD E DEI CETI BISOGNOSI ” È IL GIORNO DELLA SFIDA PER LA LEADERSHIP ALLA SINISTRA DEL PD.

Articolo di Brunella Bolloli per “Libero quotidiano”

La pochette lasciata a casa, il ciuffo spettinato e la ciurma dei suoi parlamentari attorno: Giuseppe Conte stavolta punta alla piazza. Vuole essere il protagonista. L’occasione è ghiotta, c’è la grande manifestazione “Europe for Peace” contro la guerra in Ucraina, gli organizzatori sono associazioni e sindacati, Acli, Arci, Agesci e tutta la Rete italiana Pace e disarmo nata nel 2020 dall’unione di due organismi storici del movimento pacifista italiano: la Rete della Pace (fondata nel 2014) e la Rete Italiana per il Disarmo (fondata nel 2004). Loro sono per il «cessate il fuoco subito», per il «negoziato» con la Russia; hanno scritto un documento inequivocabile che intendono rimarcare dal palco di piazza San Giovanni in Laterano, il luogo simbolo dei ritrovi della sinistra e anche di certi raduni che potrebbero sconfinare in rave a cielo aperto, se non ci fosse ogni volta un imponente servizio di sicurezza. Domani, però, niente simboli di partito, nessuna bandiera rossa né quelle con le 5Stelle del Movimento del vaffa. «Ai politici che verranno consigliamo di portarsi un grande cartello con la scritta “Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa”…», scrivono gli organizzatori, che chiedono «gesti concreti alle forze politiche che marceranno con noi in piazza». Tradotto: adesione al Trattato per la messa al bando delle armi nucleari; riduzione delle spese militari; istituzione dei Corpi civili Europei di pace; approvazione di una legge della Difesa civile non armata e non violenta, e così via. I grillini ci saranno. Del resto, sono quelli del “compagno Peskov”, Vito Petrocelli, l’ex presidente “filorusso” della commissione Esteri del Senato, dei dubbi sui decreti per le armi e del no a far parlare Zelensky nel nostro Parlamento. «Ci uniremo a Conte e a tantissime realtà dell’attivismo per dire No alla guerra in Ucraina, No alla sofferenza di civili innocenti, e Sì a una ripresa della trattative diplomatica», dicono i consiglieri romani, che invitano tutti i cittadini a seguirli. Giuseppi va perfino oltre: «È importante che alla manifestazione venga anche chi ha votato centrodestra e chi ha votato Fdi ma non condivide questa spinta bellicista perché non ha assunto nessun impegno con Washington. Diamo un segnale ai nostri governanti in Ue». M5S sfila a Roma, Azione di Carlo Calenda, invece, strappa e va a Milano, all’Arco della pace perché «la pace non è la resa degli ucraini». Ma il Pd? All’inizio refrattario a dire sì a una battaglia in cui l’ex alleato è partito prima, e diviso tra le correnti interne, ha poi rivisto le proprie posizioni, ci sarà, tanto più che una parte dei parlamentari dem, dalla Boldrini a Orlando a Marcucci, ai sindaci, sarà comunque in piazza a titolo personale. Così come parteciperanno anche Sinistra italiana e Verdi, Rifondazione comunista e Unione popolare, oltre a più di 500 sigle da Sant’ Egidio a Libera a Legambiente alle femministe «vestite di nero con fazzoletto bianco in segno di lutto per tutte le donne iraniane e afghane, ucraine e russe, palestinesi, curde, Sahravi e degli altri luoghi di questa “terza guerra mondiale a pezzetti”». Insomma, il conflitto a Kiev, alla fine, resterà sullo sfondo. A San Giovanni la sinistra proverà a ritrovare se stessa.